Che i giovani stravedano per la musica è sotto gli occhi di tutti... Oggi non è più possibile comunicare il meglio di noi se non attraverso la musica, il canto, il ritmo... Le parole al riguardo non sono secondarie: i ragazzi le ascoltano, le imparano subito a memoria, le trascrivono nel diario, le mandano in sms agli amici, diventano frasi di riconoscimento...
del 21 dicembre 2005
 
 
Che i giovani stravedano per la musica è sotto gli occhi di tutti… Oggi non è più possibile comunicare il meglio di noi se non attraverso la musica, il canto, il ritmo. Non è solo scatenarsi di energie o sfogo di passioni, è soprattutto comunicazione profonda di sentimenti e di situazioni esistenziali.
Solo dopo arriva tutto l’apparato commerciale, ma prima c’è l’emozione, il sentirsi interpretati, il comunicare le proprie sensazioni, spesso le proprie paure ,più frequentemente, la propria voglia di vivere. Le parole al riguardo non sono secondarie: i ragazzi le ascoltano, le imparano subito a memoria, le trascrivono nel diario, le mandano in sms agli amici, diventano frasi di riconoscimento.
Nel Vangelo c’è un cantautore di eccezione, che sta sicuramente all’altezza dei gusti di chi ama la poesia, di chi vuol farsi aprire il cuore alla speranza, a una visione di mondo non scontato, non depresso e nemmeno ammorbato dalla noia.
Il cantautore di eccezione è Maria. É lei che canta la speranza del suo popolo, è lei che piena di grazia e di gioia alza un inno al Creatore e suo Signore. Porta in grembo la salvezza, ma ne canta la forza e la bontà. Si sente coinvolta in una storia d’amore e la canta per tutti.
Il pezzo si chiama Magnificat. Da allora ogni giorno i cristiani di tutte le altitudini lo cantano; artisti lo hanno musicato in tutti i modi e può custodire ancor oggi i sogni di tutte le generazioni
Dice il canto: Dio è potente, è grande, ha guardato me che neanche sapevo di esistere, m’ha fatto grande, mi ha voluto con se a cambiare il mondo, per rimandare i ricchi a mani vuote, per disperdere i superbi. Lui è la speranza degli umili, è la voce dei poveri, è la fine dei soprusi; il Suo nome si leva santo su ogni superbia umana, non costringe ma libra, la parola data la mantiene ad ogni costo, contro tutte  le convenienze dei potenti e le strumentalizzazioni dei furbi. Non ci abbandonerà mai!”
E’ un canto di gioia di una ragazza felice di diventare la madre del Signore ed è il canto dell’attesa e della speranza certa. Ma questa speranza, dove la trovo?
mons. Domenico Sigalini
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