Meno di cento giorni all'inizio delle Olimpiadi. In queste settimane si stanno succedendo a ritmo sempre più incalzante le ultime prove valide per la qualificazione ai Giochi di Londra 2012. Tra le atlete già qualificate anche alcune donne davvero speciali, come Natalia Partyka.
del 23 aprile 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
           In queste settimane si stanno succedendo a ritmo sempre più incalzante le ultime prove valide per la qualificazione ai Giochi di Londra 2012. Alla fine, saranno circa 10.500 gli sportivi provenienti da oltre 200 diverse nazioni a gareggiare nelle 302 prove che questa estate assegneranno le medaglie a cinque cerchi. Dietro ognuno di questi atleti, uomini e donne, giovani e meno giovani, c’è una comune passione per lo sport che ha spinto loro ad andare oltre ogni difficoltà pur di inseguire il sogno di prendere parte alla più grande manifestazione sportiva esistente, le Olimpiadi. Allo stesso tempo però, ciascuno ha alle spalle una diversa storia che lo differenzia e lo rende unico. È il caso, ad esempio, di alcune donne davvero speciali. La sfida di Natalia          Natalia Partyka è una ragazza polacca che il prossimo 27 luglio, guarda caso proprio il giorno in cui è in programma la cerimonia di apertura dei Giochi di Londra 2012, compirà ventitré anni. Natalia è una giocatrice di tennis tavolo mancina per necessità, visto che è priva dalla nascita dell’avambraccio destro. Ha iniziato a praticare questo sport a soli sei anni, sfidando la sorella Sandra. Poi, appena undicenne, ha preso parte alle Paralimpiadi di Sidney del 2000, stabilendo un record di precocità tuttora imbattuto. Alle successive Paralimpiadi di Atene, nel 2004, ha vinto la medaglia d’oro individuale e l’argento a squadre, risultato ottenuto anche nell’edizione di Pechino del 2008. Quattro anni fa Natalia non si è però limitata a partecipare e a vincere delle medaglie nelle gare per “diversamente abili” ma, sorprendendo un po’ tutti, è riuscita a qualificarsi anche per i Giochi Olimpici dei “normodotati”.          «Tutti noi nella vita abbiamo vantaggi e svantaggi – ha raccontato in quei giorni –, io preferisco pensare in positivo: ho gambe molto forti, e non considero un problema il fatto di non avere una mano. Niente è impossibile, bisogna solo crederci». Natalia, che per battere è costretta a lanciare la pallina con l’avambraccio, a Pechino ha ben figurato, ed è entrata nella ristretta cerchia degli atleti che sono riusciti a partecipare sia alle Paralimpiadi sia alle Olimpiadi (fino ad oggi ci sono riusciti solo altri 4 sportivi tra cui la nostra Paola Fantato, specialità tiro con l’arco). Qualche giorno fa, nel torneo europeo di qualificazione a Londra 2012, Natalia è riuscita ancora una volta a conquistare il pass per i Giochi dei “normodotati”, confermandosi come un simbolo della diversa abilità che si fa spazio e riesce a integrarsi con gli altri.
Marco Catapano
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