Miracoli Eucaristici 12 - Il miracolo di Santarém

La giovane donna, pur consapevole del sacrilegio, assecondò la richiesta e recatasi nella sua parrocchia, dopo aver ricevuto l'Eucaristia la nascose furtivamente nell'angolo del fazzoletto. Una volta uscita alcune persone la fermarono chiedendole se si fosse ferita perché vistose gocce di sangue segnavano il suo cammino.

Miracoli Eucaristici 12 - Il miracolo di Santarèm

La località è sicura: Santarèm, una cittadina del Portogallo situata tra Lisbona e Fatima, patria di sant'Irene e di San Ferdinando re. Incerta invece è la data del miracolo. I documenti originali sono andati distrutti e le numerosissime testimonianze che ci rimangono recano date diverse: 1266, 1247, 1346. Queste differenze sembrano attribuibili al fatto che a Santarèm si verificò un doppio miracolo e che dalla particola il sangue vivo è sgorgato pi√π volte lungo i secoli.
Ma ricordiamo i fatti: tra il 1266 e il 1247 una giovane sposa, tormentata dall'infedeltà del marito e nell'estremo tentativo di riconquistare l'amore di lui, si rivolse a una fattucchiera. Questa le disse di essere in grado di elaborare un potente filtro d'amore che avrebbe ridato al marito la fedeltà e passione originaria; ingrediente indispensabile per una tale prodigiosa pozione era però una particola consacrata che la sposa stessa doveva procurare.

La giovane donna, pur consapevole del sacrilegio, assecondò la richiesta e recatasi nella sua parrocchia, la Chiesa di Santo Stefano, dopo aver ricevuto l'Eucaristia la nascose furtivamente nell'angolo del fazzoletto che portava sul capo. Una volta uscita si diresse velocemente verso casa, ma alcune persone la fermarono chiedendole se si fosse ferita perché vistose gocce di sangue segnavano il suo cammino. La donna capì all'istante da dove venisse il sangue e col fiato in gola corse a casa, nascondendo rapidamente la particola - avvolta in un panno - dentro a un baule di cedro.

La donna parve acquietarsi, venne la sera, il marito rincasò e, dopo aver cenato si coricarono come al solito. Improvvisamente però, nel cuore della notte, furono svegliati da un bagliore di luce che palpitava dentro la stanza e proveniva dal baule della donna. Questa fu allora, costretta a raccontare ogni cosa al marito che rimase attonito a guardare l'ostia luminosa e sanguinante. I due passarono il resto della notte in silenziosa e commossa adorazione godendo anche - almeno così si tramanda - una visione di angeli adoranti il prodigio.
Non appena fu mattina corsero ad avvertire il parroco, la voce del miracolo si sparse e molta gente si recò nell'abitazione per prostrarsi in adorazione e pregare. L'ostia fu riportata in Chiesa con una solenne processione, il parroco la ripose in un reliquiario di cera d'api e la sanguinazione continuò ininterrottamente per tre giorni.
A questo punto si colloca un secondo miracolo che alcuni vogliono datare parecchio tempo dopo e cioè, appunto, attorno al 1340.
Un giorno il sacerdote che doveva ispezionare la reliquia contenuta nel vasetto di cera, trovò la cera liquefatta e la particola ben custodita dentro una teca di cristallo a collo stretto, ermeticamente chiusa. Nella teca è ancora oggi ben visibile il sangue mescolato a residui di cera e nel corso dei secoli sono state raccolte numerose testimonianze di persone che non solo hanno visto nuove emissioni di sangue, ma anche l'immagine del Salvatore. Tra queste quella autorevole di san Francesco Saverio che visitò il Santuario prima di partire missionario per le Indie.
Quella fattucchiera, suo malgrado, disse alla giovane donna una grande verità: veramente l'Eucaristia è un cibo potente capace di far tornare nell'uomo la fedeltà e l'amore originario. Di fatto i due sposi di Santarèm risolsero il loro problema familiare grazie alla presenza viva e operante di Cristo che li riconciliò con Dio e fra di loro.
In questo miracolo il legame tra il sacramento dell'Eucaristia e il sacramento del matrimonio emerge in modo straordinario. È la Presenza che salva e cementa l'unione tra gli sposi; è la capacità di guardare insieme verso un amore più grande del loro - l'Amore di Cristo testimoniato fino al sangue - che dona la forza di superare le difficoltà di rapporto. In questo miracolo, la notte del peccato è stata sconfitta da una notte di adorazione. Un prodigio e una processione (che peraltro si ripete ogni anno durante la seconda domenica di Aprile) ha reso evidente il legame tra la chiesa domestica, la famiglia, e la chiesa parrocchiale.
Anche il secondo evento miracoloso, fa pensare. La cera d'api - pur essendo un materiale altamente evocativo perché rimanda al cero pasquale - non è adatta a custodire del sangue vivo. Il fatto che la particola sia stata ritrovata dentro una teca di vetro testimonia da un lato il ripetersi del prodigio, che certo necessitava di ben altro contenitore, e dall'altro la verità del detto biblico: chi custodisce le cose sante sarà da esse santificato. Quando l'uomo si prende cura del sacro e circonda la sua vita del senso della Presenza di Dio, la Presenza di Dio - il sacro - santifica la sua vita. Il matrimonio dei due sposi di Santarèm è stato santificato dalla custodia consapevole della Presenza di Cristo nell'ostia santa, così anche i ministri dell'Ordine sacro - i sacerdoti - quanto più custodiranno quel mistero che sta al cuore stesso del o loro esistere, tanto più saranno custoditi nel loro santo proposito.

Sr. Maria Gloria Riva

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