INDOVINA CHI VIENE A CENA?

Storia moderna, ambientata nella San Francisco di oggi, che fruga con polso morbido ma deciso, e tuttavia sorridendo, gli imbarazzi psicologici provocati in due famiglie, l'una bianca, l'altra negra, dalla fulminea notizia che stanno per imparentarsi...

INDOVINA CHI VIENE A CENA?

da Quaderni Cannibali

del 24 novembre 2005

Regia: Stanley Kramer

Interpreti: Spencer Tracy, Sidney Poitier, Katharine Hepburn

Origine: Usa 1967

Durata: 108'

 

Una coppia di anziani coniugi bianchi, è sconvolta all’annuncio che la loro unica figlia sia innamorata di un uomo di colore. La madre dopo un primo smarrimento accetta la situazione, il padre invece affronta il giovane e gli dice che il matrimonio è impensabile. La figlia, ignara di tutto, ha invitato a cena i genitori del ragazzo. Quando questi giungono e si accorgono che si tratta di bianchi, rifiutano a loro volta di accettare il matrimonio. La cena non sembra iniziare sotto i migliori auspici, anche se le madri cominciano a comprendersi. Sarà infine il padre della sposa a riconoscere di essere stato miope e meschino e, dopo una lunga riflessione, acconsente alle nozze.

 

 

Hanno detto del film

Il cinema non aveva mai trattato lo spinoso problema dei matrimoni misti. Le difficoltà erano evidenti. Kramer ci provò, con molta cautela, affidandosi a due “testimoni” al di sopra di tutto: Katharine Hepburn e Spencer Tracy. Sono due genitori molto particolari. Matt e Christina Drayton rivedono la figlia di ritorno dalle Hawaii che, senza tanti preamboli, annuncia che sta per sposare un uomo di colore. Il padre della ragazza è proprietario di un giornale, la madre possiede una galleria d’arte, l’ambiente è una stupenda casa che guarda la baia di San Francisco. Il promesso sposo è un medico molto importante, con mille titoli accademici ed è... Sidney Poitier. Per un operaio di colore in una vicenda ambientata in Alabama doveva passare ancora qualche anno. I genitori naturalmente sono sconvolti, ma sono civili, umani e di vedute molto aperte. Meno facili sono i genitori di Poitier, diffidenti e quasi razzisti. Il problema fa emergere anche sensazioni lontane. Alla fine naturalmente tutto finisce bene; tutti si comportano alla perfezione. La storia dolcemente manierata, ma inedita nei film, rappresenta qualcosa di molto importante, anche se il filtro è quello della tradizione hollywoodiana del lieto fine.

                                                                                                           (www.mymovies.it)

 

(…) Storia moderna, ambientata nella San Francisco di oggi, che fruga con polso morbido ma deciso, e tuttavia sorridendo, gli imbarazzi psicologici provocati in due famiglie, l’una bianca, l’altra negra, dalla fulminea notizia che stanno per imparentarsi.(...) Sicché il sogno dei due giovani è sull’orlo del naufragio. Verranno a salvarlo le madri; quella di Joanna con dolce ma ferma certezza nel diritto alla felicità, quella di John con un accorato richiamo alle ragioni del cuore e dei sensi.

                                                           (Giovanni Grazzini, Corriere della Sera, 17/02/1968)

 

 

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