L'Ungheria salesiana da Giovani per i Giovani

Suor Italia De Feletti, pioniera delle missioni Fma in Madagascar e in Ungheria, ci parla della realtà magiara. Chi l'ha incontrata, non può fare a meno di trattenere in cuore il suo sorriso luminoso...

L'Ungheria salesiana da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 01 luglio 2006

PRESENTATI BREVEMENTE…

 

Posso dire, con verità, che sono una felice FMA.

La mia vocazione salesiana ha le sue origini nel cuore di Dio, ma ha trovato terreno fertile per la sua crescita e la sua fioritura nell’oratorio di via Bonvesin Dalla Riva a Milano, e più tardi nella scuola dello stesso istituto.

Entrata in Congregazione mi sono messa a totale disposizione di Dio, che attraverso le superiore, manifesta la sua volontà. Ad un certo punto della mia vita, l’obbedienza mi ha chiamata a Conegliano, direttrice al Collegio Immacolata per un triennio, successivamente ispettrice per un sessennio. Il Signore mi ha chiesto diversi cambi di casa e di ruoli. Oltre alla fedeltà a Dio, mi anima sempre la passione per i giovani, la gioia dell’incontro con quelli che Dio ha legato alla mia vita. Ne ho conosciuti molti: a Milano, o meglio, in Lombardia, in Toscana, Piemonte, Veneto, Emilia, Madagascar, Slovenia, Croazia e… Ungheria. Una bella avventura la mia vita, ricca di emozioni e di esperienze mai da me programmate, ma che resteranno vive nel mio cuore. Come non ricordare l’apertura delle prime case in Madagascar o le visite clandestine in Ungheria al tempo del comunismo, quando le FMA vivevano sole, in povertà e trepidazione?!

Ringrazio Dio per la fiducia che mi ha donato. Anche voi che leggerete queste righe, ringraziatelo con me e per me.

 

 

COM’E’ INIZIATA LA VOSTRA PRESENZA IN UNGHERIA?

 

Bisogna distinguere due momenti: prima del regime comunista e dopo il regime comunista.

PRIMA: L’8 settembre 1937 si apre la prima casa a OLAD. Il parroco affida alle suore la scuola elementare, la scuola materna e l’oratorio. E’ un inizio promettente: ci sono vocazioni, si aprono case che fanno parte dell’Ispettoria Veneta Maria Regina con sede in Conegliano (al tempo, l’attuale Ispettoria veneta era divisa in due Ispettorie, una con sede a Conegliano, una, quella dei “Santi Angeli”, con sede a Padova. L’unificazione è avvenuta nel 2003?, come per le due ispettorie salesiane. Ndr)

Con l’avvento del comunismo, però, i sogni svaniscono. L’esodo delle suore e la trasformazione delle case secondo le esigenze del regime comunista annulla tutto il lavoro fatto negli anni di libertà religiosa. C’è grande tristezza e desolazione. Persecuzione e martirio non mancano neppure in Ungheria. Passano più di quarant’anni e, finalmente, ecco il DOPO.

Nel 1989-90 inizia una nuova  fase socio-politica-religiosa.  La Chiesa può gradualmente riorganizzarsi e gli Istituti religiosi riprendono vita.

Giovanni Paolo II nella prima visita ad limena dei Vescovi magiari aveva detto: “ Tra le forze vive su cui potete far speciale affidamento per la rinascita spirituale del paese ci sono i religiosi e le religiose.” E auspicava la loro rinascita.

Tra le Congregazioni che hanno risposto alle richieste della Chiesa ungherese ci siamo anche noi FMA con tre presenze:

1990- Si apre la prima casa dedicata a Maria Ausiliatrice. Opere in essa: casa di accoglienza dei giovani in ricerca vocazionale; oratorio; catechesi; scuola materna.

1992- si apre a Mogyorod la casa dedicata a Don Bosco, con le stesse opere.

1997- il Vescovo di Eger ci affida la direzione del collegio universitario Maria Ausiliatrice.

 

 

CHI E’ ANDATO INIZIALMENTE IN UNGHERIA?

 

Inizialmente è andato in Ungheria un cooperatore salesiano ungherese che durante il suo soggiorno in Italia aveva conosciuto don Bosco. Egli è riuscito a contagiare dello spirito salesiano tante persone, tanti giovani, alcuni dei quali, diventati salesiani, hanno fondato scuole, oratori, internati. In breve tempo si è formata l’ispettoria ungherese di SDB. Ai salesiani tutta la nostra riconoscenza per aver orientato e seguito alcune giovani divenute FMA.

 

 

DOVE SIETE ESATTAMENTE?

 

Noi siamo nella comunità di Mogyorod, paese in cui c’è una pista di Formula Uno.

Questo paese dista da Budapest circa 15 km. In comunità siamo attualmente in sette. Abbiamo la gioia di avere una professa, una giovane  che ha iniziato il periodo di orientamento vocazionale e siamo in attesa della novizia che in agosto, a Dio piacendo, diventerà FMA.

 

 

E TU COME SEI ARRIVATA QUA?

 

Mi trovavo a Bologna come direttrice di una vivace comunità, immersa in tanto lavoro apostolico. L’obbedienza è arrivata come un fulmine a ciel sereno.

La Madre Generale, forse pensando alla mia esperienza ungherese in tempo di regime comunista, mi chiama al telefono e mi dice: “Avrei bisogno di mandarti per qualche anno in Ungheria dove si aprirà una seconda casa.”

Era il 28 ottobre. Il 4 dicembre ho lasciato Bologna. Il 6 dicembre da Conegliano con un pulmino carico di persone e di cose carie, raggiungo Budapest. L’8 dicembre si tiene l’apertura della casa Don Bosco di Mogyorod, dove mi trovo ormai da 13 anni.

 

 

DI COSA VI OCCUPATE?

 

Ci occupiamo dell’oratori, della catechesi parrocchiale e della scuola materna. Abbiamo un bel gruppo di cooperatori salesiani che ci aiutano durante l’Estate Ragazzi e programmando, durante l’anno, tornei di ping-pong e di calcetto.

Alcune cooperatrici animano il “mama-tata club”, ossia un bel gruppo di giovani mamme che vengono ogni mercoledì mattina con i loro piccoli e seguono un programma formativo. Il gruppo è in aumento e ciò ci incoraggia.

Devo dire che l’inizio di quest’opera è stato davvero faticoso: era come costruire sul vuoto.   A poco a poco si è affermata la validità educativa dell’oratorio, specialmente con l’esperienza dell’ Estate Ragazzi e la presenza gioiosa dei volontari italiani.

A questi devo dire un grazie tutto particolare perché mi hanno aiutato a dare all’oratorio il vero volto salesiano, tanto che il vescovo rettore del seminario centrale di Budapest, venendo a conoscenza della nostra attività e del nostro spirito, ha reso obbligatorio per i seminaristi al 2 anno di teologia di trascorrere almeno una settimana da noi nel mese di luglio. Vengono un po’ timidamente ma poi lasciano il GREST con rincrescimento. Alcuni ritornano anche in seguito a respirare gioia e allegria.

 

QUAL E’ LA DIFFICOLTA’ MAGGIORE?

 

La difficoltà maggiore per me, per noi, è l’indifferenza delle famiglie, che si riversa sui figli. L’assenteismo. La ricerca dell’immediato piacevole, altrimenti se ne vanno.

 

 

QUAL E’ IL PROFILO DI UN RAGAZZO UNGHERESE MEDIO?

 

Un po’ timido, riservato, amante della cultura, impegnato nello studio, si scatena nello sport. Ama la musica e le tradizioni popolari. Penso sia positiva un po’ più di apertura per equilibrare l’innato orgoglio di essere ungheresi. E’ buono in se stesso, ma forse è troppo accentuato.

Ecco perché noi suore facciamo veri e proprio sacrifici per offrire ai giovani e anche agli adulti (insegnanti, cooperatori…) esperienze oltre i confini magiari: Festa dei Giovani, Confronto Europeo, pellegrinaggi nei luoghi salesiani con tappe ben programmate per favorire la conoscenza della realtà salesiana e di un’altra cultura, quella italiana, ricca di arte e spiritualità… Attraverso queste esperienze il gruppo animatori si è consolidato ed è nato il gruppo “Giovani per i Giovani”, sotto la protezione di S. G. Bosco e Giovanni Paolo II.

 

COME FESTEGGERETE DON BOSCO?

 

Dirò come festeggiamo solitamente, il prossimo anno si vedrà!

Allora, ecco: a Budapest, presso i Salesiani, tutta la Famiglia Salesiana ungherese è in festa. Solitamente c’è la presenza di un Superiore o di un Vescovo che celebra la S.Messa. Quest’anno è venuto Ms. SCHWARZ LUDWIG, vescovo salesiano venuto dall’ Austria. Segue un intrattenimento offerto dalle varie comunità. Si consegnano allegramente pietanzine e dolci saporiti offerti dai Salesiani. Qui a Mogyorod avviene la stessa cosa, solo un po’ più ridotta. C’è sempre l’Ispettore e qualche confratello salesiano. La messa si svolge in parrocchia, il resto in oratorio. Lo scorso anno è venuto il Vescovo della nostra diocesi, Vàc, ed è stato felicissimo. Don Bosco attira piccoli e grandi.

 

 

COSA VEDI QUANDO GUARDI NEGLI OCCHI DEI TUOI RAGAZZI?

 

Vedo il riflesso di Dio, Amore e Vita. Nei piccoli l’innocenza, lo stupore, la meraviglia, la gioia della scoperta che apre al sorriso. Negli adolescenti vedo l’irrequietezza di una vita che cresce e vuole libertà. Nei giovani tenerezza e incontenibile ardore giovanile bisognoso di interiorità…

 

 

COME VENGONO VISTI GLI ITALIANI CHE VENGONO LI  IN MISSIONE ESTIVA?

 

Sono attesi e accolti con simpatia. Questi nostri ragazzi non sono molto espansivi, ma gradiscono la loro presenza. Se qualche giovane italiano viene più volte, allora si alzano grida di giubilo. Il comportamento gioioso, la disponibilità e la capacità di amicizia hanno destato ammirazione e desiderio di imitazione. E’ guardando agli animatori italiani che si è formato il gruppo degli animatori ungheresi.

 

 

QUAL E’ LA RELIGIONE PIU’ DIFFUSA IN UNGHERIA?

 

La religione cattolica. Ci sono anche protestanti evangelici, ovvero i luterani e i calvinisti. Forte è la presenza degli ebrei. Da qualche anno c’è un grande pullulare di sette dette religiose. Molti sono i non credenti.

 

 

CI SONO MISSIONI SDB NEI PARAGGI? COLLABORATE CON LORO?

 

 

Non sono molto vicini, ma facilmente raggiungibili. Abbiamo cominciato a collaborare nella pastorale giovanile e nell’animazione dei Cooperatori salesiani. Continueremo cercando di migliorare e alimentando la speranza.

 

 

MA E’ PROPRIO VERO CHE L’UNGHERESE E’ UNA LINGUA DIFFICILE? OVVERO…LA LINGUA E’ DAVVERO UN OSTACOLO PER I MISSIONARI STRANIERI?

 

La lingua ungherese è difficile e se non la studi con impegno non te la cavi proprio! L’esperienza però dice che la lingua non ostacola la missione se trovi qualcuno a tradurre almeno l’essenziale. Chi viene  per rimanere in Ungheria, solitamente dedica i primi due anni allo studio serio. Questo facilita le relazioni interpersonali, la comprensione della realtà , uno è più accolto ed aiutato. Per me le cose sono andate discretamente, anche se non posseggo la lingua. Ringrazio Dio di questo, ma riconosco che  non potendo comunicare direttamente da sola a sola, tanto bene non l’ho potuto realizzare. Pazienza!

La presenza del missionario deve essere soprattutto espressione di Dio Amore.

Tempo fa ho chiesto ad un giovane: “Ma che senso ha la nostra presenza qui se non facciamo grandi cose e non possediamo bene la vostra lingua?”

Lui mi ha risposto: “ La vostra presenza qui dice che Dio esiste. Po c’è chi lo accetta e chi lo rifiuta. Voi andate avanti con coraggio! “. Poi, guardando un quadro appeso alla parete, ha aggiunto: “ Quel quadro afferma che qualcuno l’ha dipinto. Può piacere o no…ma bisogna ammettere l’esistenza di un pittore!”.

 

 

CI SONO GIOVANI SENSIBILI ALLA PROPOSTA VOCAZIONALE PER LA VITA CONSACRATA?

 

Si, ci sono, anche se sono pochi.. Alcuni Istituti religiosi stanno morendo, specie quelli votati alla vita contemplativa…è questione di vocazione!Ci sono giovani che confondono il cristiano vero con il consacrato. Questi vengono, si illuminano ma poi se ne vanno. Altri restano ben motivati e continuano felici.

 

 

CHE SOGNI COLTIVANO I GIOVANI UNGHERESI?

 

Sognano un futuro felice, anche se le prospettive qui sono piuttosto deludenti per l’attuale situazione socio-politico-religiosa ed economica. Sognano amore vero, denaro, un’occupazione che assicuri un buon stipendio che permetta di vivere e fare viaggi all’estero per contemplare arte e bellezza naturale. Sognano di tornare all’antica grandezza e, soprattutto, sognano una vita libera, ma urge illuminare sul valore della libertà e sul modo corretta di usarla.

 

 

SAPPIAMO CHE AVETE PARTECIPATO ALLA FESTA DEI GIOVANI: COM’E’ ANDATA L’ESPERIENZA?

 

I giovani scelti sono partiti su un pulmino e hanno viaggiato allegramente fino a Conegliano. L’esperienza è stata stupenda: superata la timidezza, si sono sentiti protagonisti e ben accolti. Sono stati inseriti in alcune attività, e avevano animato come attori l’intrattenimento finale. Hanno colto la collaborazione tra SDB e FMA, la gioia esplosiva e il silenzio devoto durante l’Eucarestia.

Hanno visto che i giovani per cui i consacrati salesiani danno la vita sono davvero tanti e si sono sentiti parte in un Movimento Giovanile Salesiano che sta timidamente nascendo anche in Ungheria. Sono certa che facessi la proposta di ritornare alla FdG, non basterebbe il pulmino con 9 posti, ce ne vorrebbe uno con almeno 30! Chissà il futuro cosa ci riserva! Fra questi giovani ci sono professionisti di danza popolare ungherese, c’è un bravissimo maestro di cetra…potremmo offrirvi uno spettacolino, visto che siamo nell’ Europa unita!

 

 

RAGAZZI DIFFICILI IN ORATORIO: ACCETTARE TUTTI O DARSI DELLE REGOLE PER SALVAGUARDARE LA PROPOSTA EDUCATIVA?

 

Penso che sia necessaria almeno la regola del rispetto dell’ambiente  e delle persone se non vogliamo trasformare l’oratorio in un qualsiasi ritrovo giovanile dove ne combinano di tutti i colori. Non si rifiuta nessuno, ma urge l’assistenza salesiana, l’attenzione a quei  giovani che, per particolari situazioni, sono facili ad offendere, a distruggere…

Noi stiamo vivendo una particolare esperienza positiva da una parte e una negativa dall’altra.

Il nostro oratorio settimanale sta cambiando fisionomia: già da qualche tempo, con la venuta di alcuni zingarelli, è cessata la presenza degli altri, e ciò ci preoccupa seriamente. Tuttavia un gruppo di adolescenti paragonabili a quelli incontrati inizialmente da Don Bosco, viene assiduamente più per giocare che per altro. Abbiamo dovuto fissare giorni e orari per assicurare l’assistenza. Con amore paziente e capacità di attesa siamo riuscite ad ottenere il rispetto dell’ambiente, delle cose e delle persone di cui parlavo sopra.

Qualcuno, prima di andare a casa, va in cappella, fa un segno di croce, dice un Padre Nostro, la suora conclude con un: Sia lodato e ringraziato…Maria Aiuto dei Cristiani…e se dimentica Don Bosco, c’è chi dice: “ E don Bosco?!”

Speriamo davvero che don Bosco conquisti il loro cuore e ci aiuti a portarli a Ges√π.

 

 

DI CHE COLORE E’ IL CIELO?

 

Il cielo è azzurro quando è azzurro, nuvoloso quando è nuvoloso. Nel cielo del cuore brilla sempre l’arcobaleno, perché da vari colloqui con autorità civili e religiose e con la gente, sappiamo che l’ Ungheria si costruisce sempre in forza della fede. Anche la storia di questo Paese lo insegna. Allora, oggi come ieri, è necessario costruire il credente e il cielo sarà più nuvoloso! GRAZIE!

Francesca Marcon (a cura di)

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