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La fede non si compera a quintalate SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive...

«Signore aumenta la nostra vede!». Aumenta?? Ma... che vol dì? Che anche l'anima si vende o si compera a chili? Ma tu... Ma c'è ancora una cosa che puoi fare per la tua fede: sperare...


La fede non si compera a quintalate SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 21 novembre 2005

Di amore si muore, di speranza si vive

 

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La fede non si compera a quintalate

(Lc 17, 26-37)  

 

Viviamo in un mondo che ci strega con dosi massicce di beni, con consumi senza freno. Oggi ancora più proprio perché siamo in crisi di euro siamo obbligati alla quantità e non alla qualità. Il sogno è il grande magazzino: più merce prendi, più sconti hai. Ottimo! Con i tempi che corrono una amministrazione saggia è quella che ti permette di risparmiare. Un po’ alla volta però trasponiamo nella vita il criterio della quantità.

Nell'amore è la quantità di prestazioni che conta, senza badare ai sentimenti e alla delicatezza; negli affari è la quantità di soldi che guadagni senza preoccuparti se sei di parola, se esprimi solidarietà, se vivi l'amicizia; nello studio è il numero di esami senza preoccuparti se ti fanno crescere come persona, se ti lasciano spazio per vivere relazioni umane; nel lavoro è la quantità di ore o di guadagno, senza fare attenzione ai rapporti in famiglia e alla qualità della vita; nello sport è la quantità di risultati, facendo magari doping, senza pensare alla salute e al futuro. Insomma bisogna valutare tutto a quintalate.

Gesù questo pericolo lo ha visto anche nella fede, quando gli sono andati a chiedere: Signore aumenta la nostra fede. Aumenta? Che vuol di’? Che anche l'anima si vende e si compera a chili? Che le preghiere valgono se sono tante? Che la vita di un cristiano è bella se aumenta il numero di santini da incollare sul cruscotto? Che la fede di dipende dal numero di santuari che hai visitato? Gesù risponde: se aveste una fede grande come un chicco di senapa, potreste dire a questo monte spostati di qua e quello si sposterebbe. Mi sembra di sentire la rivalsa del miscredente chi si lascia commuovere solo a Natale e forse a Pasqua. Lo ho sempre detto io che mi basta poco per credere, che non occorre stare tanto a pregare come certe donne che conosco io e che vanno tutti i giorni in chiesa. Ma tu hai provato con la tua fede a spostare le montagne? A dare forza di coesione alle tuo matrimonio che sta andando a pezzi, a riconquistarti i tuoi figli che ti ignorano, a convincere tuo padre e tua madre a non separarsi?

Se non ci riesci, la tua fede è non è mai neanche iniziata. Non è neanche questione di quantità, ma di assenza o almeno di scarsità. C'è ancora una cosa che puoi fare per la tua fede: sperare!

Di una speranza così ho bisogno.

Ma dove la trovo?  

mons. Domenico Sigalini

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