La vita del Papa, dalla sua giovinezza all'elezione a Pontefice: un viaggio struggente ed emozionante attraverso 40 anni di storia. «Polonia - anni ‚Äò30: il giovane Karol Wojtyla ha solo dieci anni quando comincia a vedere i suoi sogni infrangersi, l'uno dopo l'altro. Alla morte della madre e dell'amato fratello seguono la guerra...».
del 18 maggio 2005
 
La vita del Papa, dalla sua giovinezza all’elezione a Pontefice: un viaggio struggente ed emozionante attraverso 40 anni di storia.
 
Polonia - anni ‘30: il giovane Karol Wojtyla ha solo dieci anni quando comincia a vedere i suoi sogni infrangersi, l’uno dopo l’altro. Alla morte della madre e dell’amato fratello seguono la guerra e il doloroso esodo seminato di morte, con le prime notizie della persecuzione contro gli ebrei. Ha così inizio il lungo viaggio di Karol, un viaggio i cui incontri ed esperienze, da operaio a poeta ed insegnante, lo porteranno al sacerdozio, fino a diventare, nel 1978, l’uomo che tutti conosciamo, colui che ha segnato un’epoca e lasciato una traccia nella storia contemporanea.
 
Le immagini di questa vicenda appassionante sono accompagnate dalle straordinarie musiche del pluripremiato ENNIO MORRICONE.
 
Magistralmente interpretato da Piotr Adamczyk (nella parte di Karol Wojtyla) e da Raul Bova (La Finestra di Fronte, Alien Vs Predator, Ultimo), Ennio Fantastichini (Ferie d’Agosto, La Stazione, Borsellino), Violante Placido (Che ne Sarà di Noi? Ora o Mai Più, Ovunque Sei), Karol racconta la storia di chi, prima di essere Papa, è stato soprattutto un uomo.
 
 
Segnato dagli eventi della storia, ne ha cambiato il corso.
 DAL 25 MAGGIO IN DVD, VIDEOCASSETTA E IN EDIZIONE SPECIALE – 2 DISCHI
 
 Universal Pictures e Taodue Film sono orgogliose di annunciare l'uscita in DVD della fiction Taodue campione di ascolti, prodotta da Pietro Valsecchi, una produzione Taodue/ RTI dedicata alla figura di Giovanni Paolo II.
 
Per rendere omaggio al suo amato Predecessore, Sua Santità Benedetto XVI assisterà alla proiezione del film, organizzata dalla Prefettura della Casa Pontificia il 19 maggio, alle ore 17,30 nell’Aula Paolo VI. In tale occasione, al Santo Padre verrà donata la prima copia dell’edizione a tiratura limitata del DVD Edizione Speciale di Karol – Un Uomo diventato Papa.
 
In memoria di un uomo che ha speso tutta la sua vita ad aiutare i più bisognosi e a rendere manifeste le piaghe che affliggono la parte più povera dell’umanità, Universal Pictures Italia e TaodueFilm hanno deciso di dare un contributo attivo alla Caritas Italiana.
Donando una parte del ricavato delle vendite del DVD e della videocassetta alla Caritas, Universal Pictures e Taodue Film si prefiggono l’obiettivo di aiutare i bambini di strada del Ruanda, sostenendo un progetto di accoglienza e reinserimento dei bambini abbandonati e vittime delle guerre che li aiuti a ritrovare un tetto e una famiglia che li accolga e li faccia crescere in serenità.
“È un intervento che – spiega Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di Caritas Italiana – oltre a confermare la nostra decennale presenza accanto alla popolazione e alla chiesa ruandese, in alcune zone consente anche l’impiego di caschi bianchi, cioè giovani in servizio civile che diventano così promotori di pace e di riconciliazione nelle comunità locali”.
 
Genere: Drammatico
Durata: 180 min. ca.
Nazionalità: Italia
Regia: Giacomo Battiato
Anno di produzione: 2005
 
Il DVD è disponibile anche in un’Edizione Speciale - 2 Dischi:
 
Disco 1 – Il Film
 
Disco 2 – Oltre 2 ore di contenuti speciali:
·        Trailer
·        Galleria fotografica
·        Scene tagliate
·        Speciale di Canale 5 sul film
·        Dietro le quinte
·        Ennio Morricone in sala d’incisione
·        A casa di Ennio Morricone con il produttore e il regista
·        Intervista al produttore, Pietro Valsecchi
·        Intervista al protagonista, Piotr Adamczyk
·        Intervista al regista, Giacomo Battiato
·        Intervista all’autore del libro “Storia di Karol”, Gian Franco Svidercoschi 
·        Intervista agli interpreti, Raoul Bova e Violante Placido
·        Intervista al compositore, Ennio Morricone
·        Primo discorso di Karol Wojtyla dopo la sua elezione a Pontefice - 1978
 
 
 
 
KAROL
Storia di un uomo che è diventato Papa
 
PRIMA PARTE
 
Sinossi
 
Nel 1930 il giovane Karol Wojtyla, ha solo dieci anni e vive a Wadowice, un piccolo paese situato a settanta chilometri da Cracovia. Karol è legatissimo al padre, un ex Capitano dell’esercito, che porta il suo stesso nome. Il padre gli insegna l’amore per la Polonia, attraverso i racconti delle epiche cariche della cavalleria polacca e il culto devoto per la religione cattolica, che è simbolo dell’identità stessa del popolo polacco.
Karol fa anche il suggeritore nel piccolo teatro di Wadowice (il teatro compare nel suo destino) e vive in un clima di grande serenità. Ma delle grandi tragedie stanno per abbattersi, in sequenza, sui sogni del piccolo Karol. Muoiono prima la madre Emilia e poi l’adorato fratello Edmund, giovane e valente medico. Karol rimane solo con il padre, circondato dall’amicizia di una colta famiglia ebrea, la famiglia dell’avvocato Kluger, il cui figlio, Jurek è il migliore amico di Karol…
Nel 1939, Karol frequenta l’Università a Cracovia dove si è trasferito con il padre. E si occupa intensamente di teatro, scrivendo e recitando insieme a una coetanea di Wadowice, Hania, una ragazza sensibile, forte, appassionata.
Ma le bombe naziste, i carri armati, gli aerei in picchiata, giungono a Cracovia nel settembre 1939, in modo del tutto inaspettato e fulmineo. E’ il terrore e la distruzione. Karol, sotto le bombe, corre nel seminterrato dove abita, si carica il vecchio padre sulle spalle e, come tanti polacchi in quel momento, si dirige verso il nord del Paese, convinto che lì l’esercito polacco esista ancora e stia organizzando la resistenza all’invasione nazista. Un exodus doloroso, seminato di morte, con le prime notizie della persecuzione iniziata contro gli ebrei.  Con l’angoscia, per Karol, sul destino dei sui carissimi amici ebrei che rappresentano il ricordo gioioso dell’infanzia e dell’adolescenza.
Karol inizia, lungo questo viaggio, l’esperienza della sofferenza degli uomini, del male che gli esseri umani sono capaci di infliggere ai propri simili.
Arrivano, i sopravvissuti dell’esodo, al fiume San dove sperano di ritrovare, libera, quel che resta della loro patria e del loro esercito. Scoprono invece che anche l’esercito dell’Unione Sovietica ha invaso la Polonia dal nord… è in atto, quindi, una vera e propria spartizione della terra di Chopin. A Karol e a suo padre, sofferente e malato, non resta che tornarsene nella Cracovia bombardata e occupata e dove i collaborazionisti aiutano i nazisti a dare la caccia agli ebrei.
Nel castello di Wawel a Cracovia, si è insediato Hans Frank, colto e psicopatico governatore generale nazista della Polonia. La bandiera con la croce uncinata viene issata sul bastione di Sadomierz, simbolo della città.
Karol assiste al discorso violento, antislavo, di Frank quando, proditoriamente, fa riunire tutto il corpo docente nell’Università di Cracovia per poi arrestare in massa i professori e farli deportare.
Karol è legato da grandissima amicizia a un sacerdote, padre Tomasz Niemcewicz, un prete eroico e tormentato, un esempio di vita e di umanità, un uomo che lotta per salvare ebrei e perseguitati, che affronta e sfida la follia di Frank.
Intanto Hania, che è stata a Wadowice, porta a Karol la testimonianza di quello che ha visto: la persecuzione e la deportazione ad Auschwitz della famiglia Kluger insieme agli ebrei della loro città. E Karol vede con i propri occhi cosa sta accadendo nel ghetto di Cracovia.
Grande è lo stupore di Karol quando vede don Tomasz confessare i tedeschi cattolici e gli chiede come si possa dare l’assoluzione a gente che sta calpestando ogni diritto umano. Scoprirà sulla propria pelle la forza del lavoro spirituale dell’amico: proprio un ufficiale tedesco, il capitano Macke, che si confessa regolarmente da don Tomasz, lo salva quando un camion militare lo investe e lo lascia quasi senza vita sul ciglio della strada.
Intanto Karol, per salvarsi dalla deportazione a cui i giovani slavi erano destinati, trova lavoro in una cava, dove stringe amicizia con Nowak, un rude operaio dalle simpatie socialiste. Tra i due nasce subito un incontro/scontro, che porta ad una singolare amicizia tra due uomini così diversi tra loro.
Dopo il lavoro Karol, insieme ad Hania, si impegna nel teatro clandestino che vuole tenere viva la cultura polacca e nell’Unia, organizzazione patriottica universitaria, che si occupa di organizzare la resistenza.
Molti compagni e amici di Karol muoiono combattendo.
Karol è sempre più solo, soltanto Hania, l’amica di sempre, gli è vicino quando gli muore il padre: ora è davvero solo al mondo. I familiari non ci sono più, i suoi migliori amici, a parte Hania, sono scomparsi tra le tragiche pieghe guerra: cosa vuole dunque Dio da lui?
Durante una rocambolesca fuga, per sfuggire ad una retata delle SS, Karol conosce Jan Tyranowski, un sarto che si occupa, a causa della deportazione e uccisione di molti sacerdoti, di insegnare il vangelo ai giovani nella parrocchia della chiesa di San Stanislaw Kostka. Tyranowski è un mistico, comprende subito il dibattito interiore dell’animo di Karol, ed è lui a metterlo sulla strada della vocazione…
Karol dirà che la sua decisione di diventare sacerdote è maturata nella partecipazione del dolore… nel teatro orrendo di quegli anni… nel sacrificio di tanti uomini e tante donne della sua generazione… nella lettura di San Giovanni della Croce che il sarto gli aveva fatto conoscere…
Lo scopo del suo sacerdozio, dunque della sua vita, sarà quello di difendere la dignità e i diritti di ogni essere umano, chiunque e dovunque sia.
Mieczysalw, direttore del teatro clandestino, si altera, quando Karol comunica a tutta la compagnia che li lascerà per entrare nel seminario clandestino. Anche Hania,  segretamente innamorata di lui, si ribella… Ma la decisione di Karol è presa, il suo destino si compie.
I russi sono alle porte di Cracovia, quando il capitano Macke si rifiuta di obbedire all’ennesimo ordine barbaro e insensato di Frank. La conseguenza è la sua fucilazione per tradimento. Macke muore, accompagnato fino all’ultimo da don  Tomasz (“grazie per avermi aiutato a morire, padre. Ora sono salvo… Adesso posso vedere la Germania di quando ero bambino: le case bianche lungo il fiume”…).
Muore, l’ufficiale tedesco, contento di aver recuperato la propria umanità. E muore, per mano di Frank, don Tomasz. Muoiono, anch’essi fucilati per attività sovversive, due amici di Karol, muoiono di fronte al plotone d’esecuzione tenendosi per mano e urlando il loro amore per la loro patria.
I sovietici hanno liberato Cracovia e tutta la Polonia è in festa per la liberazione dal giogo nazista.
Ma è anche il momento del ricordo di chi non c’è più. E’ il 1 novembre 1946, il giorno dei defunti, forse la commemorazione più sentita dal popolo polacco; candele sono accese in ogni cimitero, in ogni casa. Karol in questo giorno viene ordinato sacerdote.
Karol ora è davanti alla tomba della madre… («Non potevi immaginare, mamma, che quel bambino sarebbe arrivato qui con la tonaca…  Quanti anni sono spariti senza di te. Quanti anni?… Ogni persona vive attraverso la propria esperienza ed è l’immagine riflessa della sua infanzia…»)
Sul treno che è appena partito dalla stazione di Cracovia diretto in Italia, Karol ha un’ultima visione ammonitrice: una bandiera rossa con la falce e martello sta salendo lentamente sul bastione di Sadiomerz…
In un ufficio del Ministero della Sicurezza Pubblica - l’ufficio del Quinto Dipartimento che dovrà lottare contro la Chiesa e la Religione-, si sta insediando Julian Rembek, due occhi profondi, intelligenti, pericolosi.
La storia non è affatto finita…    
 
 
SECONDA PARTE
Sinossi
 
Sono passati appena otto anni dalla sua prima messa e dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, e il trentenne Karol Wojtyla si trova di fronte all’ennesimo dramma della sua vita.
Il martirio della Polonia continua. Sovietici e governo polacco stanno imponendo lo stalinismo a durissimi costi di libertà, di soprusi, di violenze.
Il cardinale Stefan Wyszynski, Primate della Chiesa Cattolica polacca, non vuole riconoscere la totale subordinazione della Chiesa al potere comunista.
Wyszynski viene arrestato, il “Tygodnik Powszechny”, una delle più importanti pubblicazioni cattoliche della Polonia e rifugio letterario del Wojtyla poeta, viene chiuso. Altri sacerdoti e attivisti cattolici vengono arrestati, e alcuni di essi condannati a morte.
Karol, cercando di opporsi all’arresto del parroco di San Floriano, la chiesa in cui esercita il suo ministero, incontra Julian Rembek. Sarà il suo grande antagonista. L’uomo intuisce la pericolosità di quel prete. Quel «prete» diventa la sua ossessione. Rembek mette alle costole di Karol un suo uomo, Adam, studente di storia dell’arte all’Università di Lublino.
Adam fa amicizia con Karol e stringe una relazione sentimentale con Maria, una studentessa del corso di Karol Wojtyla.
Adam segue Karol come un’ombra, piazza microspie per controllare i discorsi di Karol…
Intanto Karol trova un suo modo per reagire all’ondata di repressione che sta colpendo la Chiesa Cattolica: cerca di far crescere una nuova leva di giovani studenti nel culto della libertà e del rispetto della dignità umana.
Karol viene trasferito a Lublino. Qui - nell’unica università cattolica tollerata dal regime, per motivi di facciata -  insegnerà Etica. La sua classe diventa il centro e il motore della sua azione: il laboratorio delle coscienze che anni dopo guideranno la Polonia a iniziare, prima fra tutte le nazioni del blocco sovietico, a ribellarsi e a sconfiggere il comunismo.
Karol, in questi anni, è il poeta-guerriero che instilla, con la prudenza e la forza che lo contraddistingueranno sempre, l’anima e la memoria della Polonia nei giovani smarriti nell’incubo comunista.
Con questi giovani, Karol qualche volta ricorda il suo amico ebreo Jurek, che crede morto in un campo di sterminio.
Karol, in abiti civili (è proibito, ai sacerdoti, uscire dalle loro sedi canoniche in compagnia dei giovani) organizza gite in montagna dove si può discutere di tutto, di politica e di amore…
E Maria si sta sempre più innamorando di Adam… Adam è confuso : la vuole ma sembra fingere al solo scopo di poter restare accanto al « prete »  e riportare le sue parole e le sue azioni a Julian Rembek…
Ma intanto, in seguito dei fallimenti dei piani economici del regime, come prima conseguenza della mancanza di libertà e di cibo, scoppia a Poznan una rivolta operaia. Nowak, l’amico e compagno operaio di Karol, è in prima linea con gli scioperanti. L’esercito fa fuoco provocando una carneficina.
Nowak, ferito, sopravvive. Diventerà assieme a Karol  un sostenitore della solidarietà.
Sotto le pressioni popolari, Rembek è costretto a liberare Wyszynski.
Il Primate polacco è considerato un eroe dalla sua gente, un sacerdote che è sempre stato sulle barricate contro i nazisti prima e ora i comunisti.
Ma Rembek controlla attentamente Wyszynski: a confessarlo mette una spia che riferisce a lui e alle autorità le impressioni, i pensieri del cardinale. Viene così a sapere che Wyszynski è convinto che Wojtyla non sia un uomo politico, ma semplicemente, uno studioso con tendenze mistiche e passione per l’insegnamento e la cultura. Quindi innoquo per il potere. 
Dunque i sospetti ossessivi di Rembek sono puro delirio ?
I suoi superiori autorizzano l’elezione di Karol Wojtyla a Arcivescovo di Cracovia.
Non era la candidatura auspicata da Wyszynski.
Adam e Maria continuano la loro storia d’amore, che sfocia nel matrimonio.
Nel giovane Adam cresce sempre di più l’ammirazione per Wojtyla. Questo provoca dei contrasti tra Adam e Rembek.
Adam comincia a mentire… Rembek si insospettisce. Lo fa spiare a sua volta. Minaccia di ucciderlo.
Rembek capisce che la sua situazione si sta facendo difficile : i suoi nemici all’interno del partito potrebbero approfittare del suo accanimento contro Wojtyla scambiandolo per una mania persecutoria contro un innocuo prete.
Quando l’Arcivescovo Wojtyla si presenta inaspettatamente nella sede del partito comunista di Cracovia, Rembek raggiunge con lui un accordo per la gestione di uno stabile nel centro storico della città. Ma Rembek sa che questa è solo tattica politica… perché Wojtyla ha varcato, primo e unico Arcivescovo polacco a farlo, la soglia della sede del partito comunista?  Quali sono veramente le sue intenzioni ?
Wojtyla stupisce Wyszynski quando celebra la Messa di Natale nel quartiere operaio di Nowa Huta. Gli operai hanno innalzato una grande croce di ferro per protestare contro il governo polacco, che voleva fare di Nova Huta il primo quartiere senza luoghi di culto della Polonia. Rembek manda l’esercito e la polizia, nel tentativo di far sgomberare la folla riunitasi nella piazza. Ma il tentativo fallisce miseramente… e quando Wojtyla, alza al cielo l’ostia consacrata, si inginocchiano perfino dei soldati… tra tutti anche Adam.
Rembek rimane sorpreso nel vedere Adam inginocchiarsi.
Il ragazzo ha sempre più contrasti con Maria, che considera il marito troppo cinico e senza ideali. “La Polonia – dice Maria – è sempre sopravvissuta a tutto grazie ai suoi ideali.”. La ragazza ha appena perso il suo posto di lavoro, come ritorsione da parte delle autorità comuniste per il suo impegno di catechista a Nowa Huta.
Maria vive il rapporto con Adam con molto tormento, anche se ne è innamorata sempre di più.
Wojtyla si reca a Roma per seguire i lavori del Concilio Vaticano II e qui, inaspettatamente, ritrova il suo amico Jurek che credeva morto e che è sopravvissuto eroicamente alla guerra e ora vive a Roma. Il loro incontro fa rivivere in un abbraccio il passato felice e lontano…
Comincia un decennio di grande fermento per la Polonia e per tutto l’est europeo.
La primavera di Praga, le rivolte operaie polacche, lo scricchiolio sinistro di tutto il sistema sovietico.
I ragazzi di Wojtyla ora sono cresciuti e sono più che mai pronti ad iniziare la rivoluzione di cui si parlerà nei secoli a venire: la rivoluzione contro il sistema comunista.
Adam comunica a Rembek la sua decisione di dimettersi dalla polizia segreta : la sua vita è ormai strettamente legata alle idee di Wojtyla e di Maria.
Siamo nel 1978, alla vigilia dell’elezione del nuovo pontefice.
Wyszynski e Wojtyla si recano insieme a Roma per il conclave, l’assemblea dei cardinali che ha il compito di eleggere il Successore di Pietro.
In una delle stanze ovattate adiacenti alla Cappella Sistina, l’Arcivescovo di Vienna, cardinale Koenig, si avvicina a Wyszynski e gli comunica che c’è la volontà, da parte dei cardinali, di eleggere un Papa polacco.
Wyszynski, per la prima volta con voce tremante, risponde a Koenig che lui non è disponibile, che la Polonia ha ancora bisogno di lui. Koenig, un po’ imbarazzato, dice che non è lui il prescelto ma l’Arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla.
La fumata bianca si alza al cielo dalla basilica vaticana.
Le radio e le televisioni diffondono l’immagine di Karol Wojtyla affacciarsi dal balcone di Piazza S.Pietro.
Per le strade di Cracovia la gente è ubriaca di gioia e sventola bandiere della Polonia. Gli “studenti” di Karol si guardano negli occhi: è giunto il momento di creare qualcosa di nuovo. Da lì a poco, nascerà il primo sindacato libero e indipendente: nascerà Solidarnosc.
I cardinali vanno ad omaggiare, in ginocchio, il nuovo Pontefice. Wyszynski, quando è il suo turno, fa per inginocchiarsi di fronte a Woytyla, ma Karol, prendendolo per le braccia, gli impedisce di piegarsi. I due si abbracciano con grande commozione. Nel loro abbraccio c’è la memoria di tutte le sofferenze della loro patria.
Rembek vede questa scena nel televisore posto di fronte alla scrivania del suo ufficio. Allora alza in aria un bicchiere pieno di liquore e con un sorriso amaro dice: “Avevo ragione… Prosit Wojtyla”.
Siamo alla conclusione, alla frase pronunciata da Giovanni Paolo II che passerà alla storia e darà il significato del suo pontificato: “non abbiate paura!”.
Appartato nella sala, Wyszynski, commosso, dice: “Mi compiaccio quindi delle infermità, degli oltraggi, delle necessità, delle persecuzioni, delle angustie… Perché quando sono debole, allora sono forte”… (S. Paolo- II Lettera ai Corinzi)
Passano, sullo schermo, i momenti salienti del Pontificato di Karol Wojtyla, le sue visite alle favelas, la caduta del muro di Berlino, il suo pianto davanti  al muro di Gerusalemme…
 
 
 
NOTE DI GIACOMO BATTIATO 
Ho ripetutamente rifiutato di realizzare questo film. Mi sembrava un’impresa rischiosa o forse anche impossibile. Per l’importanza umana e storica del personaggio. Per il rischio dell’agiografia –che detesto. Per la difficoltà intrinseca della trasposizione cinematografica di ogni biografia; una vita, infatti, non si può chiudere in un film, una vita sono tanti film. Bisogna dunque trovare il romanzo, dietro la biografia, bisogna essere fedeli e nello stesso tempo si è obbligati a essere anche infedeli. Bisogna cercare lo spirito e il significato profondo della vita che si racconta e mettere in scena non tanto i fatti documentari  ma lo spirito, le emozioni e i valori simbolici di quella vita.
 
La lettura di tutti i materiali sulla vita di Karol Wojtyla, delle sue opere, della storia della Polonia mi hanno convinto, con tutti i doverosi dubbi e paure. Ma ho lavorato – e sto lavorando- con grande passione.
 
Questo film è l’omaggio alla storia esemplare di un uomo esemplare.
Fatti e personaggi sono autentici ma trattati con la libertà propria della narrazione che trasforma la realtà in emozioni e simboli.
 
E’ la storia di un uomo, non di un Papa. E’ la storia di un brillante studente di filologia e filosofia, con il progetto di diventare attore e scrittore per il teatro. Questo giovane che nell’infanzia ha perduto madre e fratello, quando ha vent’anni, nel settembre 1939 è a Cracovia, dove recita e studia all’Università. E’ bello, atletico, sportivo. Ma nel settembre 1939 la storia del mondo cambia: i nazisti invadono la Polonia, comincia l’inferno dell’Europa.
 
Attraversare questo inferno, l’occupazione e la guerra, lo spettacolo del dolore, dei ghetti, delle rivolte soffocate nel sangue, del sacrificio degli innocenti, di tanti amici massacrati, lo portano a cercare, nel buio sordo del male e della violenza che attraversano il mondo, le profonde ragioni della speranza e della fede. Tre figure gli sono ‘mentori’: il padre da cui riceve una grande lezione patriottica, un sacerdote (don Tomasz) che rappresenta tutti quei sacerdoti che si sono opposti al nazismo e sono stati uccisi, e un sarto mistico (Jan Tyranowski) che lo guida alla lettura di San Giovanni della Croce e alla concezione della fede come luce, nel buio, come massimo atto di amore. Formante sarà l’esperienza di operaio in una cava. Formante sarà l’attività clandestina nella difesa della lingua e della cultura polacche che i nazisti vogliono annientare. E a poco più di vent’anni, Karol Wojtyla deciderà di cambiare progetto di vita, di cambiare vita, di diventare sacerdote anche, come dirà, ‘… in nome del sacrificio di tanti miei compagni e compagne.’
 
Questa decisione è certamente l’arrivo di un percorso di fede ma è anche il frutto della volontà ferma e fortissima di dedicare la propria vita alla difesa della dignità di ogni essere umano, alla sacralità della vita, di ogni vita a cominciare da quella dei più deboli… seguendo le parole di San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi: “Mi compiaccio delle infermità, degli oltraggi, delle necessità, delle persecuzioni, delle sofferenze… Perché quando sono debole, allora sono forte…”
 
 
Nella seconda parte del film, il sacerdote Wojtyla (che diventerà Vescovo, Arcivescovo e Cardinale nella ‘sua’ Cracovia) si confronterà con il potere comunista. Con una ideologia che parte dai principi di giustizia e uguaglianza e arriva a un mondo prigione. Per Karol Wojtyla, inizia una nuova battaglia per la libertà e per la dignità, una battaglia politica e ideale, una battaglia disarmata, la sua, e per questo ancora più efficace. Una battaglia, appunto, di idee e di principi: la libertà religiosa, la libertà della cultura, la libertà tout court come diritto assoluto dell’uomo. E la dignità del lavoro, del lavoro operaio in primis. E il rispetto. Rispetto per tutti gli esseri umani che è alla base del vivere civile. E l’amore. Questo valore unico che da’ il senso alla vita, che da’ forza al grido di Wojtyla quando sarà eletto Papa: “Non abbiate paura…”
 
Questi due capitoli della storia polacca di Karol Wojtyla, il racconto della sua formazione e delle sue battaglie, non soltanto spiegano le grandi azioni del suo pontificato, non soltanto comunicano un messaggio di rispetto e di amore per l’uomo profondissimi ma sono anche un appassionante romanzo.
 
 
 
NOTA DI PIETRO VALSECCHI 
 
Questo progetto, maturato da anni, voluto con caparbietà, prende finalmente il via nel migliore dei modi. Con sostegno e con passione miei e di tutti coloro che ci lavorano.
Quando ho comunicato a Giovanni Paolo II che avevo intenzione di fare un film sulla sua vita prima che diventasse Papa, mi ha guardato con uno sguardo penetrante che era nello stesso tempo ironico e severo come se mi volesse dire ‘Bravo… Ma non sbagliare ’… Poi ha abbracciato i miei figli.
 
E’ un progetto che realizzo con particolare orgoglio per il fortissimo messaggio che il film porta con sé.
 
Giacomo Battiato, che ritenevo l’unico autore in grado di guidare in porto questa impresa, dopo mille dubbi, ha deciso di entrare nel progetto. Da vero protagonista ha scritto ex novo la sceneggiatura che, finalmente, ha rIcevuto il benestare del Vaticano e del mondo Polacco.
 
Dopo tanti anni di professione, mi sono sentito come un ragazzino che si era buttato in una impresa molto più grande di lui. Ho avuto spesso paura e spesso ho temuto di non riuscire. Ma mai ho sentito una tale passione e un tale trasporto nel clima di serenità e di entusiasmo con cui questo film sta iniziando.
 
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