del 12 maggio 2005
L04 Al direttore generale don Giovanni Cagliero
 Mornese Casa di M. A., 29 dicembre 1875 
Viva Ges√π Bambino! E chi lo ama! ovunque esso trovasi.
Rev.do Signor Direttore Generale e mio buon Padre,1
1. Se fosse alquanto più vicino le augurerei buone feste, ma nel Mondo Nuovo!... quando giungeranno gli auguri il Natale sarà quasi dimenticato. Questo però non ci impedisce di farglieli egualmente e se fosse possibile ancor più fervidi. Oh! sì, voglia Gesù Bambino benedire i loro sacrifizi e le loro fatiche con tale benedizione, che queste ultime portino copiosi frutti; cosicché‚ al loro ingresso nel cielo (e ciò speriamo non sia che a tarda età) sieno accompagnati da migliaia d'anime da esso loro salvate. Non solamente in questi giorni di grazia, ma ogni dì noi facciamo voti al Signore pei nostri fratelli missionari ed in modo speciale pel pronto ritorno del nostro buon Padre.
2. Già ci pare un secolo di non averla né vista, né ricevuto sue lettere;2 ogni giorno noi la seguivamo nel suo viaggio sul mappamondo, e ce la figuravamo or qua or là sull'instabile elemento. Ora però crediamo che, coll'aiuto di Dio, sarà giunta felicemente in porto, ed aspettiamo ansiose una sua lunga, lunghissima lettera nella quale ci dia ragguagli del suo viaggio, del come si trovano costì, ecc. ecc. e quando vi andranno le figlie di Maria Ausiliatrice. Ci scriva anche se loro non parve strano il celebrare le feste Natalizie e l'incominciare l'anno d'estate! A me pare che non sieno così belle queste feste in tale stagione, sarà vero? Al veder la neve che copre le nostre campagne, il silenzio che regna per ogni dove, danno una più chiara idea del Dio Bambino giacente in una stalla, da tutti abbandonato, tremante pel freddo. Con tutto questo però se Iddio volesse che alcuna di noi andasse a celebrare la nascita di Gesù Bambino in quella lontana contrada che dicesi America, andremmo tutte volentieri.
3. Ora passo a darle notizie della Casa, alcune sono consolanti, altre tristi. Cominciamo dalle liete: la prima domenica dopo la festa dell'Immacolata,3  il Rev.do Sig. D. Rua4  degnossi venire fin qui e diede l' abito a quindici postulanti e queste sono: Beatrice di Pocapaglia (unica superstite),5  Maria, Luigia (d' Alessandria), Celestina Riva, Giustina di Mornese, Orlandi, Orsola, Lucia e Lucrezia di Caramagna, Vincenzina di S. Margherita, Giovanna Borgna, Mina, Luigia di Lu [Monferrato], Carmela d' Ovada, Domenica Roletti pure di Caramagna.6 Nel medesimo dì si fecero eziandio sei professioni e furono: suor Rosalia,7 suor Tamietti, suor Clara, suor Nasi, suor Luigia di Valenza e suor Giuseppina.8
4. Veniamo alle tristi: pochi giorni dopo le vestizioni, vennero le svestizioni: suor Angela Bacchialoni fu la prima, il giorno 14/12 se ne partiva con D. Rua per Torino.9 Martedì 21 corr. deponeva il S. abito e faceva ritorno alla propria casa suor Maria Arecco; suor Felice è ancora qui ma prima di terminare l'anno se ne andrà colla sorella10 e poi al Cottolengo11 se la vorranno accettare. Tutto questo però venne fatto tranquillamente e senza sconvolgimenti, le due prime se ne andarono pacificamente e la terza è disposta a far lo stesso. Ecco ciò che riguarda le svestizioni.
5. Siccome Gesù Bambino ci ama assai, oltre ai suaccennati confetti, ci diede ancora due suore ammalate gravemente: una è suor Teresa Laurantoni che da un mese trovasi a letto e va ogni dì peggiorando. Martedì 21 corr. le fu amministrato l'Olio Santo.
6. L'altra è suor Cassini12 la quale è pure aggravata assai, però di questa v'è ancora un po' di speranza, mentre la prima stiamo ogni giorno aspettando che Gesù e Maria se la vengano a prendere. Tutte due sono rassegnate alla volontà del Signore e muoiono volentieri. Hanno ragione di essere contente, e chi non lo sarebbe? preparate come esse lo sono, e per conseguenza certe del Paradiso, chi temerebbe di morire? La sola cosa che loro dà pena si è di non aver amato per tempo il Signore. Abbia la bontà di ricordarle nella S. Messa.
7. Pochi giorni or sono mi successe un miracolo; io ero divenuta sorda a segno tale che per quanto mi avvicinassi all'altare non poteva capir nulla delle prediche sul Bambino. Dolente assai di vedermi priva di questa consolazione, pregai il Sig. Direttore a volermi dare una benedizione. Appena l'ebbi ricevuta rimasi libera dell'incomodo e potei sentire tutte le prediche; voglia anch'ella ringraziare Ges√π Bambino per me.
8. Cominciai questa lettera prima delle feste del S. Natale, mancandomi il tempo per proseguirla la termino adesso che le feste son passate. Le assicuro che queste feste non avrebbero potuto riuscire più care. La prima Messa di mezzanotte fu cantata in musica e venne celebrata da D. Giuseppe Campi,13 cinque educande ebbero la bella sorte di fare la lor prima Comunione. Oh! quante cose abbiam dette in quella cara notte a Gesù Bambino, ed è inutile l'aggiungere che tutte abbiam chiesto le sue più elette benedizioni per la S. V. e pei nostri piccoli fratelli missionari.
9. Il giorno di S. Giovanni suor Felice depose il S. abito ed abbandonò la nostra Congregazione. Altre cose nuove non ve ne sono, se non che abbiamo due postulanti di Castelnuovo: una è la sorella del povero D. Cagliero,14 e l'altra è Clotilde Turco.
10. Dimenticai dirle che la malattia di suor Cassini è una febbre gastrica, pare che vada migliorando; quella di suor Teresa i medici non la sanno definire. Cominciò or sono due mesi ad uscirle sangue dal naso più volte al giorno, finché‚ rimase talmente prostrata di forze da rimanere, come è da un mese, nel suo letto qual corpo inanimato.
11. Eccetto queste due le altre stan tutte bene fisicamente, spiritualmente lo spero anche; in questi giorni Gesù Bambino accese il fuoco e nutro fiducia ch'Egli lo manterrà. Intanto ella si rammenti qualche volta che ha circa un centinaio di figlie in un certo paese detto Mornese, e che fra queste ve n'ha alcuna (specialmente quella che scrive) alquanto cattivella; ed allorquando l'obbedientissimo Gesù scende nelle sue mani, gli dica una di quelle parole che ottengono ogni cosa. Specialmente lo supplichi a non permettere mai che in questa casa lo si offenda neanche leggermente se fosse possibile.
12. Mentre io scrivo, V.S. sarà forse a letto giacché‚ qui son le dieci ant., le educande sentendo ciò ridono, e vogliono ch'io scriva qualche cosa per esse;15 prima le dirò che esse sono venticinque; buone oltre ogni credere, cioè vogliono esserlo, epperciò anch'esse si raccomandano alle sue preghiere, promettendole di non dimenticarla nelle loro. Preparino una casa ben grande per noi giacché‚ le educande vogliono farsi tanti missionari.
13. Ancora una notizia, sentendo sempre parlare della grande bontà del Sommo Pontefice gli abbiamo scritto per augurargli buone feste Natalizie.16
14. Abbia la bontà di inviarci presto i libri spagnoli acciò possiamo studiare ed essere preparate alla prima chiamata.17 Vorrei poterle inviare un po' di fresco che ne abbiamo abbondantemente; ma non potendo aspettiamo che ella ci invii dall'Angelo Custode molto calore, di quello che spande Gesù Bambino.
15. Ci scriva presto, venga tosto, non ci dimentichi mai nelle sue preghiere, gradisca i nostri rispettosi saluti e li partecipi a tutti i piccoli missionari e mi creda nel S. Cuore di Ges√π
 
Di V.S. Rev.da
Umil.ma figlia in Gesù e MariaSuor Maria1 Don Giovanni Cagliero era stato nominato da don Bosco nel 1874 primo direttore generale delle FMA, cioè responsabile a livello organizzativo e formativo del nuovo Istituto religioso. Di qui si spiega la confidenza e la familiarità con cui madre Mazzarello gli scrive.
2 Era partito l'11 novembre 1875 per l'Argentina, come guida della prima spedizione di missionari salesiani.
3 Era il 12 dicembre 1875.
4 Don Michele Rua, prefetto generale della Congregazione Salesiana, fu incaricato da don Bosco di sostituire temporaneamente don Cagliero come direttore generale delle FMA (cf Cronistoria II, pag. 141 e 153-154).
5 Secondo la consuetudine del tempo, si segnala il luogo di provenienza anziché‚ il cognome. Si trattava infatti di persone conosciute da don Cagliero. In questo caso ci si riferisce a suor Rocco Beatrice che viene chiamata 'superstite' perché altre sette ragazze erano giunte con lei a Mornese dallo stesso paese di Pocapaglia (Cuneo), il 17 agosto 1875. Purtroppo nessuna di loro aveva terminato il periodo della formazione iniziale, eccetto Beatrice.
6 L'elenco completo delle novizie che fecero vestizione è il seguente: Beatrice Rocco, Maria Maccagno, Luigia Bagliardi, Celestina Riva, Agostina Calcagno, Paolina Orlandi, Orsola Camisassa, Lucia Gallo, Lucrezia Becchio, Vincenzina Razzetti, Giovanna Borgna, Domenica Mina, Luigia Rubassa, Carmela Arata, Domenica Roletti.
7 Suor Rosalia Pestarino scrive questa lettera sotto dettatura della Madre. Sotto il suo nome si legge: 'peccatrice son io che scrivo'. Nipote di don Domenico Pestarino, fu educata dalla Madri Pie di Ovada fino all'età di 17 anni. Nel 1874 entrò a Mornese ed il 12 dicembre 1875 divenne FMA. Conseguita a Torino la «patente» di maestra, fu incaricata dell'insegnamento delle alunne esterne del collegio. In seguito, per le sue doti, fu scelta ad iniziare e a dirigere varie case delle FMA. Gli ultimi suoi anni li trascorse nella casa-madre con l'incarico di segretaria.
8 Le professe furono: suor Rosalia Pestarino, suor Anna Tamietti, suor Clara Preda, suor Caterina Nasi, suor Luigia Giordano, suor Giuseppina Pacotto.
9 Angela Bacchialoni aveva 63 anni quando giunse a Mornese il 21 aprile 1875. Era stata inviata da don Bosco su raccomandazione del fratello di lei, Carlo, professore di greco nel liceo salesiano di Valsalice (MB IX 428. 695; XI 26. 124). Angela, dal 1863 al 1874, aveva diretto a Torino un'istituzione scolastica. Poteva perciò essere utile alla scuola di Mornese l'esperienza educativa della signorina, tanto più che, nonostante l'età, desiderava essere FMA. Non sono chiari i motivi per cui lasciò l'Istituto dopo pochi mesi dalla vestizione (cf Cronistoria II, pag. 132-133, 143, 154).
10 Le sorelle Maria e Felicita Arecco erano cugine della maestra Angela Maccagno, allora superiora delle Pia Unione delle Figlie di Maria Immacolata di Mornese.
11 La Piccola Casa della Divina Provvidenza fondata da S. Giuseppe Benedetto Cottolengo a Torino nel 1832.
12 Antonia Cassini, che non aveva ancora 17 anni, era novizia.
13 Salesiano nativo di Mornese. Si era preparato al sacerdozio sotto la guida di don Domenico Pestarino e da pochi giorni era stato ordinato sacerdote. Celebrava, dunque, una delle sue prime Messe nella casa delle FMA.
14 Don Giuseppe Cagliero morì a Mornese il 4 settembre 1874, pochi mesi dopo il suo arrivo. La sorella suor Maria morirà pure giovanissima a Torino l'8 settembre 1880 dopo soli due anni di professione.
15 Si noti la semplicità con cui la Madre si esprime e la diretta partecipazione delle ragazze alla vita della comunità religiosa.
16 Secondo gli orientamenti e gli esempi di don Bosco, anche a Mornese il senso di appartenenza alla Chiesa e la fedeltà al Papa occupavano uno spazio notevole nell'esperienza educativa. Una lettera scritta da suore e ragazze al S. Padre, allora Pio IX, è perciò un semplice ma significativo gesto di comunione con il Vicario di Cristo, un'espressione quasi spontanea della pedagogia ecclesiale delle prime FMA.
17 Troveremo espresso in diverse lettere il vivissimo desiderio della Madre di recarsi personalmente nelle missioni d'America. Nel 1880 scriverà, non senza intima sofferenza, alle suore della Patagonia: 'Credo che non mi daranno mai un tale permesso' (L55,1).
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