Si stava profilando un'incipiente comunità educativa. Ne erano espressioni la dedizione sempre più accentuata alla formazione delle ragazze con l'intento di prepararle alla vita adulta attraverso il lavoro e di educarle alla conoscenza e all'amore diDio. Interventi che preparano la nuova fondazione Don Bosco vigila sul nuovo progetto in gestazione...
del 15 febbraio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
Iniziamo con questa riflessione la serie degli incontri di don Bosco con Maria Domenica Mazzarello. Si evidenzierà la ricchezza del loro dono reciproco nell’evento della fondazione dell’Istituto FMA, che ha la sua genesi nel gruppo delle Figlie di Maria Immacolata di Mornese (FMI).  
Convergenza di due esperienze autonome
          Negli stessi anni in cui don Bosco dà fondamento alla Congregazione salesiana (anni ‘60-‘70), si profila all’orizzonte un altro progetto: dedicarsi all’educazione delle ragazze. Mentre a Valdocco si deve formare i suoi primi collaboratori, a Mornese trova un gruppo di giovani donne già consacrate a Dio e guidate da un Salesiano, don Domenico Pestarino, discepolo del Frassinetti. L’Istituto sorge grazie a due movimenti autonomi e convergenti, altrettanto storicamente necessari per la sua esistenza e per la sua specifica spiritualità.
Don Bosco avverte la chiamata di Dio e al tempo stesso la Provvidenza gli prepara la strada in un gruppo mariano iniziato a Mornese il 9 dicembre 1855.
L’Associazione è per quelle giovani il luogo in cui si armonizzano due dimensioni della spiritualità salesiana: l’esclusiva ricerca di Dio e l’ardore apostolico. 
Il primo messaggio di don Bosco alle FMI
          Dal primo incontro di don Domenico Pestarino con don Bosco (1861/62) quel gruppo di giovani incomincia a gravitare sempre più nell’orbita salesiana. Suor Petronilla Mazzarello ricordava che nel 1863 don Bosco mandò alle FMI una medaglia di Maria e un messaggio: «Pregate pure, ma fate del bene più che potete, specialmente alla gioventù, e fate il possibile per impedire il peccato, fosse anche un solo peccato veniale».1
          Don Bosco tracciava un cammino sui sentieri della preventività educativa dove preghiera ed azione erano inscindibili. La risposta di Maria Domenica a quel messaggio è pronta e senza condizioni: molto presto accoglie due orfanelle, affitta due stanze, modifica le sue abitudini di vita e si dedica all’educazione delle ragazze in uno stile simile a quello di don Bosco, tanto che il nuovo genere di vita suscita critiche e opposizioni tra le FMI. Lo Spirito sta facendo sorgere un germoglio nuovo su un tronco antico.  
Gli scavi per la costruzione di due “templi”
          Mentre nel 1864 a Torino iniziano gli scavi per la costruzione della Chiesa dedicata all’Ausiliatrice, 2 a Mornese si incomincia la costruzione del Collegio che diverrà la prima casa di quel “monumento vivo” a Maria Ausiliatrice che si stava silenziosamente preparando. Il primo incontro personale delle FMI con don Bosco avviene l’8 ottobre 1864, l’anno in cui Maria e Petronilla avevano deciso il distacco dalla famiglia per formare una piccola comunità con le fanciulle e ragazze da educare. L’impatto con il futuro Fondatore e il suo approccio familiare con i giovani è decisivo. Maria Domenica ne resta affascinata e confida: «Don Bosco è un santo, è un santo: ed io lo sento!».3
          Quando un gruppo di FMI, con Maria Domenica, decide di trasferirsi alla Casa “Immacolata” nel 1867, don Bosco nel suo realismo precisa i criteri: le giovani dovranno essere economicamente autonome, mantenendosi con il loro lavoro.
          Si stava profilando un’incipiente comunità educativa. Ne erano espressioni la dedizione sempre più accentuata alla formazione delle ragazze con l’intento di prepararle alla vita adulta attraverso il lavoro e di educarle alla conoscenza e all’amore diDio. Interventi che preparano la nuova fondazione Don Bosco vigila sul nuovo progetto in gestazione. Gli incontri divengono più frequenti emirati. Il 9 dicembre 1867 egli giunge aMornese, dove tiene una conferenza alle FMI e il giorno 13 benedice la cappella del nuovo collegio. Alle giovani ripete: «State allegre, state allegre, che la Madonna vi vuol bene!».4
          In quella casa «perfino le pareti parevano spirare felicità» tanto l’entusiasmo per il nuovo apostolato era vivo in tutte, nonostante le prove, la povertà, i conflitti. Su suggerimento di don Bosco, Maria Domenica è eletta come superiora. Egli ritorna aMornese, su invito di don Pestarino, il 19 aprile 1869 rimanendovi fino al 22. «Parlò alle Figlie» - annota la Cronistoria riferendo anche di un Orario programma che egli invierà successivamente alle giovani. 5 Di questo non si conserva l’autografo, ma era ricordato dalle prime sorelle che l’hanno tramandato nelle linee portanti: dopo l’orario per la giornata, vi erano alcuni consigli che rispecchiavano la spiritualità salesiana e anticipavano aspetti essenziali dello stile di vita delle future religiose.
          Don Bosco era ancora aMornese il 9maggio 1870, in occasione della prima Messa del nipote di don Pestarino. Incontrò varie volte in quei giorni le FMI. Nelmese di aprile 1871 vi ritornò ancora e ogni volta approfondiva la conoscenza delle giovani apostole e soprattutto di Maria Domenica, mentre si compiaceva della loro presenza educativa tra le ragazze. Egli prese accordi con don Pestarino circa i necessari adattamenti della casa Carante tanto più che aveva ormai deciso di destinare alle FMI il collegio.6
 
1 Cronistoria I 118. 2 Cf MB VII 652. 3 Cronistoria I 150. 4 Ivi 204. 5 Ivi 224-225. 6 Cf ivi I 236-240.Piero Cavaglià
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