Joseph Ratzinger ha scelto il nome di Benedetto XVI. Il suo più immediato predecessore ad assumere il nome di Benedetto visse gli anni della prima guerra mondiale. Celebre il suo riferimento alla 'inutil strage'. Il santo il cui nome è stato scelto dal nuovo papa è Benedetto da Norcia, abate e patrono d'Europa. A proclamarlo fu papa Paolo VI il 24 ottobre 1964. La festa liturgica di San Benedetto cade l'11 luglio.
del 19 aprile 2005
 
  
BENEDETTO XVI, SULLE ORME DI BENEDETTO XV E SAN BENEDETTO 
Nello scegliere il nome di Benedetto XVI, il cardinale Joseph Ratzinger affida il proprio pontificiato nelle mani di due grandi evangelizzatori, Papa Benedetto XV e san Benedetto da Norcia (480-547), autore della “Regola” monastica e fondatore dei Benedettini.
 
In alcune dichiarazioni, il vescovo Cipriano Calderón, Vicepresidente emerito della Pontificia Commissione per l’America Latina, spiega: “ La novità di questo Pontificato affonda le radici già nel nome scelto: succede a Benedetto XV, che scelse questo nome in onore di San Benedetto, patrono d’Europa e grande evangelizzatore del suo tempo”.
 
“Se Benedetto evangelizzò il primo Medio Evo, Benedetto XV evangelizzò l’Età Moderna e allora Benedetto XVI sarà l’evengelizzatore del nuovo millennio”, ha spiegato il prelato.
 
Benedetto XV (1914-1922), Giacomo Paolo Battista della Chiesa, nato a Genova nel 1854, e succeduto a Pio X, fu a ragione definito il papa della pace e sin dalla sua Enciclica programmatica “Ad beatissimi apostolorum principis” (1914) fece di essa il motivo fondamentale della sua vasta attività pastorale: “Con la pace niente è perduto, con la guerra tutto può esserlo”.
 
Intervenne personalmente e tramite l'Opera dei prigionieri - istituzione da lui diretta -, a favore dei prigionieri di guerra, dei detenuti politici e delle popolazioni invase. Dopo la guerra, la carità di Benedetto XV raggiunse ancora profughi, affamati e bisognosi di gran parte d'Europa.
 
Si fece portatore di un rilancio dell’attività diplomatica della Santa Sede (raddoppiarono le rappresentanze diplomatiche in Vaticano) per sollecitare le potenze a desistere dalla guerra, fino ai concreti e quanto mai sterili interventi di mediazione tra i belligeranti sfociati nell’appello del primo agosto 1917, quando definì la guerra come “inutile strage”.
 
Intensa fu pure la sua opera per la riunione delle Chiese d'Oriente. Fu lui con il Motu Proprio “Dei Providentis” del 1917 ad istituire la Congregazione per le Chiese Orientali, e a fondare lo stesso anno l’Istituto Pontificio per gli Studi Orientali. Nel 1920 dichiarò dottore della Chiesa S. Efrem, l'esegeta e teologo Siro (306 ca - 373).
 
E’ sua l’affermazione che “la Chiesa non è latina né greca né slava ma cattolica: non fa nessuna differenza tra i suoi figli, siano essi greci, latini o slavi o di qualche altro gruppo nazionale”.
 
Il 27 maggio 1917 Benedetto, con la costituzione apostolica “Providentissima mater”, promulgò il nuovo “Codice di diritto canonico”.
 
Si adoperò molto per l'espansione missionaria (enciclica “Maximum illud” del 1919) e per l'organizzazione dei seminari. Uno dei suoi obiettivi principali fu la formazione e la santificazione del clero.
 
Nel panorama politico italiano diede la sua benedizione al Partito Popolare, fondato da Don Luigi Sturzo nel gennaio del 1919, abolendo così il “Non expedit” (divieto dei cattolici italiani alla partecipazione alla vita politica del Paese).
 
Morì improvvisamente il 22 gennaio del 1922. In un monumento a lui dedicato a Costantinopoli (Turchia) è scritto che fu un padre comune “senza distinzione di nazionalità o di religione, benefattore di popoli”.
 
 
BENEDETTO XV FU IL PAPA DELLA PACE
 Joseph Ratzinger ha scelto il nome di Benedetto XVI. Il suo più immediato predecessore ad assumere il nome di Benedetto visse gli anni della prima guerra mondiale. Celebre il suo riferimento alla 'inutil strage'.  
 
 La vita del pontificato di Benedetto XV attraverso' la guerra europea e le conseguenze dell'immediato dopoguerra e, nonostante la mancanza di una sovranita' territoriale ostacolasse le comunicazioni della Santa Sede, la sua azione persegui' tre obiettivi: invocare la fine del conflitto; umanizzare la guerra; alleviare le sofferenze. Resta famosa la nota del 1° agosto 1917, inviata a tutte le potenze belligeranti, contenente proposte di pace concrete e pratiche, che si chiudono con l'auspicio: 'quanto prima alla cessazione di questa lotta tremenda, la quale, ogni giorno piu' apparisce inutile strage'. Nel dopoguerra affronto' le conseguenze sul piano religioso degli enormi mutamenti territoriali a seguito del crollo di quattro imperi e della nascita degli Stati nazionali e, anche se si poteva ritenere che la politica del pontefice durante il conflitto avrebbe alienato le simpatie dei governi, si verifico' il contrario e numerosi Stati allacciarono rappresentanze diplomatiche con la Santa Sede. Sul piano religioso l'eta' di Benedetto XV viene ricordato come 'La reviviscenza cattolica'. Si puo' ricordare: il 27 maggio 1917 la promulgazione del codice di Diritto canonico; il 16 maggio 1920 la canonizzazione di Giovanna d'Arco e, nel medesimo anno, la fondazione dell'Universita' cattolica del Sacro Cuore di Milano e, inoltre, la promozione all'episcopato dei due successori: Pio XI e Pio XII. Ammalato di bronchite influenzale, mori' il 18 gennaio 1922.
 
Era stato creato cardinale il 25 maggio 1914, pochi mesi dopo, il 3 settembre, fu eletto papa. Il suo nome era Giacomo Della Chiesa. Un papa genovese,di Peglie, nato il 21 novembre 1854, dal marchese Giuseppe e da Giovanna Migliorati, discendente da un casato a cui appartenne papa Innocenzo VII. Negli anni del liceo aveva manifestato una vocazione religiosa per influenza del prozio il cappuccino Giacomo da Genova, figlio del marchese Giovanni Antonio Raggi, ministro di Stato di re Carlo Alberto. Il 5 agosto 1875 fu proclamato dottore in Giurisprudenza nell'Universita' di Genova e fu il primo pontefice a conseguire il titolo in una Universita' laica. Si trasferi' a Roma e il 16 novembre dello stesso anno entro' nel Collegio Capranica per studiare teologia. Nel 1878 venne ordinato sacerdote e frequento' i corsi dell'Accademia dei Nobili Ecclesiastici. Abito' a Roma con la famiglia a palazzo Brazza' in piazza Sant'Eustachio. Venne promosso sostituto alla Segreteria di Stato, dopo un breve tirocinio presso la nunziatura apostolica di Madrid. Il 22 dicembre 1907 fu consacrato vescovo da Pio X e destinato alla sede di Bologna, come successore del card. Domenico Svampa. 
 
 
 
SAN BENEDETTO DA NORCIA 
Il santo il cui nome è stato scelto dal nuovo papa è Benedetto da Norcia, abate e patrono d'Europa. A proclamarlo fu papa Paolo VI il 24 ottobre 1964. La festa liturgica di San Benedetto cade l'11 luglio.   
 
  Dal Messale Romano 
E' il patriarca del monachesimo occidentale. Dopo un periodo di solitudine presso il sacro Speco di Subiaco, passò alla forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. la sua Regola, che riassume la tradizione monastica orientale adattandola con saggezza e discrezione al mondo latino, apre una via nuova alla civiltà europea dopo il declino di quella romana. In questa scuola di servizio del Signore hanno un ruolo determinante la lettura meditata della parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro in un clima intenso di carità fraterna e di servizio reciproco. Nel solco di San Benedetto sorsero nel continente europeo e nelle isole centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Paolo VI lo proclamò patrono d'Europa (24 ottobre 1964). La sua memoria, a causa della Quaresima, è stata trasferita dalla data tradizionale del 21 marzo, ritenuto il giorno della sua morte, all'11 luglio, giorno in cui fin dall'alto Medioevo in alcuni luoghi si faceva un particolare ricordo del santo.
 
 
Da Famiglia Cristiana di Domenico Agasso:
 
La sua nobile famiglia lo manda a Roma per gli studi, che lui non completerà mai. Lo attrae la vita monastica, ma i suoi progetti iniziali falliscono. Per certuni è un santo, ma c'è chi non lo capisce e lo combatte. Alcune canaglie in tonaca lo vogliono per abate e poi tentano di avvelenarlo. In Italia i Bizantini strappano ai Goti, con anni di guerra, una terra devastata da fame, malattie e terrore. Del resto, in Gallia le successioni al trono si risolvono in famiglia con l'omicidio. 'Dovremmo domandarci a quali eccessi si sarebbe spinta la gente del Medioevo, se non si fosse levata questa voce grande e dolce'. Lo dice nel XX secolo lo storico Jaques Le Goff. E la voce di Benedetto comincia a farsi sentire da Montecassino verso il 529. Ha creato un monastero con uomini in sintonia con lui, che rifanno vivibili quelle terre. Di anno in anno, ecco campi, frutteti, orti, il laboratorio... Qui si comincia a rinnovare il mondo: qui diventano uguali e fratelli 'latini' e 'barbari', ex pagani ed ex ariani, antichi schiavi e antichi padroni di schiavi. Ora tutti sono una cosa sola, stessa legge, stessi diritti, stesso rispetto.
 
Qui finisce l'antichità, per mano di Benedetto. Il suo monachesimo non fugge il mondo. Serve Dio e il mondo nella preghiera e nel lavoro.Irradia esempi tutt'intorno con il suo ordinamento interno fondato sui tre punti: la stabilità, per cui nei suoi cenobi si entra per restarci; il rispetto dell'orario (preghiera, lavoro, riposo), col quale Benedetto rivaluta il tempo come un bene da non sperperare mai. Lo spirito di fraternità, infine, incoraggia e rasserena l'ubbidienza: c'è l'autorità dell'abate, ma Benedetto, con la sua profonda conoscenza dell'uomo, insegna a esercitarla 'con voce grande e dolce'. Il fondatore ha dato ai tempi nuovi ciò che essi confusamente aspettavano. C'erano già tanti monasteri in Europa prima di lui.
 
Ma con lui il monachesimo-rifugio diventerà monachesimo-azione. La sua Regola non rimane italiana: è subito europea, perché si adatta a tutti. Due secoli dopo la sua morte, saranno più di mille i monasteri guidati dalla sua Regola (ma non sappiamo con certezza se ne sia lui il primo autore. Così come continuiamo ad essere incerti sull'anno della sua morte a Montecassino). Papa Gregorio Magno gli ha dedicato un libro dei suoi Dialoghi, ma soltanto a scopo di edificazione, trascurando molti particolari importanti.
 
Nel libro c'è però un'espressione ricorrente: i visitatori di Benedetto - re, monaci, contadini - lo trovano spesso 'intento a leggere'. Anche i suoi monaci studiano e imparano. Il cenobio non è un semplice sodalizio di eruditi per il recupero dei classici: lo studio è in funzione dell'evangelizzare. Ma quest'opera fa pure di esso un rifugio della cultura nel tempo del grande buio.
 
Curiosità 
Il Padre Abate di Montecassino e Vescovo della diocesi di Cassino, S.E. Mons. Bernardo D'Onorio ha donato a tutti i fedeli del territorio oltre 5.000 rosari per pregare contro la crisi economica che sta mettendo in serio pericolo gli equilibri di questa terra bellissima: 'Solo pregando, solo se tutti insieme ci mostreremo devoti - ha detto l'alto prelato all'agenzia AGI - riusciremo a risolvere la profonda crisi economica che sta attanagliando questa terra'. Il padre abate di Montecassino (l'abbazia fondata da San Benedetto nel 529 e dove sono custodite le spoglie) ha distribuito i cinquemila rosari nel corso della processione con la statua della Santissima Madonna dell'Assunta.
 
'In questo modo, invogliando i fedeli alla preghiera - ha continuato Mons. D'Onoriop - forse si riuscirà a trovare uno spiraglio. Pregando, San Benedetto è riuscito a costruire tanto, molto. Quello di cui ora il cassinate ha bisogno è di una boccata d'ossigeno lavorativa per migliaia di persone che rischiano di morire di fame'. 
 
Tra i problemi che stanno a cuore al vescovo c'è anche quello dell'ospedale che necessita di essere costruito nel più breve tempo possibile e per il quale ha invitato tutti a pregare: 'Sono certo che anche in questo caso la struttura ospedaliera che aspettiamo da anni con la fede possa concludersi entro breve tempo'.
 
 
Redazione Zenit, Redazione Korazym
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