Oltre 50mila giovani in viaggio verso la diocesi ambrosiana che da stasera ospiterà il 28mo Pellegrinaggio di fiducia sulla terra, organizzato dalla Comunità ecumenica fondata da frère Roger. I messaggi del papa e dei leader religiosi.
del 28 dicembre 2005
Stasera le campane di tutte le chiese di Milano suoneranno a festa. È il segno di accoglienza che darà il via al 28mo “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra”, organizzato dalla Comunità ecumenica di Taizé. Un appuntamento itinerante che ogni anno riunisce in una città europea i giovani del vecchio continente, un incontro di preghiera e condivisione nato dall’intuizione del fondatore di Taizé, frère Roger, ucciso lo scorso agosto da una squilibrata proprio all’interno della chiesa della comunità.
 
A Milano i giovani saranno oltre 50mila, un numero inferiore rispetto alle edizioni degli anni scorsi, dovuto al fatto che molti ragazzi, specie quelli dell’est europeo, hanno già fatto sacrifici per essere presenti a Colonia per la Giornata mondiale della gioventù. Il Capodanno europeo di Taizé non sarà comunque diverso dagli altri, anche perché il messaggio lanciato da migliaia di ragazzi di diverse confessioni cristiane, impegnati a costruire unità attraverso il dialogo e la fede in Cristo, è eloquente. Gli spazi della Fiera e circa 400 parrocchie della città e dell'hinterland saranno i luoghi di una quattro giorni di preghiera e riflessione che si chiuderà la mattina di Capodanno. Tavole rotonde, celebrazioni, lavori di gruppo, con una sintesi  giornaliera che verrà fatta ogni sera dal priore della comunità Frère Alois. I momenti di preghiera, alla Fiera, saranno due al giorno, alle 13.15 e alle 19, mentre domani e venerdì sarà la volta di incontri di riflessione su mondializzazione, immigrazione, ospitalità e dialogo con l' Islam. Venerdì, poi, il cardinale Dionigi Tettamanzi incontrerà i giovani di Taizé in Fiera, per offrire alcuni spunti di riflessione.
 
Nella sua lettera scritta qualche mese fa in preparazione all’incontro, l’arcivescovo di Milano aveva chiesto ai giovani di “seminare un nuovo segno di speranza e di pace nella storia, con grande umiltà, ma anche con generosa responsabilità”. “In una città scintillante di luci, come avviene in particolare nei giorni delle festività natalizie, - scriveva il cardinale - quella che noi desideriamo portare può sembrare una luce troppo debole e incerta. Eppure essa è un riflesso reale della vera luce che illumina ogni uomo, cioè del Signore Gesù, l’Emmanuele che è nato per noi e che ancora oggi, risorto e glorioso, continua a vivere con noi, perché lui è e rimane il “Dio-con-noi”.
 
Parole intense che testimoniano il ruolo svolto dalla diocesi nella preparazione dell’evento. Una macchina dell’accoglienza piuttosto complessa che si è attivata da mesi, attraverso la spiritualità (con una preghiera settimanale) e la logistica. La maggior parte dei giovani alloggerà nelle case di circa 10mila famiglie milanesi, qualche migliaio negli oratori. Ecco così che i circa 11mila polacchi saranno accolti, ad esempio, nel padiglione 3 della Fiera, i mille lituani nei locali delle suore Marcelline e gli altri provenienti anche da Costa d'Avorio, Burundi, Uganda e Singapore in numerose realtà locali, a Milano ma anche a Varese, Busto Arsizio, Treviglio. Dalle chiese i ragazzi saranno quindi indirizzati nelle case delle famiglie che hanno dato la disponibilità ad ospitarli. Il tutto coordinato da un servizio d’ordine di 1500 volontari che avranno il compito di gestire l'organizzazione.
 
Sul piano spirituale, la speranza riposta sull’incontro è grande. I giovani rappresentano il futuro e sono chiamati ad assumersi le loro responsabilità nella costruzione di un mondo più giusto che sappia vivere in profondità. A loro, Frère Roger ha dedicato il suo ultimo pensiero, raccolto in una lettera incompiuta scritta il giorno prima della sua morte, e che in questi giorni i giovani dovranno completare. Il pomeriggio prima dell'aggressione, il fondatore di Taizé aveva dettato ai suoi collaboratori queste parole: ''Nella misura in cui la nostra comunità crea nella famiglia umana delle possibilità per allargare...''. Poi si fermò e non finì la frase. ''In un certo senso - ha spiegato frère Alois - ognuno a Milano sarà chiamato a terminarla aprendosi all'invito che essa contiene e provando a rispondere attraverso la propria vita”.
 
La riflessione dei ragazzi provenienti da 42 paesi sarà guidata anche dalle parole di numerosi leader religiosi mondiali, tra cui il patriarca di Mosca Alessio II, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, l'Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams e papa Benedetto XVI. 'In un mondo indebolito da numerosi focolai di tensione e nelle nostre società sviluppate ove emergono nuove forme di violenza che colpiscono in particolare i giovani – scrive il pontefice - il papa vi invita ad essere testimoni, con semplicità e con gioia, dello Spirito di pace che ci abita, grazie al dono che il Signore Gesù ha fatto di se stesso, una volta per tutte, sulla Croce, per amore di tutti”. Poiché, come dice l'Apostolo Paolo, ''egli e' la nostra pace (Ef 2, 14) e colui che ci invita al perdono, segno di un amore perfetto”. Un messaggio è arrivato anche dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan che osserva: ''Non è così difficile essere contro la guerra. Ciò che lo è molto di più è resistere ogni giorno ai pregiudizi, alle semplificazioni e ai diversi amalgama che attizzano l'odio, esacerbano le tensioni e minacciano la stabilità delle nostre società e la pace tra le nazioni. Ciò che è difficile è cercare sempre le linee di incontro, piuttosto che i punti di divisione”.
Matteo Spicuglia
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