E allora se siamo fatti per amare promuovere i diritti umani non significa altro che adempiere alla nostra vocazione di uomini. Se è vero che l'uomo per essere se stesso non può non amare, l'uomo non può non promuovere i diritti umani che non sono altro che un volto dell'amore.
del 30 marzo 2009
 
“L’importanza del Sistema Preventivo e dei Diritti Umani
nella Pastorale Giovanile”
 
E allora se siamo fatti per amare promuovere i diritti umani non significa altro che adempiere alla nostra vocazione di uomini.
Se è vero che l’uomo per essere se stesso non può non amare, l’uomo non può non promuovere i diritti umani che non sono altro che un volto dell’amore. 
Rinunciare a dire I CARE, fregarsene di come va il mondo, chiudersi nel recinto della propria vita significa rinunciare ad essere uomini. 
 
“Educhiamo con il cuore di Don Bosco, per lo sviluppo integrale della vita dei giovani, soprattutto i più poveri e svantaggiati, promuovendo i loro diritti”. Con queste parole il Rettor Maggiore dei Salesiani don Pascual Chávez, nella sua Strenna del 2008, ha lanciato un appello e una sfida a tutti coloro che sono impegnati nell’educazione dei giovani. Appello e nel contempo sfida perché l’intuizione di considerare la formazione ai e per i Diritti Umani come fattore imprescindibile per lo sviluppo è ormai assodata a livello mondiale, ma purtroppo non ancora pienamente operativa nelle coscienze degli educatori e delle istituzioni statali.
 
In occasione del Congresso Internazionale della Congregazione Salesiana sul tema “Sistema Preventivo e Diritti Umani”, nuovamente don Pascual Chávez ha richiamato fortemente l’attenzione sulla missione salesiana oggi e ha invitato tutti coloro che lavorano nell’ambito educativo, e soprattutto noi salesiani, a ripensare alla nostra azione educativa in questo momento di “emergenza”. Una missione salesiana, quella di oggi, che come sottolinea don Francesco Motto è “lo spendere la vita nell’attuazione del progetto salvifico di Dio in Cristo accolto e proposto da Don Bosco” ritornando ai giovani per essere missionari fra di loro, educandoli alla partecipazione e all’impegno individuale e sociale per lo sviluppo umano perché possano essere soggetti attivi di una cittadinanza mondiale responsabile.
 
La realtà di oggi ci presenta, infatti, un mondo in difficoltà, un mondo in cui la relazioni umane sono falsate dai preconcetti e dai pregiudizi, un mondo in cui i giovani crescono senza punti di riferimento e valori su cui fondare la propria vita. La cultura dominante fra i ragazzi è quella dell’io, del vivere “come voglio io”. Non ci si interroga sulla situazione degli altri, sul perché delle cose e sulle realtà “lontane da me”.
Per questo motivo è necessaria una proposta educativa più incisiva e attuale, più mirata al momento odierno e capace di rivedere il pensiero di Don Bosco, per rispondere in maniera adeguata alla grande sfida educativa di questi tempi. In questo senso le parole di don Fabio Attard, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, aprono la strada alla nuova via educativa salesiana: “La via dei Diritti Umani può essere riconosciuta come efficace per il rinnovamento del Sistema Preventivo perché essa aiuta a riconoscere l’uguaglianza e la necessità di promozione di tutti gli esseri umani”.
 
In un contesto salesiano come quello appena evidenziato, la Pastorale Giovanile del Triveneto si è sentita pienamente coinvolta nella sfida lanciata dal Rettor Maggiore di “valutare la qualità della proposta educativa pastorale, la capacità di far maturare nei giovani i valori universali di rispetto e di promozione della dignità della persona umana, di responsabilità personale e sociale per la giustizia e la solidarietà, di cittadinanza attiva; la capacità di comunicare il vangelo e di fare incontrare i giovani con Gesù, anche attraverso un’educazione che li liberi da ogni povertà ed emarginazione; la capacità di vivere in pienezza nelle comunità salesiane e nelle comunità educative pastorali i valori della promozione della dignità della persona, non solo insegnandoli ma anche testimoniandoli”, ed avviato una profonda riflessione per cercare di rispondere in modo adeguato alle attuali sfide educative.
 
È chiaro che alla luce di queste nuove linee strategiche di don Pascual Chávez e delle scelte profonde che ne derivano: “rinnovare la scelta di ripartire dagli ultimi in qualunque opera salesiana, educando alla responsabilità per i diritti umani in tutte le nostre attività e opere, e rinnovare la scelta di una educazione integrale, in cui educazione e evangelizzazione sono come le due facce di una stessa medaglia”, anche noi abbiamo dovuto riflettere su come impostare il lavoro pastorale di quest’anno e degli anni futuri per essere in linea con quanto affermato e voluto dal successore di Don Bosco.
 
Ma come tradurre queste parole così importanti e ricche di significo e contenuto, che don Pascual  Chávez ha rivolto a tutti noi, in concrete attività educative? Come farle diventare proposte di Pastorale Giovanile?
La pedagogia di Don Bosco, il suo sistema preventivo, sono il “tesoro” che abbiamo fra le mani per arrivare al cuore dei giovani, per formare coscienze che sappiamo impostare la propria vita sul rispetto della dignità umana e sentirsi parte di un tutto con i fratelli vicini e lontani.
In questo senso è fondamentale che le proposte presentate ai giovani siano proposte quotidiane, concrete, volte all’ottimismo e all’allegria, orientate all’amicizia con Gesù e ad un servizio responsabile.
 
Per questo motivo abbiamo pensato all’importanza e alla necessità di arrivare veramente e direttamente al cuore di ogni ragazzo e giovane che frequenta i nostri ambienti siano essi scuola, parrocchia o oratorio, e su questa linea abbiamo identificato proposte e momenti formativi che ci permettessero di realizzare quello che don Pascual ha chiesto a tutti, una formazione integrale ai giovani perché diventino “buoni cristiani e onesti cittadini”.
Finalità della Pastorale Giovanile è infatti portare i giovani ad avere una fede, a vivere secondo ciò che Gesù ha predicato, è insegnare ad essere veramente cattolici aperti a dimensioni di fraternità universali. Non possiamo permettere che i giovani assumano l’atteggiamento di coloro che dicono “a me non interessa, sono cose di altri”, perché viviamo la nostra condizione umana e la nostra fede inseriti nel mondo. Allo stesso tempo essere cittadini onesti oggi presuppone una valida educazione morale, una educazione che porti alla promozione dei valori fondamentali perché si promuova quell’umano che è la sostanza dei diritti umani e del vangelo: “il rispetto  e la promozione  della dignità di ogni persona e delle sue specifiche potenzialità, la ricerca della gioia della vita, della solidarietà nel bene, la responsabilità personale e sociale per la giustizia e la solidarietà, la cittadinanza attiva, la collaborazione nella costruzione di una città dal volto umano, la tensione verso il sogno di una giustizia e di una verità più grande di tutti e la testimonianza della carità, benignità, misericordia, perdono” (don Carlo Nanni).
 
Come punto di partenza è stato scelto, quindi, quello di intensificare e qualificare la formazione in ambito di diritti umani perché spesso i giovani ne sentono parlare in casa, in relazione a questioni di attualità, ma in realtà non ne conoscono il significato e il valore. Questa modalità di formazione è avvenuta attraverso delle vie già utilizzate dalla Pastorale Giovanile per educare i giovani, e quindi già conosciute dagli stessi, ma si è cercato di indirizzarle più specificatamente verso quello che era il nostro obiettivo: il rendere ogni ragazzo più consapevole di quelli che sono i suoi diritti e allo stesso tempo insegnandogli l’importanza della sua responsabilità personale di fronte ai diritti umani, e della sua partecipazione attiva nella società di cui fa parte.
In questo caso specifico facciamo riferimento ad alcuni strumenti formativi quali i sussidi di Avvento che ogni anno vengono offerti ai giovani della nostra Ispettoria. La scelta tematica dell’anno scorso è stata infatti quella di portare i giovani alla scoperta della “promozione dei diritti umani come promozione del pensiero di Dio sull’uomo”, l’uomo è fatto ad immagine di Dio e non rispettare i diritti umani significa non rispettare Dio stesso. Giorno per giorno abbiamo accompagnato i giovani alla scoperta di sette diritti (diritto alla vita, al nome, all’amore, all’uguaglianza, all’educazione, alla protezione e alla libertà) e li abbiamo spinti alla riflessione personale, “provocandoli” e dando loro gli strumenti per analizzare concretamente le loro azioni quotidiane.
Seconda importante proposta formativa è stata l’elaborazione di un sussidio per gli educatori dal titolo “Educare ai diritti umani con il cuore di Don Bosco”, questo sussidio è stato pensato proprio per offrire agli educatori/insegnanti uno strumento concreto da utilizzare nella formazione dei ragazzi, strumento che ambisce ad essere un supporto per tutti coloro che vogliono offrire ai giovani la possibilità di aprire la mente al mondo e allo stesso tempo la possibilità di crearsi una mentalità che li spinga ad un impegno concreto di responsabilità e azione all’interno della società, tenendo viva quella che è la nostra specificità salesiana. Proprio per questo motivo il sussidio offre sia schede tematiche sui diritti umani e su Don Bosco e percorsi didattici a tema, sia momenti di riflessione e preghiera per aiutare nel discernimento personale.
 
La logica interna a questi due interventi è stata quella di preparare strumenti di formazione che arrivassero direttamente ai ragazzi (quali il sussidio dell’Avvento) e strumenti di formazione per gli educatori (il sussidio “Educare ai diritti umani con il cuore di Don Bosco”), in questo modo la portata delle proposte di                                               Pastorale Giovanile riesce a coinvolgere formandi e formatori.
 
Il secondo importante ambito nel quale abbiamo pensato di essere presenti con l’educazione ai e per i diritti umani è stato quello delle attività concrete con i giovani. Sono stati pensati e realizzati a questo scopo interventi educativo-didattico nelle scuole e laboratori di mondialità in occasione di appuntamenti ispettoriali (meeting MGS, corsi animatori, Scuola di Mondialità, Festa dei Giovani). Anche nell’ambito delle attività si è lavorato su di un doppio livello di intervento con i giovani e per i giovani: in questo caso ci riferiamo ad attività più “istituzionali” i cui beneficiari sono comunque i giovani. Sono stati realizzati, infatti, progetti di educazione alla cittadinanza globale presentati ad enti pubblici.
 
Sicuramente la strada dell’educazione ai e per i diritti umani che abbiamo avviato in Ispettoria è ancora lunga perché si arrivi ad una diffusa cultura dei diritti umani fra i giovani, ma ogni piccolo passo che stiamo facendo porta senza dubbio in questa direzione ed è nostra volontà continuare ad essere “un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami” (Mt 13, 31-32)
 
 
 
 
 
 
Emma Colombatti
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