Nigeria, ancora stragi di cristiani

Boko Haram "sta cambiando tattica per aggirare lo stato di emergenza. Stanno monitorando le aree in cui i cristiani si riuniscono, segnalano le case e cappelle cristiane e poi attaccano, casa per casa, durante la notte". Non siamo davanti a una guerra di religioni, ma a scontri che hanno soprattutto radici sociali, economiche ed etniche.

Nigeria, ancora stragi di cristiani

da Attualità

del 10 gennaio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 

          'Non siamo davanti a una guerra di religioni, ma a scontri che hanno soprattutto radici sociali, economiche ed etniche'. Lo afferma ai nostri microfoni p. Franco Moretti, direttore del mensile dei comboniani Nigrizia, commentando i nuovi attacchi della setta islamista 'Boko-Haram' contro le comunità cristiane nel Nord-est della Nigeria, che hanno provocato decine di morti e centinaia di sfollati.

          'La Nigeria è un Paese molto ricco, con immense risorse petrolifere, ma le popolazioni del Nord, stentano a godere di questi beni. Se ci fossero più giustizia e armonia sociale forse questi scontri cesserebbero del tutto' spiega Moretti. 'Al Nord il conflitto fra cristiani e musulmani nasce soprattutto dal fatto che i primi hanno goduto dei frutti della modernità, mentre i secondi, anche per tradizione, hanno sempre rifiutato il progresso' aggiunge il direttore di Nigrizia. 'Anche vent'anni fa nel Nord c'erano stati scontri simili, perché gruppi tradizionalisti islamici si opponevano al progresso occidentale. Il Governo federale aveva lasciato che degenerassero per poter intervenire poi, in un secondo momento, in modo radicale. Ora temo si riproponga lo stesso copione'. 'D'altronde - spiega il direttore di Nigrizia - il Governo federale in Nigeria, come le potenze coloniali, non si è mai interessato molto alla modernizzazione del Nord, assecondando gli sceicchi locali. Esistono poi tensioni tra il partito del Governo centrale e i governi locali degli stati di Nord che avversano il presidente Goodluck Jonathan, cristiano del Sud. Alle radici degli attacchi ai cristiani ci sono perciò molte motivazioni non religiose, ma culturali e politiche'.

Nigeria. Cristiani in fuga, sale la tensione per il caro-benzina

          In Nigeria, una persona è stata uccisa durante manifestazioni nell’ambito dello sciopero generale proclamato oggi in segno di protesta contro il raddoppio dei prezzi del carburante. E’ accaduto a Lagos, mentre a Kano la folla ha cercato di entrare nell'ufficio del governatore. Nel Paese resta alta la tensione anche per i massacri contro i cristiani. Il presidente Jonathan ieri ha accusato “elementi interni all'apparato statale di appoggiare e 'coprire' gli integralisti islamici del gruppo Boko Haram” che, da Natale, hanno massacrato più di 80 persone. Dai sanguinosi assalti alle chiese che il giorno di Natale avevano causato almeno 49 morti, nuovi attacchi – in maggioranza rivendicati dagli integralisti islamici di Boko Haram – hanno ucciso altre decine di cristiani. Stragi contro le quali nulla ha potuto finora lo stato d'emergenza decretato il 31 dicembre in alcuni Stati del nord dal presidente, né il coprifuoco imposto per 24 ore nell'Adamawa, un altro Stato del nordest, dalle autorità locali. Intanto, i cristiani delle tribù indigene nello stato di Yobe sono terrorizzati e si preparano ad abbandonare i loro territori ancestrali, a causa delle minacce e delle violenze del gruppo Boko Haram. E’ quanto riferiscono fonti di Fides in Nigeria, ricordando che Boko Haram 'sta cambiando tattica per aggirare lo stato di emergenza. Stanno monitorando le aree in cui i cristiani si riuniscono, segnalano le case e cappelle cristiane e poi attaccano, casa per casa, durante la notte”. Come riferisce l’Ong “Christian Solidarity Worldwide”, che è presente in loco, a Damaturu, capitale dello Stato di Yobe, uomini armati hanno attaccato un complesso cristiano a Gashu'a Road, uccidendo due persone e ferendone altrie. La milizia continua a organizzare attentati esplosivi negli Stati di Borno e Jigawa e Gombe. Secondo i cristiani locali, “il pericolo è che ci siano rappresaglie, che possono innescare ulteriori violenze e spargimenti di sangue”. Padre Timothy Lehane Barrett, Segretario generale della “Pontificia Opera per la Propagazione della Fede”, che è stato di recente in Nigeria afferma: “Il Boko Haram non rappresenta i musulmani nigeriani: ho visto molte manifestazione di dialogo e solidarietà interreligiosa, perché i musulmani vedono le buone opere compiute dai cristiani.

          Vogliamo dire ai cristiani nigeriani che non sono soli, che molte comunità nel mondo pregano per loro e sono loro vicini. So che i fedeli in Nigeria offrono a Dio la loro sofferenza e pregano per i cristiani perseguitati in tutto il mondo e anche per i loro nemici, cioè per quanti li attaccano e li uccidono”. 

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