La cronaca ci riporta notizie di stupri, omicidi particolarmente efferati, giovani che perdono la vita per effetto dell'alcool e della droga, tangentopoli non è finita. Io non so se questi reati sono più o meno numerosi di prima (prima quando?)...
del 19 febbraio 2009
La cronaca ci riporta notizie di stupri, omicidi particolarmente efferati, giovani che perdono la vita per effetto dell’alcool e della droga, tangentopoli non è finita. Io non so se questi reati sono più o meno numerosi di prima (prima quando?). E francamente non mi interessano più di tanto le statistiche: in questo caso davvero il problema è un altro. Ne parliamo qui perché, come ha scritto don Gabriele Mangiarotti: «… io ho sempre creduto che si possa dare ad uno strumento così “strano” (e affascinante) come Internet un volto umano.» E perché no, farne strumento per umanizzare la società.
In risposta alla cronaca, in radio, in televisione e sui giornali cosa si sente e si legge? “In arrivo il decreto contro gli stupri”, “l’importante in discoteca è che uno resti sobrio per riportare a casa gli altri”, “non si può privare la Magistratura dello strumento delle intercettazioni.”
 
Saranno provvedimenti inevitabili, ma sono tutti palliativi che non solo non vanno alla radice, ma non scalfiscono neppure la superficie dei drammatici fenomeni che segnano la società. Società in cui continua ad essere affermato il relativismo, come criterio fondante: non esiste la verità, tutte le opinioni sono valide e vanno rispettate, e quindi ciascuno deve essere libero: libero di pensare ciò che vuole, libero di fare ciò che pare e piace. Certamente qualcuno dirà che non è vero, che c’è un limite nell’ugual diritto degli altri. Ma è un limite labile e che si sposta continuamente: ricordiamo il partito dei pedofili, consentito in un Paese civilissimo e maestro di democrazia!
 
Viviamo in una società che considera normali assurdità come queste:
In Scozia, in una azienda socio – sanitaria il Personale, per evitare discriminazioni, è stato invitato a non usare più i termini papà e mamma, bensì “tutore”.
Un ricco catering nella sua villa seicentesca, quella dove nonni, genitori e poi i figli hanno studiato da avvocati, camerieri in guanti bianchi, i migliori vini friulani: Eluana attendeva ancora sepoltura, l’altra sera, quando nelle campagne fuori Udine l’avvocato Campeis – il legale udinese della famiglia Englaro – ha imbandito la sua tavola per i giornalisti.«So già che mi mancherete molto; con questa cena vi voglio ringraziare per la vicinanza e la collaborazione che ci avete dato…». C’erano quasi tutti i colleghi della carta stampata, accolti con raffinatezza nel lusso di Villa Campeis. C’era finalmente Daniele Renzulli, figura storica del socialismo friulano, dicono il protagonista occulto dell’intera vicenda, e anche lui come gli altri ha alzato il calice: impresa giunta a buon fine. Non sono stati invitati i giornalisti di Avvenire e SAT 2000.
Caroline Petrie è un’infermiera inglese di 45 anni di Weston-Super-Mare, nel Somerset, appartenente alla chiesa battista e al servizio dei malati da più di vent’anni. Come riporta il Daily Mail del 2 febbraio 2009, è stata sospesa dal servizio perché, durante le sue visite a domicilio, ha offerto il sostegno cristiano a May Phippen; in pratica ha chiesto all’anziana paziente di 79 anni di poter dire una preghiera per la sua salute, la quale ha poi dichiarato: «Mi ha solo chiesto se volessi che pregasse per me. Io le ho detto di no, e lei è andata via. Tutto qua. Era la prima volta che la vedevo. Era una brava signora, gentile e premurosa. Spero che non la licenzino per una cosa del genere.»
La Delegazione del Parlamento europeo all’Assemblea annuale dei diritti dell’uomo, dell’ONU, per la quarta volta ha proposto la definizione di aborto come “diritto umano fondamentale”. Ricordiamo tutti quando ci dicevano che occorreva consentirlo per offrire un rimedio a pochi casi estremi; ciò che fanno ora con l’eutanasia!
In Francia in alcune scuole è stato distribuito un libretto dal titolo «Que belle famille avec deux papa.»
Dicendo ciò che sto per dire si passa per conservatori, anzi per reazionari, contrari al progresso: si siamo contrari a questo progresso perché siamo a favore dell’uomo, dell’uomo che saranno i nostri figli e i nostri nipoti. Anche passando per reazionari, occorre gridarlo dai tetti, perché è la grande emergenza di oggi: ciò che occorre è l’educazione, l’educazione basata sulla ricerca della verità; che c’è, eccome se c’è: ogni persona, unica ed irripetibile, con un bagaglio di speranze profonde, aspirazioni e desideri, riceve il dono della vita, attraversa questo mondo per un periodo più o meno lungo, quindi muore. Il problema è dare un senso a questa verità. Tutto il resto è menzogna, distrazione, annebbiamento: tempo perso.
 
Qualche conseguenza: l’obiettivo non è che uno per sera resti sobrio, è che nessuno si sbronzi e si droghi. L’importante non è autorizzare tante intercettazioni, è riaffermare come necessari valori fondanti. Ma in base a che cosa si ripropone il senso del dovere, il senso civico, la condanna dello stupido bullismo, diffuso a tutte le età, la non discriminazione, ecc.?
 
Per noi cristiani tutto ciò si concreta come conseguenza dell’incontro misterioso ma reale con la Via, la Verità e la Vita che ci ha affiancato e affascinato nel nostro cammino, e ci accompagna con la Comunità che Lui ha istituito e che abita, come ci insegnano grandi Maestri. Noi lo proponiamo ad ognuno; comunque sia, ciascuno trovi un motivo altrettanto esaustivo e radicale, per tornare a sani principi di convivenza civile, perché ne va del futuro di tutti.
 
«Abbiamo ricevuto da altri la vita, che si sviluppa e matura con le verità e i valori che apprendiamo nel rapporto e nella comunione con gli altri. In tal senso, la famiglia fondata sul matrimonio indissolubile fra un uomo e una donna esprime questa dimensione relazionale, filiale e comunitaria, ed è l’ambito dove l’uomo può nascere con dignità, e crescere e svilupparsi in maniera integrale. … Questo lavoro educativo si vede però ostacolato da un ingannevole concetto di libertà, in cui il capriccio e gli impulsi soggettivi dell’individuo vengono esaltati al punto da lasciare ognuno rinchiuso nella prigione del proprio io. … A tal fine, più che le teorie, sono necessari la vicinanza e l’amore caratteristici della comunità familiare. È nel focolare domestico che s’impara a vivere veramente, a valorizzare la vita e la salute, la libertà e la pace, la giustizia e la verità, il lavoro, la concordia e il rispetto.» [Benedetto XVI: discorso in collegamento televisivo al termine della Santa Messa a conclusione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie a Città del Messico (18 gennaio 2009)]
 
Don Giussani, in uno dei suoi libri fondamentali, «Il rischio educativo» ci ha detto:
L’idea fondamentale di una educazione rivolta ai giovani è il fatto che attraverso di essi si ricostruisce una società; perciò il grande problema della società è innanzitutto educare i giovani (il contrario di quello che avviene adesso).
La prima preoccupazione di un’educazione vera e adeguata è quella di educare il cuore dell’uomo così come Dio l’ha fatto. La morale non è nient’altro che continuare l’atteggiamento in cui Dio crea l’uomo di fronte a tutte le cose e nel rapporto con esse, originalmente. Di tutto quello che si deve dire sull’educazione, a noi importano soltanto questi punti.
Seconda urgenza: il passato può essere proposto ai giovani solo se è presente dentro un vissuto presente che ne sottolinei la corrispondenza con le esigenze ultime del cuore. Vale a dire: dentro un vissuto presente che ne dia le ragioni di sé. Solo questo vissuto può proporre ed ha il diritto e il dovere di proporre la tradizione, il passato.
 
Sappiamo tutti che c’è il male nel mondo, e che la società dovrà continuare a perseguirlo per salvaguardarsi, ma soprattutto occorre che moralità, onestà, solidarietà tornino ad essere concetti sinceramente “onorati” per essere veramente uomini.
 
Giorgio Salina
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