La famiglia oggi: eclissi di Dio ?

Il Pontificio consiglio per la famiglia: «Mai come ora l'istituzione naturale del matrimonio è vittima di attacchi tanto violenti». Riportiamo un approfondimento sule radici filosofiche dell'odio nei confronti della famiglia.

La famiglia oggi: eclissi di Dio ?

da Quaderni Cannibali

del 08 giugno 2006

Il Pontificio consiglio per la famiglia: «Mai come ora l'istituzione naturale del matrimonio è vittima di attacchi tanto violenti»

 

Ancora una dura critica. «È l'eclissi di Dio» alla radice della «profonda crisi attuale della verità» ad ispirare leggi che tendono a riconoscere «coppie insolite» formate «da omosessuali che rivendicano gli stessi diritti riservati a marito e moglie». In un documento intitolato «Famiglia e procreazione umana» il Pontificio Consiglio per la Famiglia diretto dal cardinale Lopez Truillo torna a scagliarsi sui pacs. «Mai come ora l'istituzione naturale del matrimonio e della famiglia è vittima di attacchi tanto violenti».

 

In un documento, presentato oggi, il dicastero vaticano analizza il tema «Famiglia e Procreazione umana», evidenziando che «da correnti radicali sono sorti nuovi modelli di famiglia». «Abbiamo visto - si legge nel testo - manifestarsi l'apologia della famiglia monoparentale, ricostituita, omosessuale, lesbica. Coppie formate da omosessuali rivendicano gli stessi diritti riservati al marito e alla moglie; reclamano perfino il diritto di adozione. Donne che vivono un'unione lesbica rivendicano diritti analoghi, esigendo leggi che diano loro accesso alla fecondazione eterologa o all'impianto embrionale». Inoltre, denuncia il Pontificio Consiglio per la Famiglia, «si sostiene che la facilità offerta dalla legge di formare queste coppie insolite deve andare di pari passo con la facilità di divorziare o ripudiare». Di fronte ai continui attacchi alla famiglia, il dicastero vaticano ribadisce che solo «l'amore tra uomo e donna è fondamento del matrimonio e questo della famiglia umana che trasmette la vita ai figli e li educa per la vita sociale. Uomo e donna sono i genitori chiamati alla paternità e maternità in un modo che supera tutti gli altri modi di trasmissione della vita nel mondo».

 

Nel documento il Vaticano torna anche ad attaccare l'aborto. «Banalizzare l'aborto trasfomerebbe il delitto in diritto» si legge nel testo. Secondo il dicastero vaticano, «oggi si pretende di banalizzare in qualche modo l'aborto con il pretesto che l'autorità non deve penalizzare questo delitto abominevole». «Essere su questa linea - denuncia il documento - significa ridurre o negare che il delitto, per il fatto stesso di esserlo, richiede una pena. Non è concepibile che un delitto resti impunito». «Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo - rileva ancora il testo citando la Evangelium Vitae di Papa Wojtyla - potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perchè contrario alla Legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa e proclamata dalla Chiesa».

 

Successivamente nel documento si tratta il tema della procreazione assistita in cui si denuncia il rischio di «manipolazione genetica» sia per quanto riguarda «l'uso degli embrioni» sia per quanto riguarda «l'intervento attraverso l'inseminazione artificiale o la fecondazione in vitro nel processo di fecondazione».

 

(fonte: corriere.it)

 

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LE RADICI FILOSOFICHE DELL’ODIO NEI CONFRONTI DELLA FAMIGLIA

 

Ciò che stiamo assistendo in questa epoca storica è un attacco fortissimo alla famiglia tradizionale. Perché tanto odio? E’ un fatto casuale o la famiglia, nella sua ragione più profonda, è incompatibile con la cultura dominante?

 

Questi tempi vengono culturalmente definiti come tempi postmoderni.

Chiediamoci: cosa è la postmodernità?

Per modernità s’intende la sostituzione delle certezze religiose con certezze di ordine scientifico o parascientifico. La postmodernità, invece, è la negazione del concetto stesso di “certezza”: non più un ordine valoriale né un centro a cui far riferimento, bensì una prospettiva policentrica e complessa. Non a caso, oggi, si parla molto di teoria della complessità.

Attenzione però: questa diversità tra modernità e postmodernità è solo a livello d’identità filosofica, infatti vi è comunque una pretesa comune che le fonda così come comuni sono gli “ostacoli” che entrambe pretenderebbero rimuovere. Tutte e due (modernità e postmodernità) si basano sull’intenzione di rendere l’uomo fondamento di tutto, di liberarlo da qualsiasi vincolo dell’autorità: Dio, prima; la scienza galileiana con i suoi princìpi immutabili, dopo.

Tra gli ostacoli da rimuovere tanto nella modernità quanto nella postmodernità vi è stata e vi è la famiglia.  

Perché questa avversione nei confronti della famiglia? Principalmente per quattro motivi.

Primo: perché la famiglia si pone come luogo del mistero della vita dell’uomo. Quel mistero che si radica nel limite come realtà costitutiva dell’esistere di ognuno. Nella famiglia si riconosce il bisogno reciproco e si riconosce l’interdipendenza, verità queste che, invece, la pretesa prometeica ed autosufficiente della modernità e della postmodernità hanno voluto dissolvere. L’uomo non avrebbe bisogno di nessuno e di nulla perché lui (l’uomo) sarebbe il tutto. E non importa se questa pretesa autosufficienza naufraghi dinanzi ad un reale che dice tutt’altro, che costringe al bisogno. “In stracarichi tranvai accalcandoci insieme, dimenandoci insieme, insieme barcolliamo. Uguali ci rende una grande stanchezza” canta il poeta Evtusenko pensando al fallimento esistenziale dell’uomo contemporaneo che decide di trovare in se stesso il significato del suo vivere.

Secondo: perché la famiglia è il luogo dove si realizza la tradizione. Quando la tradizione rimane ad un livello teorico non incide nella società. E’ quando si esprime concretamente che diviene civiltà e comportamenti sociali, che s’incarna e modella la storia. La tradizione diviene questo grazie principalmente alla famiglia: l’insegnamento dei genitori, l’ascolto dei figli…e poi i figli che a loro volta diventano genitori, ecc.

Terzo: perchè la famiglia è uno dei più importanti luoghi dove si perpetua la convinzione della perennità delle categorie del bene e del male. Detto più semplicemente: la famiglia è il tempio dell’educazione ai valori perenni, di quei valori che non cambiano e che non sono relativizzabili. Nella famiglia il bene è sempre riconoscibile come tale, così il male. Non ci può essere compatibilità tra famiglia e relativismo etico. L’uno esclude l’altro. Se tutto fosse possibile, se il bene si confondesse con il male e il male con il bene, la famiglia si dissolverebbe.

Quarto: perchè la famiglia è il luogo della persona. Ovvero di quella realtà individuale e razionale che si pone liberamente e protagonisticamente nel divenire dell’esistenza e dell’esistente, cioè all’interno della sua vita e di ciò che la circonda. L’interdipendenza e il reciproco bisogno (elementi su cui si fonda la famiglia) sono i segni evidenti che la famiglia stessa non può basarsi su un’antropologia in cui l’uomo è visto come momento transitorio del divenire, come onda sulla superficie del mare destinata a scomparire, ma sull’antropologia classica: l’uomo come rationalis naturae individua substantia, cioè come persona. La famiglia non è un magma informe ma un insieme di individualità umane unite nell’affetto parentale.

Quest’ultimo motivo può sembrare un po’ astratto, eppure, soprattutto oggi, è importante ribadirlo. C’è chi ha indicato la cultura contemporanea come una cultura sostanzialmente gnostica. La gnosi si fonda sulla convinzione che l’uomo sia una sorta di “scintilla” che momentaneamente si sarebbe separata da un divino impersonale. Ciò vuol dire che la corporeità dell’uomo e quindi la sua individualità sarebbero o pure illusioni o “prigioni” da cui doversi liberare al più presto. L’essenza prometeica tanto della modernità quanto della postmodernità troverebbero proprio nella gnosi la loro ragion d’essere. Non a caso in un pensiero postmoderno come quello di Marcuse s’inneggia al dissolvimento dell’io: l’uomo deve rinnegare e dissolvere i limiti della sua creaturalità. 

Ecco perché oggi –anzi, oggi più di ieri!- l’odio nei confronti della famiglia. Famiglia che è luogo di significato, di verità e di bisogno; luogo di limite, di umiltà e di riconoscimento di un giudizio al di sopra di sé.

 

[di Corrado Gnerre,  docente di Storia delle Religioni all’Università Europea e  all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor hominis” di Benevento, nonché collaboratore di “Radici Cristiane” e de “Il Settimanale di Padre Pio”].

 

 

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L'eclissi di Dio dietro l'attacco alla famiglia

 

Siamo di fronte ad una vera e propria «eclissi di Dio» la  quale, originata anche dalle idee propagate dai vari  «movimenti femministi» porta ad «profonda crisi della  verità» che ispira leggi che tendono a riconoscere «coppie  insolite» formate «da omosessuali che rivendicano gli stessi  diritti riservati a marito e moglie».

 

Così, in sintesi, un documento di circa sessanta pagine  intitolato 'Famiglia e procreazione umana', pubblicato ieri  dal Pontificio consiglio per la Famiglia diretto dal  cardinale Lopez Truijllo. Un documento durissimo ed  esplicito, tramite il quale la Santa Sede è tornata a  difendere senza possibilità di equivoco la famiglia fondata  sul matrimonio e conseguentemente a condannare Pacs, aborto,  contraccezione, e ricerca su cellule embrionali.

 

Il documento, firmato da uno dei porporati che maggiormente  combatte senza lesinare energie e parole in difesa della  vita, è uscito dopo un lavoro di stesura durato mesi e dopo  che lo stesso Benedetto XVI - come accade per la maggior  parte dei documenti pubblicati dai dicasteri vaticani - ne  ha preso visione del contenuto. Un documento fortemente voluto dal Vaticano e reso noto  'provvidenzialmente' a poche settimane dal viaggio del  Pontefice nella zapatariana Spagna (i primi di luglio, in  occasione di un forum mondiale incentrato proprio sulla  famiglia) ed anche a poche ore dalla proposta avanzata da  Romano Prodi di istituire una commissione governativa sui  temi legati alla bioetica. Proposta, quella di Prodi, venuta dopo le discussioni  seguite all'annuncio da parte del ministro dell'Università e  la Ricerca Mussi, del ritiro della firma dell'Italia da una  carta etica europea contro i finanziamenti alla ricerca  sulle cellule staminali. Un documento che, commissione per  la bioetica a parte, è destinato a fare molto riflettere  l'attuale compagine governativa nella quale alcuni ministri,  Bindi e Turco in testa, alcune settimane fa erano usciti  con parole poco gradite 'oltretevere' in merito ai Pacs  e alla pillola abortiva RU486.

 

Ma il documento risulta interessante anche rispetto a quanto  sta accadendo negli Stati Uniti, dove Bush, in suo discorso  alla radio dello scorso weekend, aveva chiesto un  emendamento costituzionale che impedisse ai giudici  'attivisti' di rendere vano il lavoro fatto dai corpi  legislativi di Stato per vietare il matrimonio tra gay. Il  matrimonio tra gay negli Usa è un argomento che ha creato  molte divisioni nell'ultimo periodo, in particolare da  quando nel 2003 un tribunale del Massachusetts ha emesso una  sentenza che impedisce all'assemblea legislativa di Stato di  vietarlo, sentenza che ha di fatto spalancato la strada l'anno  seguente alle prime unioni tra persone dello stesso sesso in  America.

 

Sei i punti principali sui quali il documento vaticano uscito ieri si sofferma.

 

Famiglia ed eclissi di Dio: «Mai come ora l'istituzione naturale del matrimonio e della  famiglia è vittima di attacchi tanto violenti. È in atto un  cambiamento nel modello di famiglia e di coniugalità»,  sottolinea il dicastero, e «guardando ai mezzi a cui si  ricorre per evitare di avere figli, mezzi che includono non  solo la contraccezione, ma anche l'aborto, appare chiara  l'eclissi a ogni riferimento a Dio nella visione  predominante sulla procreazione responsabile». E, inoltre, soltanto una famiglia formata da un uomo e una  donna, «costituisce l'ambiente adeguato perché venga alla  vita un nuovo essere umano, cioé un essere dotato di dignità  e chiamato ad essere amato». Da questo segue che la  procreazione «deve sempre avere luogo all'interno della  famiglia».

 

Coppie insolite.

Non ha dubbi, il cardinale Lopez Truijllo, e lo dice  esplicitamente: siamo di fronte ad una «apologia della  famiglia monoparentale, ricostituita, omosessuale, lesbica».  «Coppie formate da omosessuali rivendicano gli stessi  diritti riservati a marito e moglie, reclamano persino il  diritto di adozione. Donne che vivono una unione lesbica  rivendicano gli stessi diritti analoghi, esigendo leggi che  diano loro accesso alla fecondazione eterologa o all'impianto  embrionale». «Inoltre - scrive il porporato - si sostiene che la facilità  offerta dalla legge di formare queste coppie insolite, deve  andare di pari passo con la facilità di divorziare o  ripudiare».

 

Aborto: un «delitto abominevole».

«Oggi - il documento si rifà qui all'enciclica all'Evangelium  Vitae del 1995 di Papa Wojtyla - si pretende di banalizzare  in qualche modo l'aborto con il pretesto che l'autorità non  deve penalizzare questo delitto abominevole». E ancora:  «Essere su questa linea significa ridurre o negare che il  delitto, per il fatto stesso di esserlo, richiede una pena.  Non è concepibile che un delitto resti impunito». «Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al  mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente  illecito, perché contrario alla legge di Dio, scritta nel  cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa e  proclamata dalla Chiesa».

 

La vita non è questione di tecnica.

«Come confermano alcune pratiche funeste oggi legalizzate in  alcuni paesi, se l'uomo si arroga il potere di fabbricare  l'uomo, allora si arroga anche il potere di distruggerlo».  E quindi «la trasmissione della vita diventa una questione  di tecnica e di tecnici. A volte, questi ultimi sognano  perfino di fabbricare la vita di ineccepibile qualità». No ai contraccettivi. Il documento vaticano esclude «ogni  mezzo contraccettivo» e chiede che sia rispettata «l'unione  tra l'elemento unitivo e quello procreativo in ogni atto  coniugale», ritenendo legittima la sola «continenza  periodica» cioè «l'uso del matrimonio solo nei periodi non  fertili».

 

Femminismo.

Ha esacerbato le relazioni tra i sessi e accentuato il  carattere polemico della relazione tra maschi e femmine,  denuncia il Vaticano, attribuendo ai movimenti femministi la  colpa di aver rafforzato la visione «puramente  individualistica dell'uomo e della donna», incitando al  «superamento della famiglia». «L'unione carnale, di carattere individualista, diventa essa  stessa occasione di disputa o di guerra, nella misura in cui  uno dei partner non si considera soddisfatto sul piano del  piacere, o su quello dell'utilità». In tal senso è possibile  vedere «che una concezione puramente individualista dell'uomo  e della donna, opponendosi alla famiglia, è incompatibile  con un'autentica solidarietà intergenerazionale».  

 

(Fonte: Paolo Luigi Rodari, IL TEMPO del 7 giugno 2006)

 

Corrado Gnerre, Paolo Rodari

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