Abbiamo sbalzato Dio dall'orizzonte della nostra vita credendo di esserci liberati da una realtà ingombrante e ci accorgiamo che non siamo più in grado di capire chi siamo. Quanto più Dio si allontana nel tempo e nella storia, tanto più cresce il bisogno di fonti di senso
del 15 novembre 2006
 
La nostra vita è un grande campo in cui molti lavorano, arano, seminano, raccolgono. I primi sono i genitori, i nonni, i fratelli e le sorelle, gli insegnanti, i preti, le suore, i catechisti, gli amici, la gente che incontriamo. Ciascuno lascia la sua traccia più o meno buona, più o meno determinante. Abbiamo una nostra coscienza, un’anima che nessuno può rubarci, ma siamo costruiti da tante piccole e grandi forze. Una delle più importanti è quella che ci aiuta a trovare il senso della vita, il perché, quella che ci aiuta a dare alla nostra esistenza la direzione della felicità, quella vera. Si tratta di fondare la vita su una roccia sicura, su una pietra che regge tutto. Gesù era questo per il popolo di Israele, ma la gente lo ha scalzato, lo ha scartato, anzi lo ha messo in croce credendo di averlo eliminato.
Capita così anche oggi. Abbiamo sbalzato Dio dall’orizzonte della nostra vita credendo di esserci liberati da una realtà ingombrante e ci accorgiamo che non siamo più in grado di capire chi siamo. Quanto più Dio si allontana nel tempo e nella storia, tanto più cresce il bisogno di fonti di senso. Non trovandole più in Dio, queste fonti di senso, l'uomo le inventa, le costruisce, le cerca nella sfera immanente delle sue azioni e del suo mondo. E' proprio vero che quando si eclissa Dio spuntano gli idoli, la religiosità diventa superstizione, l'uomo smarrisce il senso della sua dignità e del suo destino.
Perché spesso siamo annoiati, scontenti, senza ideali, infelici? Perché stiamo male? Perché nonostante tutto ci vada bene sentiamo di non essere contenti? Proviamo a vedere che posto abbiamo lasciato a Dio nella nostra vita. Se lo abbiamo scartato, non ci possiamo meravigliare. Siamo stati fatti a sua immagine e se non la ristabiliamo in noi e fuori di noi non avremo mai la felicità.
Ma la pietra scartata diventerà ancora la pietra angolare, quella su cui poggia tutto l’edificio della nostra vita. Questa è la speranza di cui il cristiano vive, questa è la speranza che può dare nuova vita al mondo distratto di oggi.
 
mons. Domenico Sigalini
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