Dopo la laurea in Scienze diplomatiche internazionali, Valentina si trasferisce a Londra per migliorare la lingua e seguire corsi di perfezionamento. Durante gli studi conosce Francesco, un giovane di ventotto anni con il desiderio di mettere a servizio dei poveri del sud del mondo le sue conoscenze che sta perfezionando. Comincia un'amicizia che in breve sfocia in un rapporto molto forte.
del 20 aprile 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
          Dopo la laurea in Scienze diplomatiche internazionali, Valentina si trasferisce a Londra per migliorare la lingua e seguire corsi di perfezionamento. Durante gli studi conosce Francesco, un giovane di ventotto anni con il desiderio di mettere a servizio dei poveri del sud del mondo le sue conoscenze che sta perfezionando. Comincia un’amicizia che in breve sfocia in un rapporto molto forte. Oltre l'amore c'è qualcosa di più profondo. Al termine dell’esperienza londinese Valentina riceve un’opportunità di partecipare ad un progetto di sviluppo in Guinea. Valentina e Francesco decidono allora di sposarsi e di partire insieme per la loro missione.           I primi a porre ostacoli al matrimonio di Valentina sono stati i genitori, credenti e praticanti. Non vedevano tutta quella fretta di convolare a nozze mancando di quelle sicurezze necessarie per vivere una unione stabile e serena. Sembravano inutili tutte le spiegazioni che Valentina cercava di far passare. C’era una totale mancanza di comprensione. Ma il passo andava fatto e il guado bisognava passarlo in fretta perché questo sentivano entrambi i giovani.          Valentina, una giovane di Chiavari ventisettenne, laureata in Scienze diplomatiche internazionali si era trasferita a Londra per un breve periodo per migliorare la lingua inglese e non solo. La città finanziaria e multiculturale offre prospettive di diversi corsi di perfezionamento a livello economico-finanziario, politico-diplomatico, ecc. Seguendo la sua disciplina si iscrive ad un master  in  cooperazione politica e diplomatica con i Paesi del sud del mondo. Trova alloggio presso una famiglia nella periferia londinese e per mantenersi, non bastando gli aiuti dei genitori, lavora in pub del centro alcune sere della settimana.          Nel suo anno e mezzo di permanenza a Londra, ha modo di conoscere diversi giovani italiani anche loro impegnati in corsi di specializzazione. Nel suo corso conosce Francesco, un giovane  trentino di ventotto anni con il desiderio di mettere a servizio dei poveri del sud del mondo le sue conoscenze che sta perfezionando. Comincia un’amicizia che in breve sfocia in un rapporto molto forte.          “Devo dirti – ci racconta Valentina – che tutto è successo molto in fretta. Con Francesco ho trovato subito quell’intesa necessaria per comprendere che la nostra relazione era qualcosa di serio. Esserci incontrati in circostanze simili ha aiutato molto la nostra relazione e soprattutto la prospettiva futura. Non è stato un decidere di stare insieme perché bisognosi di affettività, o perché lontani da casa. Fin da subito abbiamo avvertito la necessità di vivere un rapporto vero raccontandoci quello che si manifestava in ognuno di noi, i nostri desideri, le nostre attese. Anche le nostre provenienze. Entrambi venivamo da esperienze ecclesiali significative ed eravamo animati dalla voglia di dare un giusto senso alla nostra vita. Non abbiamo sprecato un solo attimo della nostra avventura londinese. Abbiamo avuto la possibilità di approfondire il nostro rapporto molto liberamente. Ci siamo misurati anche con incomprensioni e difficoltà. Alla fine abbiamo sempre messo al centro la nostra unità”.          Al termine dell’esperienza londinese Valentina riceve un’opportunità tramite la Cooperazione Internazionale di partecipare ad un progetto di sviluppo in Guinea, un paese ricco di potenzialità che fatica ad uscire dalla povertà estrema. Francesco decide di non lasciarla sola e desidera partire con lei. Le potrebbe essere d’aiuto avendo anche lui le stesse referenze di Valentina. Ma a Valentina non interessa un compagno di viaggio.          “Sì, ho cominciato a riflettere – continua a raccontarci Valentina – che cosa poteva rappresentare per noi quell’esperienza e soprattutto quale impatto avrebbe potuto avere sulla nostra relazione. Quali i limiti e quali i vantaggi. Sono stata ispirata leggendo alcune pagine del diario di Jules Green, l’accademico di Francia morto allo spirare del secolo scorso, che ha tenuto fino ai suoi ultimi giorni. “Noi siamo anzitutto delle anime” riflette  e questa per me è stata un’indicazione per fare la scelta giusta. Quante corse inutili, quante scorciatoie ci inventiamo talvolta per soddisfare i nostri desideri di successo, prima di scoprire il mistero che è in noi. Ecco da dove è nato il desiderio di sposarci e di fare famiglia. Svelare il mistero che è dentro di noi nell’unione indissolubile del nostro amore. È stato un atto di coraggio condiviso anche da Francesco. Perché si trattava di vincere quella minaccia scomposta dei tanti perché che si sono materializzati al momento della nostra decisione. Tra i genitori prima e poi tra gli amici. I tanti perché fittizi e standardizzati che gli schemi della modernità ci propongono come foraggio”.          Pur lottando contro i tanti perché, Valentina e Francesco hanno coronato il loro sogno con una cerimonia sobria e molto partecipata, prendendo un monolocale in affitto nella cittadina ligure di lei, in attesa della partenza per la Guinea. È passato un anno e mezzo dalla loro partenza e il loro impegno in terra d’Africa è stato apprezzato dalle autorità locali. Anche Francesco ha avuto la possibilità di partecipare come protagonista al progetto internazionale che non si concluderà prima dei cinque anni. Dato il livello molto debole di strutturazione della società civile guineana, l’impegno è di rafforzare le strutture organizzative di base dei contadini, sostenere lo sviluppo istituzionale nei diversi settori d’intervento, favorire uno sviluppo di approccio decentrato ascendente.          “È un lavoro faticoso ed entusiasmante – dice Valentina – che ci costringe a stare fuori di casa per dodici ore al giorno. Ma questo non ci impedisce di vivere una vita familiare regolare. Anche per impedire quella minaccia sempre presente di perdere totalmente la traccia del cammino interiore che ci conduce verso l’Altro che tenta di trascinarci verso il cielo. E sono contenta di essere trascinata nella condizione di sposa. D’altronde se potessi timidamente concludere con un pensiero da trasmettere ai miei coetanei direi che vivere la nostra umanità è accettare di caricarsi di tutte le domande, assumere la grande questione del senso della vita lasciando che il suo peso, anche quando, talvolta, diventa pesante, ci segni le spalle”.
Michele Pignatale
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