La mattina seguente, accortosi del furto, il Parroco mobilitò diversi parrocchiani per gettarsi alla ricerca delle particole trafugate. Tutto risultò vano. Trascorse quasi un mese, fino a che un giovane diciottenne, Giuseppe Orefice, passando di buon mattino accanto al campo del Duca di Grottelle, vide qualcosa brillare nel buio.
Sono almeno due i miracoli Eucaristici che ci possono aiutare a rafforzare la fede nela Presenza Permanente del Signore Gesù nella Santissima Eucaristia, anche fuori dalla celebrazione. Uno è il famoso miracolo di Siena occorso nel 1730, quando il 14 agosto approfittando dell‚Äôassenza dei frati, impegnati a celebrare i Primi Vespri dell'Assunta nella Basilica della città, alcuni ladri saccheggiarono la chiesa di San Francesco rubando anche la pisside che conteneva 351 ostie. Le particole, ritrovate tre giorni dopo, il 17 agosto 1730, permangono ancora intatte ai giorni nostri. Giovanni Paolo II in occasione della sua visita al Santuario Eucaristico di Siena il 14 agosto 1980 esclamò: È la Presenza!
L'altro miracolo, sul quale vogliamo fissare la nostra attenzione, è meno conosciuto e si verificò in quel di Napoli nel 1772.
Il miracolo, come vedremo, ebbe vasta eco e, dal momento che Caterina Sordini e il padre Lorenzo all'epoca avevano continui contatti con il Regno e la città di Napoli, ci è lecito supporre che il racconto del fatto prodigioso dovette giungere anche in casa Sordini. Se così fu i genitori, grandemente animati da pietà eucaristica, non mancarono di narrarlo ai loro figli ad edificazione e progresso della loro giovane fede.
Il 27 gennaio 1772 alcuni ladri entrarono furtivi nella chiesa di San Pietro Apostolo nel Borgo di Patierno: asportarono arredi e oggetti sacri, fra cui anche la pisside contenente diverse ostie consacrate. La mattina seguente, accortosi del furto, il Parroco mobilitò diversi parrocchiani per gettarsi alla ricerca delle particole trafugate. Tutto risultò vano. Trascorse quasi un mese, fino a che, il 18 febbraio del medesimo 1772, un giovane diciottenne, Giuseppe Orefice, passando di buon mattino accanto al campo del Duca di Grottelle, vide qualcosa brillare nel buio. Non appena rincasato riferì la visione delle misteriose luci al padre che, un po' incredulo, non diede al racconto importanza alcuna. Il giorno seguente - il 19 febbraio 1772 - si trovarono però di nuovo a passare presso il campo del Duca: con Giuseppe c'era il padre e il fratello minore. Giunti sul luogo della visione tutti e tre videro distintamente stelle misteriose brillare nell'oscurità proprio in prossimità del terreno. Giuseppe allora, corse ad informare il parroco il quale raggiunto il luogo indicato in compagnia del fratello sacerdote, rinvenne sotto le zolle umide un buon numero di ostie integre e perfettamente conservate. Altri sacerdoti vollero perlustrare il campo e vennero così rinvenute anche le altre particole mancanti.
Le ostie furono collocate, mediante una solenne processione, nella Chiesa di San Pietro Apostolo dove sono ancor oggi conservate e venerate. La notizia del fatto prodigioso si diffuse rapidamente attirando l'attenzione del Vescovo di allora, il grande Sant'Alfonso Maria del Liguori, il quale certificò la veridicità del miracolo dopo una rigorosa inchiesta.
Non possiamo fare a meno di rimarcare la singolare coincidenza che lega questo fatto alla vita di Caterina Sordini. Infatti in uno stesso 19 febbraio, diciassette anni più tardi, ella - ormai giovane novizia tra le francescane di Ischia di Castro col nome di sr. M. Maddalena dell'Incarnazione - vide al posto della parete del refettorio un'ostia luminosa e udì il Signore indicarle la fondazione di un Istituto di Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento. Il vero lume dell'Eucaristia avrebbe strappato l'uomo dalle oscurità che stavano per avvolgere il mondo a motivo delle idee anticristiane seminate dalla rivoluzione francese.
Anche nel Miracolo di Patierno la Presenza di Cristo nell'Eucaristia brilla come stella nell'oscurità. Il prodigioso evento possiede un grande insegnamento per noi, sul piano simbolico.La radice stessa della fede della chiesa, l'Eucaristia, viene abusivamente sottratta alla comunità dei fedeli, la parrocchia: non sarà proprio questa l'opera di scristianizzazione della società? Un progressivo rubare dai cuori la certezza della fede nella Presenza permanente del Signore nelle vicende umane?
Le ostie vengono sepolte in un campo, ma la Presenza di cui sono veicolo, sacramento, non può restare nascosta e brilla nella notte. Sembra la parabola della storia degli ultimi secoli: nonostante il tentativo di sotterrare tra le zolle del dubbio sistematico la fede della Chiesa (e in particolare la fede nell'Eucaristia), essa è emersa più fulgida di prima anche grazie alla testimonianza di alcuni profeti.
Penso qui non solo a Madre Maria Maddalena dell'ncarnazione, a cui il Signore stesso indicò che il Lume dell'Eucaristia avrebbe salvato il mondo dal relativismo assoluto, ma anche a personalità più vicine a noi come il nostro grande papa Giovanni Paolo II. Egli nella sua ultima lettera Apostolica Mane nobiscum Domine chiama l'Eucaristia Mistero di Luce e, tra le molte altre cose degne di nota, scrive: proprio attraverso il mistero del suo totale nascondimento, Cristo si fa mistero di luce, grazie al quale il credente è introdotto nelle profondità della vita divina. Suggestivo rileggere queste parole alla luce del Miracolo Eucaristico di Patierno! Paradossalmente proprio il nostro secolo che faticosamente risorge dalla sfida dell'ateismo e dell'indifferenza religiosa è chiamato a penetrare le profondità del Mistero.
Protagonisti del miracolo di Patierno sono poi due capisaldi della società umana e cristiana: la famiglia e il sacerdozio. È una famiglia che "avvista" Gesù - anzi, considerate le precedenti infruttuose ricerche del parroco, potremmo più giustamente dire che è Gesù a manifestarsi a una famiglia -, ma sono i sacerdoti che in seguito lo riconoscono e lo trovano.
Questo insegna come Gesù permanga nel sacramento per tutti, come egli voglia rimanere con i suoi tutti i giorni fino alla fine del mondo, ma tra questi "suoi" ha scelto qualcuno che lo rappresenti in modo particolare, che sia intermediario fra il popolo di questa sua Presenza Perpetua e Salvifica: il sacerdote.
Sr. Maria Gloria Riva
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