"L'Eucaristia è l'alimento essenziale della mia vita, il respiro profondo della mia anima, il Sacramento che dà senso alla mia vita, a tutte le azioni della giornata". Campionessa di santità: suor Aiello "aveva scelto la via minima della santità", che è la "via del rinnegamento di sé, come partecipazione alla Croce".
del 21 settembre 2011
 
          Subito dopo il Congresso eucaristico nazionale di Ancona, la Chiesa che è in Italia gioisce per l'elevazione alla gloria degli altari di un'anima eminentemente eucaristica'. Con queste parole Benedetto XVI ha parlato della beatificazione, avvenuta il 14 settembre a Cosenza, di suor Elena Aiello, fondatrice delle Suore Minime della Passione.
          Il Papa, al termine dell'udienza generale del mercoledì (proprio il 14 settembre), ha definito la religiosa 'illustre figlia della terra di Calabria' e ha ricordato che suor Aiello soleva dire: 'L'Eucaristia è l'alimento essenziale della mia vita, il respiro profondo della mia anima, il Sacramento che dà senso alla mia vita, a tutte le azioni della giornata'.           Campionessa di santità. A presiedere il rito della beatificazione, nello stadio di Cosenza, è stato il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, che ha definito suor Aiello 'campionessa di santità'. Lo Stadio San Vito, ha detto, 'accoglie sempre i campioni dello sport, oggi, invece accoglie la beata Elena Aiello, campionessa di santità'. Questa beatificazione, ha poi aggiunto, rappresenta un 'evento storico' per la Calabria perché è la prima volta che si celebra in questa Regione un rito di beatificazione che riveste 'una grande rilevanza spirituale perché presenta ai fedeli calabresi una figura esemplare di santità', di 'carità cristiana' e anche 'culturale perché i giorni e le opere dell'Aiello edificarono la terra calabra con una testimonianza evangelica eroica'.
           Il cardinale, dopo aver ricordato il suo impegno per chi era sofferente, ha raccontato diversi aneddoti della vita della neobeata, da molti conosciuta e definita ''a monaca santa' non tanto per la 'sua mitezza - ha detto il card. Amato - ma per la sua carità senza confini'. In casa, un giorno, venne meno il pane e non c'erano soldi per comprarlo, ha ricordato il card. Amato: 'Senza scoraggiarsi, Madre Elena si mette a recitare l'Ufficio della Madonna. Ed ecco, alla seconda pagina del libro, spunta fuori un biglietto di cinquanta lire (allora erano tante). Riconoscente per il dono inaspettato, chiese al Signore di confermare con un segno la provenienza provvidenziale di quella banconota. La sera di quello stesso giorno, alla stessa pagina, la nostra beata trova un altro biglietto di cinquanta lire. Era la risposta alla sua grande fiducia nell'aiuto divino'.          Via minima della santità. Per il porporato, suor Aiello 'aveva scelto la via minima della santità', che è la 'via del rinnegamento di sé, come partecipazione alla Croce'. Le Suore Minime della Passione, da lei fondate, dovevano 'comprendere questo, perché - come diceva - erano 'spose di un Dio crocifisso'. Suor Aiello richiama all'impegno della santificazione, come san Francesco di Paola e altri testimoni valorosi del Vangelo vissuti nella vostra terra e che confermano che anche in Calabria è possibile vivere il Vangelo in modo eroico, è possibile, cioè, farsi santi. E la Calabria, la vostra splendida terra, ha bisogno della bellezza spirituale dei santi'. Il card. Amato ha poi sottolineato che suor Aiello 'ci ricorda che sono stati anche - e forse soprattutto - i santi a fare l'Italia unita' con la loro attività assistenziale ed educativa, creando istituzioni di protezione dei piccoli, degli orfani, degli emarginati. Madre Aiello 'agì non dilapidando beni e ricchezze altrui ma pagando di persona' confidando sempre nella 'divina provvidenza' fondando così istituti, scuole, case di accoglienza.          Costruttori di speranza. Salutando il card. Amato l'arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Salvatore Nunnari, si è detto 'non meravigliato delle tante persone che hanno partecipato al rito religioso': 'La Calabria non è come la manifestano o la descrivono. Questo è il nostro popolo. Quando un popolo è affascinato dalla vita di una donna santa, è un popolo che ha fiducia in se stesso e nei santi, che ci aiutano ad essere uomini di fiducia, costruttori di speranza, in questa nostra nobile terra di Calabria'. 'Cari sacerdoti - ha detto l'arcivescovo - vogliamo salvare la Calabria? Noi ci affidiamo a tutti i programmi ministeriali, nazionali, regionali, all'impegno dei nostri sindaci, della nostra Provincia, ma ricordiamoci, noi preti, se vogliamo salvare la Calabria, possiamo farcela con una vita santa'.          Madre attenta. La superiora della Congregazione delle Minime della Passione, suor Maria Pennisi, ha ribadito quanto suor Aiello si dedicasse 'totalmente al servizio dei piccoli e degli ultimi. Guidata da un amore squisitamente materno, fatto di umiltà, delicatezza e tenerezza'. Suor Aiello, ha spiegato al SIR don Enzo Gabrieli, postulatore della causa di beatificazione, rappresenta 'la donna calabrese per eccellenza, una donna coraggiosa che in giovane età, accettando il progetto che Dio le aveva proposto, ha messo tutta la sua vita a disposizione dei bambini orfani e bisognosi, sostenendo gli ultimi, gli anziani senza famiglia ed emarginati dei quartieri popolari'.
Raffaele Iaria
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