Lui va ad alloggiare dai peccatori, da quelli che non solo erano ritenuti poco di buono, ma erano disprezzati come traditori della fede di Israele Non ha paura delle critiche, non si cura di eventuali scandali, vuole far capire che di fronte a Dio siamo tutti uguali e che non c'è peccatore incallito che non possa ricuperare candore di vita
del 10 novembre 2006
 
 
L’India è famosa perché la gente è suddivisa in tante caste, in tanti gruppi gerarchizzati, ciascuno dei quali vive la sua vita e non deve mescolarsi agli altri. I poveri stanno coi poveri, i ricchi con i ricchi, i puri con i puri e i malvagi coi malvagi. Anche presso il popolo d’Israele c’era una sorta di suddivisione e separazione tra la gente di diverso rango o diverso lavoro. Oggi crediamo di essere tutti uguali, ma ci sono ancora tantissime separazioni, tantissimi circoli privati, tante appartenenze di rango; sono aumentate ancora di più da quando vivono tra di noi popolazioni immigrate. Non è vero che siamo un popolo solo, abbiamo parecchi muri che ci tengono separati. Siamo tutti vicini, ma abbiamo costruito delle buone staccionate che ci dividono.
Gesù fa saltare una separatezza assurda. Lui va ad alloggiare dai peccatori, da quelli che non solo erano ritenuti poco di buono, ma erano disprezzati come traditori della fede di Israele Non ha paura delle critiche, non si cura di eventuali scandali, vuole far capire che di fronte a Dio siamo tutti uguali e che non c’è peccatore incallito che non possa ricuperare candore di vita. Non è un giudice, ma un amico; non si adatta alle situazioni anche le più incallite, ma vuol sempre superare ogni steccato che tiene uomini e donne in situazioni di peccato. La gente non lo capisce. E’ andato a mangiare con i mafiosi, con i massoni, con i papponi, ha avuto il coraggio di accettare di farsi invitare dai terroristi, sta con i kamikaze, coi drogati, si è fatto invitare da un banchiere che ha messo sul lastrico mezzo mondo… potremmo continuare. Non sarà il Figlio di Dio uno che se la intende con gente di questo rango.
Gesù è di altro avviso. Lui crede di più all’immagine di Dio impressa nell’uomo che a tutti i tradimenti che hanno tentato di deformarla. Lui sa che non si può mai cancellare dall’uomo la sua dignità. Per questo non è ammessa la pena di morte tra i cristiani, perché ogni uomo è sempre redimibile, ha sempre più passato che futuro, anche se è sull’orlo della tomba. La vita è una qualità di gesti di amore e non una quantità di opere o di misfatti.
Abbiamo bisogno di ponti, non di muri, di speranza soprattutto.
Ma questa speranza dove la trovo?
mons. Domenico Sigalini
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