Ma a che serve ricordare?

Stamani in classe Laura ricordava a tutti i suoi compagni che l'olocausto degli ebrei fu causato da quell'Hitler che voleva che tutti gli uomini fossero alti, biondi, belli... L'ascoltavo parlare e pensavo, con una certa tristezza, che non si rendeva conto di quanto la sua descrizione ricalcasse a pennello le idee della gente che oggi...

Ma a che serve ricordare?

da Quaderni Cannibali

del 07 febbraio 2007

E così onoreremo questa ennesima 'Giornata della Memoria'. Faremo i bravi bambini e inorridiremo e ci commuoveremo di nuovo di fronte a quell'immane carneficina scientificamente organizzata che fu l'Olocausto. E diremo che 'noi no, noi mai', che 'non si può essere così disumani e così folli'. Prenderemo le distanze da quel mostro che fu Hitler e tutta la sua congrega di assatanati assassini.

 

Va bene. Va tutto molto bene. E' giusto e bene che la memoria di quegli eventi orribili resti viva e sanguinante nei cuori degli uomini. E' giusto che 'le nuove generazioni sappiano e ricordino', così che in futuro fatti del genere non si abbiano a ripetere...

 

Tutto molto giusto, molto corretto. Ma non riesco a togliermi di dosso un senso di grave disagio. Non riesco ad impedirmi di guardare con una strana vertigine quest'uomo contemporaneo che molto ipocritamente (che lo sappia o no, che se ne renda conto o meno) giudica con il giusto sdegno quello che è stato compiuto in passato, e intanto condivide con quel passato la stessa ideologia.

 

Stamani in classe Laura (si parlava ovviamente di questo rito che si ripete ogni anno e che forse sta diventando una routine) ricordava a tutti i suoi compagni che l'olocausto degli ebrei fu causato da quell'Hitler che voleva che tutti gli uomini fossero alti, biondi, belli, occhi azzurri, ariani. L'ascoltavo parlare e pensavo, con una certa tristezza, che non si rendeva conto di quanto la sua descrizione ricalcasse a pennello le idee della gente che oggi incontriamo per strada, al lavoro, nella cerchia dei nostri parenti.

 

Noi siamo quelli che pensiamo che l'handicappato sia un mezzo uomo, un infelice per definizione. Noi siamo quelli che, di conseguenza, eliminano gli handicappati. Noi siamo quelli che ricorriamo all'amniocentesi per evitare 'brutte sorprese' e non ci pensiamo due volte ad abortire se scopriamo che la brutta sorpresa c'è o ci potrebbe essere. E lo diciamo con tranquillità  olimpica, come se fosse una cosa ovvia, banale. Noi siamo quelli che stiamo lentamente accettando l'idea che anche il vecchio, l'individuo debole che non produce più, che non è utile a nessuno, possa e debba essere tolto di mezzo. E lo diciamo giustificando le nostre asserzioni con una patina di umanità.

 

Noi ci stiamo avvicinando pericolosamente, sempre di pi√π, all'ideologia dell'eugenetica nazista. Ma, da bravi bambini, celebriamo con contrizione la Giornata della Memoria.

 

Non è possibile essere come loro, ci ripetiamo sdegnati. 'Non è difficile esser come loro', canta un caro amico, Claudio Chieffo. Se questa giornata ci servisse ad aprire gli occhi e a vergognarci di quello che stiamo facendo, sarebbe utile. Ma credo che sarà solo l'ennesimo rito che tiene in vita il ricordo e le immagini (ormai imbalsamate) di una realtà che sentiamo distante. Quando invece Hitler e il suo programma sono più vivi che mai.

Gianluca Zappa

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