L'iter storico-spirituale di Madre Mazzarello

L'iter storico‚Äëspirituale di Maria Domenica Mazzarello si presenta breve (44 anni), privo di una vicenda storica appariscente, realizzato nel contesto caratteristico di un ambiente rurale, compiuto nell'oscur√≠tà di una vita semplice e nascosta. Un lavoro intenso e una profonda pietà cristiana caratterizzano il contesto familiare in cui la fanciulla si apre alla vita...

L'iter storico-spirituale di Madre Mazzarello

da Spiritualità Salesiana

del 14 maggio 2007

Tale iter può essere distinto in due periodi. 

 

Il primo periodo va dal 1837, anno della nascita, fino al 1860, anno che assume, nella vita della santa un significato del tutto particolare. La sua prima e grave malattia provoca in Maria una esperienza così profonda da produrre nella sua vita quella « crisi » che determinerà in lei un vero « cambiamento di rotta ».10

 

Il secondo periodo ha inizio dopo la malattia del 1860 e comprende il resto della sua vita fino al compimento della sua missione.

 

Ogni periodo può essere distinto in due tappe successive che sono segnate non solo da un fatto biografico importante, ma anche da un momento di maturazione nella sua vita spirituale. Possiamo così distinguerle:

 

Primo periodo: 1837‚Äë1860

 

1^ tappa: 1837 (nascita) ‚Äë 1850 (prima Comunione)

2^ tappa: ‚Äë 1850 ‚Äë 1860 (malattia)

 

Secondo periodo: 1860‚Äë1881

 

1^ tappa: 1860‚Äë1872 (fondazione dell'Istituto)

2^ tappa: 1872 ‚Äë 1881 (morte)

 

 

I primi passi nella fede (1837‚Äë1850)

 

Questa prima tappa dell'itinerario della Santa è vissuta nell'ambiente storico‑geografico dei «Mazzarelli di qua», frazione che appartiene al comune di Mornese, nell'alto Monferrato.

 

La bambina nasce in seno ad una famiglia di tipo patriarcale e rimane nell'ambiente dei «Mazzarelli» fino agli undici anni circa (1837‑1848).11 Forse alla fine del 1848 o agli inizi del 1849 il padre, Giuseppe Mazzarello, e la madre, Maddalena Calcagno, vanno ad abitare con i loro figli alla cascina detta « Valponasca », lontana circa tre quarti d'ora dal paese, dove si occuperanno della coltivazione dei vigneti, proprietà del marchese Doria. Vi rimarranno per un decennio.

 

Un lavoro intenso e una profonda pietà cristiana caratterizzano il contesto familiare in cui la fanciulla si apre alla vita. In esso forma la sua tempra morale costruita su di una natura decisa e schietta segnata da doti inconfondibili: indole ardente, profondo senso di realismo, mente limpida, affettività sana, temperamento riflessivo e insieme capace di profonda comunicativa.

 

Nella prima apertura della fanciulla alla realtà (natura, mondo umano, mondo della fede) assume rilievo di primo piano la mediazione del padre.13 Da lui la fanciulla impara il vero senso del lavoro che ella assumerà, connotandolo del suo pieno significato ascetico e pedagogico e che costituirà uno dei contenuti principali della sua spiritualità)

 

Dal padre attinge pure il vero senso di Dio che Maria Domenica esprimerà semplicemente in quel suo caratteristico « gusto per l'autentico » che contraddistingue la sua preghiera e la sua ascesi.

 

In quel momento dell'apertura di Maria Mazzarello al reale si colloca inoltre la figura di don Domenico Pestarino,15 mediazione anche questa fondamentale nella vita della Santa. Essa consiste in una vera educazione spirituale e assume il suo pieno significato nel contesto del « rinnovamento» promosso da don Pestarino nella parrocchia di Mornese. Tale direzione spirituale è caratterizzata dalla chiarezza dei principi e dal vigore degli orientamenti, dalla gradualità e dalla continuità,' parte dalla mortificazione esterna e mira a formare e coltivare atteggiamenti interiori. Tutto il cammino ascetico, infine, è sorretto ed orientato ad una vita sacramentale intensa.18

 

In questa prima tappa dei suo itinerario spirituale Maria Domenica fa i primi passi nel cammino della fede. Un esercizio di fede che possiamo dire « mediato » dall'educazione del padre e dalla direzione del confessore. Sarà più tardi, dopo la prima confessione generale e soprattutto dopo la prima Comunione sacramentale che potremo parlare di una fede più interiorizzata e perciò di una pietà più personale.

 

 

Una fede pi√π interiorizzata (1850‚Äë1860)

 

L'ambientazione storico‑geografico di questa tappa è quella della « Valponasca» (1848‑1858) e della «Casa Valgelata» in paese. Il periodo trascorso alla Valponasca appare come il più ricco della formazione spirituale di Maria Domenica che ritornerà al paese più matura perché temprata nel sacrificio e corroborata dalla grazia.

 

Possiamo dire che la «Valponasca» è per lei scuola di vita. A contatto con la natura, la ragazza apprende nella solitudine, nel silenzio, nel lavoro, i principali contenuti della fede, li elabora in modo personale, li assimila in profondità. Che così sia stato ce lo dimostrano i frutti che maturano nella sua vita in questo tempo.

 

Segni evidenti di questo movimento di interiorizzazione della fede sono la preghiera, che assume espressioni tipicamente personali, la capacità di congiungere preghiera e lavoro, l'intensità e la profondità del rapporto contemplazione/verginità, che ha la sua espressione più matura e significativa del voto di castità.

 

La sua preghiera si rivela veramente personale e non « imposta » dal confessore: è lui stesso che in qualche modo vuole moderare quello slancio quotidiano che porta la ragazza in ore insolite, attraverso cammini impervi, anche nel cuore dell'inverno, a partecipare all'Eucaristia del mattino. E’ caratteristica di questo periodo la preghiera vespertina che Maria Domenica fa accanto alla finestrella della sua camera, finestra che ancora oggi richiama l'occhio della contemplazione fisso ad un punto lontano: il tabernacolo della chiesa parrocchiale. Tipica ‑ e nota ai suoi compagni di lavoro ‑ la sua preghiera lungo la giornata, quando tra le viti si inginocchia e adora.

 

In questo clima spirituale si comprende come la contemplazione dell'immensità di Dio e della bellezza della Vergine Immacolata la portino a consacrarsi nell'intimo del suo spirito con voto di castità. Contemplazione e verginità sono infatti due realtà intimamente connesse come lo dimostra tutta la tradizione spirituale cristiana.

 

In questa tappa appare particolarmente significativa l'appartenenza di Maria Domenica alla « Pia Unione delle Figlie di S. Maria Immacolata », creata a Mornese da una ragazza, Angela Maccagno, promossa da don Pestarino, seguita e guidata nelle sue linee strutturali e nei contenuti spirituali dal noto teologo genovese, don Giuseppe Frassinetti.

 

Il gruppo è per lei espressione di una vasta apertura apostolica. All'interno di esso crea nuovi rapporti, si consacra a Dio in modo esplicito « nell'esercizio della carità », come dice la formula consacratoria delle Figlie dell'Immacolata.' Sarà precisamente questo « esercizio di carità » che la porterà al rischio della vita quando farà da infermiera presso i parenti colpiti da tifo durante l'epidemia che nel 1860 provò duramente la popolazione di Mornese.

 

L'itinerario spirituale di Maria Domenica negli anni 1850‑1860 ci rivela perciò una fede realmente interiorizzata che si esprime e matura in frutti di carità teologale.

 

 

Maturazione nella speranza (1860‚Äë1872)

 

Questa tappa è vissuta dalla Santa prima nell'ambiente storico‑topografico della frazione « Mazzarelli », dove ritorna per alcuni mesi ad assistere i parenti; successivamente nellà « Casa Valgelata », in paese (1860‑1867); in seguito nella « Casa Immacolata », accanto alla parrocchia, dove ebbe inizio la vita in comune delle future Figlie di Maria Ausiliatrice, e finalmente al « Collegio di Mornese », sede della fondazione dell' Istituto.

 

La malattia stronca le forze della giovane Mazzarello e diventa per lei l'occasione di fare, in profondità, l'esperienza della sua fragilità fisica, psichica, spirituale. In fondo a questa esperienza, la creatura trova la forza di una ripresa solo nell'abbandono fiducioso in Dio, intuito e conosciuto in una luce nuova. Questa forza e questa luce non sono altro che la virtù della speranza che, infusa nel Battesimo insieme alla fede e alla carità, acquista maggior vigore e luminosità nel momento purificatore della prova. La preghiera pronunciata dalla Mazzarello durante la sua convalescenza è rivelatrice del suo stato d'animo e di un duplice movimento interiore: conoscenza profonda della propria creaturalità e speranza incrollabile in Dio, percepito come origine e termine della propria esistenza.

 

«Signore, se nella vostra bontà volete concedermi ancora alcuni anni di vita, fate che io li trascorra ignorata da tutti e fuorché da Voi da tutti dimenticata».

 

A questa fondamentale presa di coscienza seguono due momenti distinti nella vita della santa, tutti e due particolarmente sorretti da uno slancio di speranza che ormai non trova pi√π le sue sorgenti in ragioni umane, ma nel mistero stesso della Provvidenza che per lei incomincia a diventare storia.

 

Nei primi quattro anni successivi alla malattia si colloca la sua fondamentale intuizione educativa, che si rivela concomitante e conseguente al suo interiore cambiamento di rotta.

 

Le origini del suo apostolato sono intimamente connesse con la sofferenza, con quel tipo di sofferenza che si chiama incomprensione e solitudine e che, vissuta in un silenzio libero da ribellioni e colmo di fiducia, prepara la genesi di una missione ecclesiale autentica.

 

A corroborare questa fiducia interiore e ad aprire nuovi orizzonti ancora più vasti, appare nel 1864 la figura del sacerdote torinese don Giovanni Bosco. Egli intravede, con intuizione perspicace e quasi profetica, i doni di natura e di grazia di quella giovane che, con altre della « Pia Unione » gli viene presentata da don Pestarino. Maria Domenica intuisce la santità di don Bosco, ne sente il fascino e più tardi aderisce al suo progetto di fondazione dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che egli volle « monumento vivente » di riconoscenza alla Madre di Dio.

 

 

Pienezza di carità (1872‑1881)

 

Il contesto storico‑ambientale in cui si realizza quest'ultima tappa della vita della Santa è il « Collegio » di Mornese, sede della prima comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1872‑1879) e l'Istituto « Nostra Signora delle Grazie » in Nizza Monferrato, seconda casa‑madre della Congregazione, dove la Santa trascorse gli ultimi anni della sua vita (1879‑1881).

 

E’ in questa tappa che maggiormente si delinea e si attua la specifica missione di confondatrice che la Santa è chiamata a realizzare nella Chiesa, a vantaggio delle giovani.

 

Questa missione trova il suo fondamento più profondo nell'essere stesso di Madre, che la Mazzarello incarna e vive in pienezza nei riguardi della nuova Famiglia religiosa. Possiamo dire che « l'essere di Madre » ‑ e perciò stesso di educatrice della comunità primigenia ‑ costituisce, oltre che il fondamento ontologico, l'argomento storico e spirituale del suo titolo giuridico di « VERA CONFUNDATRIX ».

 

Dall'assunzione fino alla consumazione della sua missione, la Mazzarello esplica la sua maternità spirituale in diversi modi: formazione diretta e continua delle suore attraverso la parola orale, la parola scritta, i numerosi viaggi motivati dalle fondazioni o dalle visite alle case, ma soprattutto attraverso la donazione della sua vita, consumata nell'esercizio di una carità paziente, benigna, universale.

 

La formazione delle suore, attraverso la propria vita rimane per lei mezzo di educazione privilegiato: « Sono contenta ‑ scrive ‑ che codeste suore siano buone e lavorino; sta a noi farle crescere sempre nella virtù, prima con l'esempio, perché le cose insegnate con l'esempio restano molto più impresse nel cuore e fanno assai più del bene, e poi con le parole ».

 

A questa sua missione spirituale di madre e di educatrice delle prime suore Dio preparò suor Maria Domenica e la sorresse mediante un particolare aiuto, indicato nei Processi di canonizzazione quasi dono specifico della Santa: il discernimento degli spiriti.

 

Tale dono conferisce una caratteristica peculiare alla sua figura: la sapienza e si concretizza nelle note più spiccate della sua spiritualità: l'umiltà e la carità.

 

In questa tappa conclusiva dell'itinerario spirituale di Santa Maria Domenica Mazzarello si osserva come la crescita umana e teologale arrivino a pienezza di maturazione. Fede, speranza, carità stanno alla base di questa vita che, unificandosi attorno ad un unico centro, Dio, arrivò alla semplicità dello spirito ed espandendosi, realizzò una vasta missione, quella di Madre e di Confondatrice di una nuova Famiglia religiosa, per il bene di tutta la Chiesa.

Maria Esther Posada

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