Anche per don Bosco e Madre Mazzarello l'incontro con Dio è avvenuto grazie al “contagio” della famiglia e di persone che hanno dato loro la possibilità di farne esperienza.
del 13 dicembre 2006
Madre Mazzarello
 
 
La famiglia di Maria Domenica
 
Maria Domenica era una bambina allegra, intelligente e scaltra, con un carattere molto forte e deciso. Merito del padre probabilmente, a cui era molto affezionata, che le dava l’esempio di una persona buona ma ferma e decisa, che sapeva farsi ubbidire con poche parole.
La mamma si era preoccupata di introdurla nella vita cristiana, la accompagnava a confessarsi prima delle grandi feste e poi si assicurava che avesse compreso bene e ricordasse l’omelia del sacerdote…  Ma a lei queste cose stavano un po’ strette, non le piaceva proprio andare a confessarsi, e durante la predica volutamente cercava di distrarsi e dormire.
 
L’arrivo di don Pestarino e la formazione del suo carattere
 
Nel 1847 arrivò a Mornese don Pestarino, un prete che in poco tempo conquistò i cuori della gente e soprattutto riuscì a farli aprire al Signore. Maria Domenica alle sue lezioni di catechismo non si stancava, e quando venne ammessa alla prima comunione, per la sua attenzione e la sua preparazione, visse un profondo cambiamento. Quel giorno spiccava la sua gioia e il suo raccoglimento. Da allora fu sempre attentissima alle parole che il sacerdote rivolgeva nell’omelia, la confessione divenne una cosa abituale: adesso aveva conosciuto quanto fosse importante preparare una casa accogliente e pulita per Gesù.
Main, come la chiamavano a Mornese, non era nata santa. Oltre alle tante marachelle, talvolta ingegnose per procurarsi ciò che voleva, c’era nel suo modo di fare una certa voglia di apparire, l’ambizione di essere la prima in tutto. Non si rassegnava però e con l’aiuto di don Pestarino cercava di correggere i propri difetti.
Un giorno mentre era al mercato con il papà si lasciò invaghire da un paio di stivaletti di vernice, bellissimi e all’ultima moda. Lì comprò tutta fiera della sua scelta. Tornata a casa però, mentre li guardava provò un senso di amarezza… ancora una volta si era lasciata prendere dalla sua voglia di apparire. Così il giorno della confessione ne parlò a don Pestarino, il quale non drammatizzò ma nemmeno lasciò passare la cosa inosservata, cogliendo l’occasione per aiutarla a lottare contro la sua vanità. Visto che li aveva comprati, li avrebbe usati… ma solo dopo averli unti con il grasso per far perdere la vernice. Le costò molto obbedire, ma da quel giorno la sua vanità fu vinta.
Don Pestarino la invitava a lavorare molto sul suo carattere: sapendo la sua decisione e fermezza, spesso date dalla sua perspicacia, e il suo indispettirsi nell’essere contraddetta, le chiedeva progressivamente di ubbidire non solo a lui e ai genitori ma anche alle sorelle, alle compagne, alla cugina.
Tante volte era vista diventare rossa nel tentativo di tacere le parole che le venivano alle labbra, per poi ricomporsi e con semplicità rispondere senza mostrare la sua irritazione.
 
I suoi due amici: Ges√π e Maria
 
In una festa mariana di Mornese celebrata con molta solennità, Main aveva promesso a Dio il suo cuore, sull’esempio di Maria, e all’età di quindici anni, quando tra le sue compagne sentì che qualcuna aveva chiesto a don Pestarino di poter fare voto di castità per qualche tempo, lei intervenne: “Non capisco perché gli domandino questo per un dato tempo. Io non ho mai domandato niente a nessuno e l’ho fatto subito per sempre. E non credo di aver fatto male”.
Don Pestarino ottenne di riuscire a radunare alcuni suoi parrocchiani in chiesa anche al sera, dopo cena, per una piccolo momento di preghiera. Main, che abitava alla Valponasca ed era molto lontana dal paese, la sera non poteva parteciparvi. Una finestra della casa però guardava verso la parrocchia e in lontananza si riusciva a scorgere la chiesetta. A Maria sembrava perfino di scorgere quando accendevano le luci, quando la sera si fermava a pregare per unirsi a quell’ultimo saluto a Gesù Eucaristia. Presto la mamma se ne accorse e tutta la famiglia con lei si prese l’abitudine di quella preghiera semplice e raccolta.
La Valponasca era decisamente fuori dal paese, ma questo non impedì a Main di partecipare alla S. Messa ogni mattina, partendo anche prima dell’alba per percorrere il lungo sentiero.
 
 
Don Bosco
 
La formazione al senso di Dio e alla preghiera
 
Per cogliere le radici del cuore di fede di san Giovanni Bosco siamo andati a rileggere la prima parte delle Memorie dell’Oratorio. I fatti che don Bosco stesso ricorda della sua infanzia mettono in luce il ruolo determinante dell’ambiente religioso in cui egli è cresciuto, ma soprattutto la fede di Mamma Margherita, maestra di vita e di preghiera per don Bosco. Del padre, Don Bosco ci dice soltanto che era povero e laborioso, ma anche “animatissimo per dare educazione cristiana ai suoi figlioli”, e che sul letto di morte, “munito di tutti i conforti della religione”, spirò all'età di 34 anni, “raccomandando a mia madre la confidenza in Dio”, grande e preziosa eredità.
Ci soffermiamo soprattutto sulla figura di Mamma Margherita e sulla sua azione educatrice perché  radica in Giovannino il senso di Dio e della preghiera e una visione di fede della realtà e della storia. Margherita lo formò all'esercizio della presenza di Dio, lo avviò alla preghiera, gli instillò i principi della vita cristiana. Il suo fu un apporto determinate per la futura missione di padre e maestro della gioventù.
Mamma Margherita, maestra di fede e di preghiera
 
Racconta don Bosco di Mamma Margherita: “Sua massima cura fu di istruire i suoi figli nella religione, avviarli all'ubbidienza ed occuparli in cose compatibili a quella età. Finché ero piccolino mi insegnò Ella stessa le preghiere; appena divenuto capace di associarmi con i miei fratelli, mi faceva mettere con loro ginocchioni mattino e sera e tutti insieme recitavamo le preghiere in comune con la terza parte del Rosario”. Don Lemoyne parlando di Mamma Margherita: “Dio era in cima a tutti i suoi pensieri, e quindi era sempre sulle sue labbra. “Dio ti Vede” era il gran motto col quale rammentava ad essi come fossero sempre sotto gli occhi di quel gran Dio che un giorno li avrebbe accolti.
La prima confessione e la prima comunione
 
Due fatti emblematici: la prima confessione. Don Bosco scrive: “Mi ricordo che ella stessa mi preparò alla prima confessione, mi accompagnò in chiesa; cominciò a confessarsi ella stessa, mi raccomandò al confessore, dopo mi aiutò a fare il ringraziamento. Ella continuò a prestarmi tale assistenza fino a tanto che mi giudicò capace di fare degnamente da solo la confessione”.
E la prima comunione: don Bosco scrive: “Si adoperò ella stessa a prepararmi come meglio poteva e sapeva. Lungo la quaresima mi inviò ogni giorno al catechismo...Per la confessione mi disse: Giovanni mio, Dio ti prepara un gran dono; ma procura di prepararti bene, di confessarti, di non tacer alcuna cosa in confessione. Confessa tutto, sii pentito di tutto, e prometti a Dio di farti più buono in avvenire.
Quel giorno non mi lasciò parlare con nessuno, mi accompagnò alla sacra mensa e fece con me la preparazione ed il ringraziamento. Fra le molte cose che mia madre mi ripeté più volte mi disse: O caro figlio, fu questo per te un gran giorno. Sono persuasa che Dio abbia veramente preso possesso del tuo cuore. Ora promettigli di fare quanto puoi per conservarti buono sino alla fine della vita. Per l'avvenire va sovente a comunicarti, ma guardati bene dal fare sacrilegi. Ritenni e procurai di praticare gli avvisi di mia madre; e mi pare che da quel giorno vi sia stato qualche miglioramento nella mia vita”.
 
 
Domande da mettere nel riquadro
 
Qual è l'esperienza di Dio che ti ha trasmesso la tua famiglia?Come stai lavorando su te stesso? Lasci uno spazio al Signore in questo?Che importanza hanno nella tua vita concreta la confessione e la S.Messa?
don Filippo, sr Francesca
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