CI HA CERCATO UNO AD UNO PER DIRCI CHE IL “NON AVER PAURA” CAMBIA IL MONDO! La morte di Giovanni Paolo II è stata accompagnata da una vera e propria ondata mediatica, che ci ha travolto con speciali tv, articoli, interviste (basti pensare all'onnipresente Bruno Vespa!). Tanto è stato il parlare di questo Grande Papa e della Grande Impronta che ha lasciato sul mondo e sulla storia del nostro tempo. Ma ora è bene fermarsi, e in questo fiume di parole e di racconti è importante cercare di dare una chiave di lettura del pontificato di Karol Wojtyla.
del 03 maggio 2005
 
IL SUO VOLTO
La sua ferma ortodossia, il suo amore al cattolicesimo e i suoi gesti hanno demolito muri e costruito ponti. É stato avanti a noi a guidare la Chiesa, indicandoci il cammino. Ci ha amati da padre!
Quante volte nei suoi viaggi il suo volto è stato colto dalle telecamere come fosse distratto davanti a milioni di persone. Guardava i popoli che accorrevano da lui, e sembrava come scrutare l’orizzonte. Non era distratto nei suoi pensieri, ma era assorto su un Volto, su un nome attraverso il quale guardava tutte le folle a lui affidate…
Non ha amato solo i suoi, i cristiani, ma i figli dell’umanità tutta, dispersi nel mondo intero. Quel desiderio di dialogo, quel rispetto e attenzione per ogni cultura, quell’annunzio instancabile dei diritti dei piccoli e della necessità della pace e della libertà religiosa. In Giovanni Paolo II abbiamo contemplato questa paternità, tale anche dove era rifiutata.
Ha sentito e vissuto la sua responsabilità verso tutti, anche verso chi non si è mai sentito come figlio suo.
Ha vissuto lo struggimento di chi vuol far conoscere al mondo intero la bellezza dell’amicizia di Gesù. La sola cosa per cui vale la pena vivere.
Ha fronteggiato la scristianizzazione del mondo, l’indifferenza e l’ironia verso la fede cristiana. L’insuccesso più evidente ha riguardato la pace. I suoi appelli per ricordare nell’atto costitutivo le radici cristiane dell’Europa sono caduti nel vuoto. E quanti ancora i tentativi per la difesa della famiglia, dei valori religiosi, del senso della vita e della morte, del dolore e della fede, le sue encicliche sulla solidarietà, il richiamo alla generosità verso i poveri, all’economia sociale e al senso comunitario … tutto si è scontrato con l’egoismo e l’individualismo mercantile, la volontà di potenza, il desiderio sfrenato di profitto e di possesso.
 
SCONFITTO ?Allora, forse, il Papa che abbiamo salutato non esce trionfante dal mondo come è stato descritto. Ne esce sconfitto, umiliato, disatteso: amatissimo e popolarissimo senza dubbio, ma non per questo ascoltato.
Giovanni Paolo II è stato un vinto come Gesù Cristo, unito a Lui nel non essere compreso. E se il criterio diviene quello del Vangelo, e non delle politiche umane, questo non è un bilancio amaro e fallimentare. La sconfitta di Dio sul campo della storia è una vittoria nei cuori, per chi crede.
La malattia e la vecchiaia hanno reso Giovanni Paolo II più vicino a tutti noi. Forse senza questo ultimo tratto di vita, la sua testimonianza non sarebbe stata completa. Proprio nella sua debolezza, nella sua “sconfitta” ha aperto porte e cuori.
Pur nel diluvio di chiacchiere, quella delle ultime ore di vita di Papa Giovanni Paolo II non è stata la cronaca di un’agonia, bensì di un’esplosione di vita. Ad una società così terrorizzata dalla malattia e dalla morte da pretendere di eliminare tutte le Terry Schiavo, non riuscendo più a carezzare un volto sofferente, questo gigante del nostro tempo, Karol Wojtyla, spalanca un orizzonte immenso e ci grida “Non abbiate paura!”.
É stato uno spettacolo tutta la Chiesa di Dio ai quattro angoli del pianeta che abbraccia e accompagna il suo grande Papa alla vita vera. Non era una folla casuale e immensa. Non era solo gente commossa dall’andarsene di un Papa molto amato. Là si è vista la Chiesa, viva e concreta.
La sua è stata una morte “esibita”, come fu quella di Cristo sulla croce, lasciandoci in eredità il bisogno di Dio. Subito ci siamo sentiti tutti un delusi e scoraggiati, un po’ come i discepoli di Emmaus: speravano in un Gesù capace di liberarli dalla loro situazione di oppressione, di dolore; in Lui avevano riposto tutte le loro attese, e invece lo hanno visto morire su una Croce. Si sentono sconfitti e le speranze crollano. Ma ecco che Gesù in persona si accostò e camminava con loro, ed erano incapaci di riconoscerlo…
 
UNA VITA OFFERTAÉ grande scuola di vita il sacrificio: non possiamo sperimentare la bellezza e la gioia della risurrezione se non accogliendo in profondità il mistero della Croce, del Dolore, del Fallimento. La Croce è la manifestazione chiara del volto di Dio: il volto dell’Amore che si dona.
Ed è proprio questo uno dei ricordi dell’amico Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, nell’omelia del funerale di Giovanni Paolo II: “É stato pontefice fino in fondo, perché ha offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e l’intera famiglia umana”, “… non ha mai voluto salvare la propria vita, tenerla per sé. Ha voluto dare se stesso senza riserve, fino all’ultimo momento, per Cristo e per noi”.
Ci ha insegnato a non aver paura del male, a non perdere mai fiducia. “Non abbiate paura!”. Cristo ha vinto la sofferenza non eliminandola, ma rendendola possibilità di amore. L’ha radicalmente cambiata dal di dentro quando il Figlio l’ha accettata per la nostra salvezza. Ecco che “non c’è sofferenza che Egli non sappia trasformare in strada che conduce a Lui …” (cf. Memoria e identità).
 
IL “NON AVER PAURA” CAMBIA IL MONDO!
Non dobbiamo avere paura di essere cristiani. L’ha gridato dall’inizio alla fine, senza più voce. Seguire Cristo perdendo se stessi è l’unico modo per ritrovarsi.
Questo è ciò che ha testimoniato Giovanni Paolo II: essere cristiani è l’unica strada. “Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”, “solo Lui sa cosa c’è dentro l’uomo”. É l’annuncio che il Papa ha ripetuto a tutte le latitudini del pianeta, e soprattutto ai giovani.
L’ultimo venerdì quando gli hanno detto che piazza San Pietro era strapiena di giovani in preghiera, a migliaia, il Papa è riuscito a sussurrare per loro: “Vi ho cercato, adesso siete venuti da me e per questo vi ringrazio”. Ci ha cercato uno ad uno. E ci ha aspettato.
Ora sta a noi fare tesoro del prezioso Magistero di Giovanni Paolo II, e non farlo diventare “lettera morta”. Preghiamo il Signore per Papa Benedetto XVI, perché ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia.
“Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo…”. Il “non aver paura” cambia il mondo!
Federica Consuma
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