Il presbitero non ha voluto aderire alla “Chiesa indipendente” controllata dal regime di Pechino
La Cina è accusata di aver torturato un sacerdote che ha rifiutato di servire il regime. Si tratta di padre Joseph Liu, della diocesi di Mindong, arrestato dopo aver rifiutato di aderire alla cosiddetta Associazione Patriottica Cattolica Cinese.
Nonostante il nome, l’entità non ha niente di cattolico, è stata creata dal Partito Comunista Cinese per cercare di mantenere i cattolici sotto il suo controllo e neutralizzare l’influenza del Papa. Il Partito costringe i cattolici ad affiliarsi a questa “Chiesa indipendente” e perseguita i fedeli e i membri del clero che optano per rimanere leali alla vera Chiesa.
L’agenzia di notizie AsiaNewsha riferito che, secondo fonti che hanno chiesto di mantenere l’anonimato, padre Liu è stato vittima di ben 10 ore di tortura. Secondo l’agenzia, la persecuzione contro i religiosi cattolici non conosce fine.
La tortura di un sacerdote per il fatto di rimanere fedele alla Chiesa Apostolica Romana mette alla berlina i presunti cambiamenti del Partito Comunista Cinese in relazione alla Santa Sede. Il Vaticano tenta la via diplomatica per stabilire un rapporto formale con Pechino e offrire in questo modo più sicurezza ai cattolici cinesi, ma il regime comunista non sembra disposto a rispettare la sua parte dell’impegno.
Oltre all’arresto sommario e alla tortura contro padre Liu, la Chiesa in Cina soffre anche per il dramma della scomparsa del vescovo di Xinxiang, monsignor Joseph Zhang Weizhu. Secondo quando diffuso da AsiaNews, è stato arrestato a maggio insieme ad alcuni seminaristi e ad altri dieci sacerdoti. Sono stati poi tutti liberati tranne il vescovo, che non si sa dove si trovi.
Il regime comunista cinese ha abbattuto innumerevoli chiese nel Paese nella sua campagna per costringere i cattolici a rinunciare al legame con la Santa Sede.
tratto da aleteia.org
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