«Io giovane animatrice, vi spiego perché credo nel cambiamento»

Viaggio tra i ragazzi che cambiano... Eppure la faida di Secondigliano non è riuscita a piegare i gruppi giovanili che animano le quattro parrocchie e il rettorato dei padri Gesuiti. Dalla scuola di danza alla catechesi, dalle occasioni di lavoro alle missioni. Sullo sfondo, la Gmg... Inoltre: Elena, animatrice giovanile, racconta il suo affacciarsi da un mondo all'altro e lo scoprire che nei quartieri popolari non c'è solo degrado.

«Io giovane animatrice, vi spiego perché credo nel cambiamento»

da Attualità

del 01 febbraio 2005

 Scampia, quartiere alla periferia nord di Napoli. Con i suoi 80.000 abitanti, negli ultimi mesi è tornato alla ribalta della cronaca nera per i 136 omicidi di camorra che si sono consumati dal 2004 ad oggi (18 solo dall'inizio dell'anno). Le fazioni di due clan malavitosi si stanno infatti fronteggiando senza esclusione di colpi, per il controllo del mercato della droga. Ma accanto alla malavita a Scampia dilagano anche assenteismo scolastico, tossicodipendenze, disoccupazione. La reazione delle istituzioni si concretizza in una massiccia presenza delle forze dell'ordine per le vie del quartiere, con la ribellione di chi percepisce questo «presidio» come minaccia, in un circolo vizioso.

Ma Scampia non è solo questo. Andando in mezzo alla gente, si scopre l'altro volto del quartiere. Esiste un tessuto sociale alternativo, ottimista, che non si arrende ad una storia di degrado e che continua a lavorare per un futuro vivibile. Protagonisti sono i giovani, spesso aggregati attorno alle parrocchie che a Scampia sono quattro, più un rettorato dei padri Gesuiti. Dai ragazzi del gruppo giovani della parrocchia della Resurrezione insieme al loro vice parroco, dopo un'analisi dei fatti accaduti negli ultimi mesi, è nata l'idea di riunire alcune realtà associative. Scopo della convocazione: conoscere l'atteggiamento delle altre presenze giovanili e capire se, insieme, si può avviare un lavoro di osservazione e di riqualificazione del quartiere. Nella parrocchia S. Giuseppe Moscati, in un prefabbricato presso la vecchia sede della chiesa, un gruppo di giovani, animati da suor Edoarda, danno vita da tempo a varie attività. «Abbiamo aperto una scuola di danza e un laboratorio di manualità - racconta Francesca, animatrice -. Per questo ambiente a rischio diventa un riferimento prezioso e la presenza di operatori volontari o in servizio civile assicura una continuità di intervento che per molte famiglie rappresenta una sicurezza». Ai padri Servi della Carità è affidata la comuni tà S. Maria della Provvidenza, nel quartiere don Guanella dove si sta organizzando un gruppo per partecipare alla Gmg di Colonia. L'azione dei giovani si intreccia fra animazione missionaria, catechesi, impegno sociale e caritativo. All'appuntamento di agosto saranno parecchi i ragazzi di Scampia che si presenteranno, intanto preparano il concorso letterario «Seguendo la stella», promosso dal Servizio nazionale di Pastorale giovanile e dall'Associazione Amici di don Barra. In uno dei racconti è descritta la costruzione da parte del gruppo «Chi Rom e che non» di una capanna-scuola in uno dei quattro campi nomadi della zona. Intanto i bambini dei campi Rom parteciperanno domenica alla sfilata del corteo di carnevale, organizzata dall'associazione Gridas. Anche i muri a Scampia danno un segno di speranza. È il caso della parrocchia di S. Maria Maddalena che, in questi giorni, è in festa per il nuovo edificio dopo più di vent'anni di forzata «baraccopoli». Qui è presente un gruppo di giovani attivi nell'ambiente scolastico ed universitario e impegnati nel teatro e nell'animazione della liturgia.

Preziosi, poi, sono i Gesuiti del rettorato S. Maria della Speranza che hanno organizzato tre corsi di 'obbligo formativo' per l'avviamento al lavoro di ragazzi e ragazze fra i quindici e i diciotto anni. L'iniziativa intende dare vita a iniziative di lavoro autogestite. «È una risposta ancora molto timida - precisa padre Sergio Sala - alla grande piaga del territorio: la mancanza di occupazione e di una cultura del lavoro. I giovani sono pronti ed entusiasti per iniziare la nuova avventura, affidata anche alle possibilità offerte dagli enti locali».

Sul territorio, inoltre, è presente la «Scuola popolare» animata dal gruppo di giovani volontari «Non uno di meno» che, ispirandosi alla pedagogia di don Milani, con continuità e costanza opera per aiutare bambini e ragazzi nello studio. A dare un'ulteriore testimonianza della ricchezza di umanità e di generosità di Scampia è il gruppo di rovers e scolte dell'Agesci (Na 14) che, durante l'estate scorsa, si è impegnato in un campo profughi in Slovenia. «Troviamo altri giovani ed altri gruppi anche fuori dell'ambito ecclesiale - continua padre Sergio - anche se un grosso problema è la dispersione, la mancanza di una organizzata convergenza di obiettivi e di programmi. È sempre più urgente proporre un modello, come quello di don Bosco e don Guanella, che possa contrastare quello malavitoso, molto efficace nella fantasia dei più giovani».

 

 

«Io giovane animatrice, vi spiego perché credo nel cambiamento»

 

Esistono due modi di vivere Scampia: il 'Parco', composto da pochi condomini, recintati, con guardia al cancello, e il 'Lotto', enormi case popolari. Elena, animatrice giovanile, racconta il suo affacciarsi da un mondo all'altro e lo scoprire che nei quartieri popolari non c'è solo degrado.

 

«Forte di un'educazione tesa al rispetto per se stessi e per gli altri, pur vivendo da sempre nel quartiere Scampia, non avevo idea di cosa si celasse al di là della parrocchia. Per anni ho finto di non vedere, di non sentire. La 'Scampia' ke conoscevo io era la realtà del parco verde, con le panchine, i giochi per bambini, con il campetto di calcio e la pista di pattinaggio. Con gli amici che si riuniscono sotto il palazzo x trascorrere insieme quell'ora o due, dopo i compiti, le lezioni di piano o di danza, sotto lo sguardo vigile dei genitori, attenti ke gli amati pupilli non varchino la soglia ke divide il paradiso dall'inferno...

L'impatto con la realtà è brusco x ki si sveglia dopo un lungo sonno. Ti scuote, t'imbarazza, t'inibisce ...oppure ti dà quella forza ke non avresti mai creduto di possedere. Da 3 anni mi sono avvicinata, come volontaria, alla rettoria S. Maria della Speranza. La realtà di oggi è ben diversa da quella ke conoscevo. È fatta di ignoranza, negligenza, violenza, soprusi, storie tristi... È la voce dei bambini ke rifuggono dalle scuole, è la corsa dei tossicodipendenti alla ricerca della più vicina piazza di spaccio, è il volto di una rom ke ti kiede l'elemosina... Nient'altro? Certo ke no, Scampia è la tenacia di chi ancora crede ke qualkosa possa cambiare, è la fiducia di ki, il sabato pomeriggio, lo passa con questi bambini ripetendo loro ke c'è una via alternativa, è la forza degli animatori, è la costanza dei volontari.

Da 3 anni ci riuniamo coi bambini del quartiere. Abbiamo dato vita, sotto la direzione di p. Valletti, ad un tipo di katekesi alternativa che prevede la narrazione del vecchio e del nuovo Testamento, introducendo come metodo per richiamare l'attenzione dei bambini, quello della drammatizzazione o dell'attualizzazione, il tutto mixato con canti, balli, gioki e bans sulla scia del metodo scout» (Elena Gasparro).

Patrizio Righero

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