L'architrave della civiltà

Il documento su «Famiglia e procreazione umana»: Un testo che restituisce il profilo autentico della persona, cui la Chiesa sente il dovere di restare fedele ma che noi credenti non riusciamo forse a comunicare in modo efficace alla nostra società. ...Più ancora della confusione di idee, pure enorme, a far paura è la mancanza di conoscenza vera delle materie di cui si continua a parlare.

L'architrave della civiltà

da Teologo Borèl

del 08 giugno 2006

Con il documento su «Famiglia e procreazione umana», diffuso ieri dal competente Pontificio Consiglio, la Chiesa ci consegna uno studio attento, preciso nella prospettazione dei problemi e nella enunciazione dei rimedi, uno specchio completo del magistero papale, con lo sguardo già proteso sul futuro. Un testo che restituisce il profilo autentico della persona, cui la Chiesa sente il dovere di restare fedele ma che noi credenti non riusciamo forse a comunicare in modo efficace alla nostra società. Né il sistema mediatico pare in grado di cogliere come, accanto a ripetuti strappi, vi siano segnali di ripensamento sui grandi temi etici proprio in Paesi (come la Gran Bretagna, la Norvegia, la Svezia) che avevano scelto la massima libertà in fatto - ad esempio - di fecondazione assistita. Da noi invece, dopo la recente sortita del ministro Mussi in fatto di staminali embrionali, è partito un coro di lodi nel nome della falsa convinzione che con la legge 40 l'Italia si sarebbe posta fuori dall'Europa. Più ancora della confusione di idee, pure enorme, a far paura è la mancanza di conoscenza vera delle materie di cui si continua a parlare. Se questa vi fosse, scatterebbe forse una qualche reazione di ripulsa - ad esempio - di fronte a proposte di legge come quella depositata tempo fa da cinque deputati inglesi presso la Camera dei Comuni per consentire ai ricercatori la creazione di ibridi, fecondando ovociti umani con seme animale o viceversa, beninteso, 'a scopo di ricerca' e premettendo che 'non si può escludere a priori' un'eventualità di questo tipo, che 'bisogna discuterne'... Saper comunicare la visione dell'uomo cui è così felicemente ispirato il nuovo documento vaticano significa anzitutto riattivare la nostra capacità di reazione. Non è forse vero che in occasione dei referendum di un anno fa è basta ta un'opera tenace di comunicazione delle autentiche ragioni dell'uomo per far scattare qualcosa in così tante coscienze?

Nel succedersi a volte sconcertante di notizie sui fronti più caldi dell'etica quel che più preoccupa sono le motivazioni addotte per giustificare le continue fughe in avanti. Più che le proposte in sé, sono questi argomenti che dovrebbero farci orrore: si dice che alterando o stravolgendo il modello naturale di famiglia e di procreazione l'uomo 'è più libero', mentre in realtà non fa che distruggere se stesso e la propria dignità. Perché - ci si chiede oggi - deve affidarsi alla lotteria della natura quando ha la possibilità tecnica di disporre liberamente di sé?

La nostra generazione cristiana si deve rendere conto che è in gioco l'uomo come bene di Dio, nella sfida lanciata al Creatore per distruggere e umiliare il suo stesso bene più caro. Abbiamo una responsabilità senza precedenti, davanti all'umanità e davanti a Dio. Sin dai greci, infatti, la libertà non è quella di disporre di sé a piacimento ma di costruire se stessi aderendo al modello della persona umana, vale a dire l'architrave della nostra civiltà. L'azione che oggi s'impone a fronte di questa straordinaria sfida è anzitutto - mi verrebbe da dire - quella umile della preghiera del mattino: al bimbo che, appena alzato, sa mettersi a pregare si è insegnato il senso dell'adorazione e della riconoscenza, cioè del proprio limite. Dio diventa per lui fonte di un dono e non di un limite. Ognuno di noi si deve rendere conto che ha una missione da compiere, un'origine certa e una destinazione forte che lo determinano. «Prepàrati ragazzo - mi diceva mia madre - perché il Signore ha del bene da farti fare». Ricordiamolo: per mettere insieme ciascuno di noi c'è voluto il Creatore dell'universo, l'uomo ha una dignità tale che Cristo - dice Agostino - ha stimato grande cosa farsi suo figlio. Nel nome di questo vale la pena oggi più che mai far conoscere una parola chiara sulla famiglia e la procreazione umana, perché l'uomo sia il fine e mai il mezzo di nessuno.

Ersilio Tonini

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