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Oggi mi faccio single

Categoria tutto smalto, tutta libertà, cultura, moda, belli e vincenti, con portafogli medio alti. È l'immagine dei single che emerge e si fa strada. Sono l'avvenire o la fine di una società senza futuro?


Oggi mi faccio single

da Attualità

del 14 febbraio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 

 

Giovane, bella, elegante. Jeans rimboccati, scarpette a punta schiaccia-formiche, micio sul tavolo con la coda alzata, note book aperto, su un vassoio un cornetto, un bicchiere di aranciata. Ma alto, sul capo cotonasto, aleggia un balloon con la testa del maschio. L’Uomo dei suoi sogni, delle sue attese, dei suoi desideri? La vignetta interpreta uno dei miti del nostro tempo: il single.

Recenti statistiche ci dicono che i single in Italia sono cinque milioni e mezzo. Uomini e donne mai sposati, né vedove né separati. Nei Paesi occidentali, Francia e Germania in testa, sono di più. E il fenomeno tende a crescere in tutta l’Europa occidentale. Figlio del benessere?

Una categoria spesso invidiata. Liberi, senza responsabilità familiari.

I maghi del marketing creano per loro offerte sempre più allettanti, il mercato li coccola, la pubblicità li tiene sotto tiro, le editrici li blandiscono, per loro pubblicano romanzi e riviste con mille proposte cattivanti. Le fabbriche creano modelli di auto quasi solo per loro, linea filante, sportiva, decapottabile. Due posti. Uno per lui, l’altro per la ’lei’ di turno. E viceversa.

Liberi come il vento. Una mostra da visitare, una crociera per i mari del Sud, un festival di musica rock, una prima teatrale, una maratona strappamuscoli. Vanno, vengono, non devono chiedere permessi a nessuno, non devono spiegare a nessuno dove e con chi hanno dormito quella notte o perchè il colletto della camicia è sporco di rossetto.

Una categoria insomma tutto smalto. Tutta libertà. Ovviamente cultura e portafogli medio-alti. Belli e vincenti.

Tutto bene, allora? Li invidiamo? Single è bello?

 

… accudire la gatta…

Tutto bene, forse, fin verso i quaranta. Quando si affacciano le prime nubi.

“Sono una single. Fino a poco tempo fa mi sentivo appagata. Ora forse perché si avvicinano i quarant’anni, avverto il desiderio di una relazione forte, di una persona con cui costruire il futuro. Ho tanti amici, uomini simpatici e aperti. Ci legano interessi comuni, ma non quelle affinità elettive che indicherebbero il partner giusto. Perché non lo trovo? Zeta, Milano”.

Le risponde su Io Donna Silvia Vegetti Finzi, università di Pavia. “Non ti mancano certo le occasioni di incontro. Abiti sui Navigli, una zona della movida notturna milanese, frequenti gli happy hour, i ristoranti di moda, i concerti e le mostre d’arte underground. Ma, al tempo stesso, ti piace alzarti tardi al mattino, fare una bella colazione, accudire la gatta e poi lavorare fino all’ora di cena sentendo la radio, sorseggiando tisane, telefonando e inviando sms agli amici per combinare la serata. I tuoi spazi, i tuoi orari, i tuoi ritmi sono sacri: ogni variazione ti disturba. ‘Sto bene con me stressa’ dichiari ‘e ci tengo alla mia libertà’. Ma, in ultima analisi, che cosa serve la tua libertà? A cercare qualcuno con cui condividerla. Ma quel qualcuno non si trova perché, a sua volta, è geloso della sua solitudine, pronto a difendere la sua privacy da qualsiasi interferenza”. E la Silvia conclude: “Finché vi incontrate in uno spazio neutro, in quella terra di tutti e di nessuno che sono i locali pubblici, va bene. Ma quando si tratta di passare all’intimità, scattano gli anticorpi. E voi restate alla ricerca di una soluzione paradossale: la condivisione di due solitudini”.

 

Il fantasma della solitudine e una velata malinconia

È l’ombra nera che si profila dopo i 40 o i 50 anni.

E allora c’è la crociera per single in modo che ciascuno possa incontrare l’anima gemella o il principe azzurro. Ci sono le agenzie matrimoniali che organizzano incontri romantici con buffet, danze, lettura delle carte, ecc. Il problema è sempre e solo quello: trovare l’altra metà di sé, direbbe Platone, per scongiurare il fantasma della solitudine, del vuoto, del domani. Scelgo qualche spunto pubblicato da una affermata agenzia matrimoniale. Da notare come siano più colorite e fantasiose le richieste delle donne.

 

Cito da La Stampa, 31 maggio 2006. Tante persone, con esperienze diverse, tutte però alla ricerca di un partner che dia senso alla loro vita, finora forse brillante ma solitaria.

Un’annotazione curiosa. Forse sono le single in carriera le più esposte al pericolo della solitudine. Sex and the City, il fortunatissimo serial americano, mette in scena quattro protagoniste. Le quali affermano, puntata dopo puntata, che non si è single perché poco attraenti o meno intelligenti o antipatiche. Tutt’altro. Sono donne che hanno tutti i numeri per piacere agli uomini: belle, affermate, ricche. “Ma forse è proprio per queste loro caratteristiche – osserva P. Quilotti, un esperto di questi problemi – che gli uomini le temono o sono loro che non li considerano all’altezza”.

 

Il culto di una libertà assoluta

Una delle cause più influenti di questa tendenza al single, va ricercata nella cultura individualista oggi dominante, nel culto di una libertà assoluta, che rifiuta ogni limite, mentre nel rapporto profondo a due i vincoli sono molteplici. Gioca anche il fatto che alcuni, uomini o donne, hanno una predisposizione alla solitudine e preferiscono dedicarsi allo studio o al lavoro. Conosco un giovane affermatissimo dermatologo che fa della professione la sua vita. Molto studio, molto lavoro in ospedali e cliniche, non perde un Congresso di aggiornamento in Stati Uniti e ci va a sue spese, mi diceva il padre. Unico svago una giornata nella sua stanzetta in un condominio di montagna, tra rocce e nevi. Nel silenzio. Bisogna però dire che vive in famiglia con un papà e una mamma preoccupati del ’dopo’. Scelte analoghe si verificano per il volontariato in tutte le sue forme, in Italia e all’estero.

Occorre aggiungere che alcuni, uomini o donne, non sono capaci costituzionalmente di un rapporto stabile e continuativo, e sfarfallano da una situazione all’altra senza trovare mai un punto di appoggio e di stabilità.

Si dà infine il caso di single che non sono tali per loro scelta ma per situazioni della vita in cui si sono trovati coinvolti. La morte di un coniuge ancora giovane. Separazioni e divorzi che lacerano affetti e famiglie e gettano nella solitudine. Vittime di queste situazioni sono per lo più le donne, anche se oggi gli uomini, sbattuti fuori casa senza moglie e senza figli, stanno reclamando i loro diritti.

 

Armonizzare due libertà

La ricerca esclusiva della propria libertà al di là di ogni vincolo, finisce per portare alla solitudine, al vuoto affettivo, al senso di inutilità o di fallimento della propria vita. Con o senza tanti soldi.

La vocazione normale dell’uomo e della donna è il matrimonio, anche se oggi divampano le polemiche in materia. Con tutte le difficoltà che questo rapporto comporta, oggi soprattutto, ma anche con tutta la ricchezza di valori della maternità e della paternità. Vivere in comunione esige però che si sappia sacrificare un po’ della propria libertà, della propria indipendenza, esige di saper armonizzare due libertà. Molti matrimoni falliscono anche solo dopo pochi mesi di convivenza, per questa incapacità di mettere i freni alla propria voglia di libertà. E questo vale per lui e per lei. Chi ne va di mezzo sono i figli che soffrono profondamente queste lacerazioni.

La pienezza della vita dell’uomo risiede anche nella ricchezza di relazioni che sa stabilire all’interno della famiglia, e all’interno della società, perché questa non si riduca a una somma di interessi conflittuali o di solitudini egoiste. E oggi le vere relazioni, le relazioni profonde sono rare, sia in famiglia che nella società.

Carlo Fiore

http://www.dimensioni.org

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