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L'evangelizzazione è inattuabile senza l'entusiasmo

I saluti rivolti al Pontefice dal vescovo incaricato della pastorale giovanile e da una ragazza. All'inizio dell'incontro di Benedetto XVI con i giovani svoltosi sabato pomeriggio 21 marzo, nello stadio dos Coqueiros di Luanda, monsignor Almeida Kanda, vescovo di Ndalatando, incaricato della pastorale giovanile della Conferenza episcopale nazionale, ha rivolto un saluto che pubblichiamo in una nostra traduzione dal portoghese.


L’evangelizzazione è inattuabile senza l’entusiasmo

da Teologo Borèl

del 24 marzo 2009

Santità,

mi spetta il graditissimo dovere di salutarla a nome di tutti i giovani presenti e di quanti essi rappresentano.

La sua presenza fra noi rappresenta una gioia e un onore per tutti i giovani. Essi riconoscono quanto sia grande e premurosa l’attenzione con cui Sua Santità accompagna la vita e il lavoro apostolico dei giovani, dato che non c’è un momento - per così dire - del suo magistero in cui i giovani non siano presenti:  basti pensare all’ultima Giornata mondiale della gioventù a Sydney, ai momenti come questo e a tutte le visite che Sua Santità effettua nei diversi Paesi del mondo. Realmente i giovani Le debbono molto.

Voglia, Santità, accettare la testimonianza del nostro profondo rispetto e il saluto che a nome dei giovani di Angola e São Tomé le rivolgo in un momento di un tanto nobile significato.

In quest’ora in cui così forte è il desiderio dell’incontro con il Papa, i giovani angolani e di São Tomé vogliono manifestare tutta la loro gratitudine e ribadire il loro proposito di evangelizzare il mondo giovanile, così come hanno fatto tanti giovani nel corso dei secoli.

I giovani vogliono dire a Sua Santità di essere disposti a far proprie le sfide dell’ultima Giornata mondiale della gioventù, coraggiosi e audaci nello stile di vita di Gesù Cristo e nella proclamazione del suo Vangelo. Vogliono percorrere questo cammino e imparare da san Paolo l’ardore missionario:  “Guai a me se non predicassi il Vangelo!” (1 Corinzi, 9, 16) e ripartire con rinnovato slancio e una grande fiducia in Colui che ci chiama e ci invia.

I giovani, inoltre, vogliono affermare di essere sensibili alla tensione fra il bene e il male presente nel mondo, in particolare nella nostra società angolana. Nel loro intimo, soffrono nell’assistere al trionfo della menzogna, della corruzione, dell’ingiustizia, della droga, della prostituzione giovanile e dell’aborto. Soffrono perché si sentono incapaci di far trionfare la verità, l’onestà, la giustizia sociale, la purezza e il rispetto per la vita.

Tuttavia, al di là di queste tensioni, i giovani possiedono un’attitudine quasi connaturale all’evangelizzazione. Come è noto, l’evangelizzazione è inattuabile senza l’entusiasmo giovanile, senza la giovinezza del cuore, senza un insieme di qualità di cui la gioventù è prodiga:  gioia, speranza, trasparenza, sincerità, audacia, creatività. Sì, la loro sensibilità e generosità spontanea, il loro tendere a tutto ciò che è bello fanno di ogni giovane dell’Angola e di São Tomé un alleato naturale di Cristo. Tutti sono consapevoli che soltanto in Cristo troveranno una risposta ai propri problemi e inquietudini.

Infine, i giovani vogliono affermare di avere il cuore aperto al messaggio che Sua Santità trasmetterà loro. Attendono da lei una parola d’orientamento che li confermi nella loro vocazione e li incoraggi nella loro missione, in quest’ora di ricostruzione nazionale.

Rinnovo a Sua Santità il mio saluto rispettoso che accompagna la testimonianza di gratitudine e di apprezzamento per l’eccelso onore della prova d’affetto e di considerazione che questo incontro rappresenta per tutti i giovani dell’Angola e di São Tomé. A nome loro accolgo e do il benvenuto a Sua Santità augurandole che si senta a suo agio tra di noi.

Molte grazie, Santo Padre! “Bem haja!”.

 

 

Dopo il saluto del presule è stata una ragazza a rivolgersi a Benedetto XVI con un messaggio a nome dei giovani dell’Angola. Questa la nostra traduzione italiana delle sue parole.

 

Benedetto colui che viene nel nome del Signore e che ci visita come un sole nascente, colmando di giubilo i nostri cuori!

Esultammo di gioia quando ci fu comunicata la venuta di Sua Santità nel nostro Paese, nel contesto della sua prima visita in Africa, a distanza di diciassette anni da quella effettuata dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, nel giugno 1992.

Santo Padre, ci sentiamo onorati per la sua presenza in mezzo a noi nella qualità di Buon Pastore, colui che conosce le sue pecore e dà la vita per loro (Giovanni, 10, 11). È con fede che la accogliamo! È con speranza che la riceviamo!

Santo Padre, la sua visita va letta nella logica della missione che Gesù le ha affidato, quando disse: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Matteo, 16, 18).

Nostro padre buono, noi giovani angolani, in quanto forza operativa della Chiesa e dell’Angola, risorta dalle macerie della guerra con le sue conseguenze e con le sfide che caratterizzano la pace nascente, siamo disposti a contribuire con la nostra energia, intelligenza e sapienza divina per la crescita armoniosa della Chiesa e del Paese e per mettere in pratica nella nostra vita la fede e i sacramenti. Tuttavia, Santità, siamo consapevoli che il percorso non è facile, perché incontriamo molte difficoltà, soprattutto causate da manifestazioni che vanno in direzione contraria ai valori evangelici, quali la disoccupazione, la sottoccupazione, la corruzione, l’alcolismo, la droga, la prostituzione, l’Hiv-Aids, l’aborto, la disonestà.

Santo Padre, le chiediamo: ci illumini, ci aiuti, ci consigli, ci orienti con la sua sapienza affinché riusciamo a superare queste difficoltà. Questa visita, Santo Padre, ci lascia assolutamente estasiati! Non riusciamo a trovare un’espressione di gratitudine che risulti adeguata! Per questo, con Maria ci limitiamo a esclamare:  il Signore ha fatto in noi meraviglie, santo è il suo nome!

Rivolgiamo a Dio il nostro canto di lode per questo dono d’amore, la sua presenza qui in Angola, e a Lui affidiamo la sua missione. Conti su di noi! Conti sulle nostre preghiere!

Di lei, Santo Padre, ammiriamo la disponibilità, la semplicità, l’umiltà e la sapienza con cui dirige la Chiesa di Cristo.

Per questo motivo, dinanzi a cotanta virtù, noi giovani dell’Angola, da Cabínda al Cunene, diciamo: Santo Padre, grazie!

AA.VV.

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