Le Nazioni Unite accolgono il veto della Cina e impediscono ad un ente cristiano di diventare osservatore al Palazzo di Vetro. È stata chiamato “cristiano-fobia” quel processo di irrigidimento, persecuzione e violazione della libertà religiosa dei cristiani in diversi Paesi del mondo... E sul Tibet ...
del 24 agosto 2009
 
È stata chiamato “cristiano-fobia”  quel processo di irrigidimento, persecuzione e violazione della libertà religiosa dei cristiani in diversi Paesi del mondo, soprattutto quelli a guida islamica o comunista. Ma anche nei salotti buoni della politica internazionale si annidano alcuni pregiudizi anti-cristiani che talvolta affiorano in maniera clamorosa.
L’ultimo caso è stato denunciato da Un Watch, un gruppo che monitora la situazione dei diritti umani, con base a Ginevra. Ebbene, Un Watch rivela che l’organismo presieduto da Ban-Ki Moon ha rifiutato – su esplicita domanda della Cina - la richiesta di figurare come “organizzazione non governativa” nelle Nazioni Unite ad un’associazione cristiana, la Dynamic Christian World Mission Foundation (DCWMF), basata in Corea del Sud e in California.
 
La DCWMF ha infatti subito il veto della Cina, che aveva imposto che tale organizzazione rendesse pubblici gli indirizzi dei suoi membri nel Paese asiatico. Inoltre, l’ente cristiano aveva suscitato la “preoccupazione” di Paesi come Russia, Egitto, Cuba, Pakistan, Sudan – ben noti per lo scarso rispetto dei diritti umani - in merito alla “sua capacità di contribuire” allo sviluppo delle Nazioni Unite.
 
E così, messa ai voti la partecipazione della DCWMF all’Onu, il fronte “liberticida” ha vinto, 23 voti a 22, all’interno dell’ESOSOC, l’Economic and Social Council delle Nazioni Unite. Tale organismo ha bocciato la partecipazione della DCWMF all’Onu.
 
Su tale decisione il commento di UN Watch è durissimo: “Questo voto è un brutto colpo per la libertà religiosa e potrebbe rappresentare un precedente pericoloso alle Nazioni Unite per quei regimi repressivi nel sollevare obiezioni frivole o domandando informazioni sensibili in modo da sovvertire e ostruire l’importante lavoro delle organizzazioni della società civile nell’ambito dei diritti umani, della religione e dell’educazione”.
 
Un Watch ricorda come all’inizio di quest’anno il gruppo cristiano Usa-coreano avesse citato la mancanza di libertà religiosa in Cina come principale ragione del perché non avesse fornito al governo di Pechino i nomi e gli indirizzi dei propri membri cinesi. Tale denuncia aveva causato un forte risentimento dell’esecutivo cinese. Che in sede Onu è diventato poi aperto ostracismo.
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