Mestre, 21 Aprile 2002 Tavola rotonda sull'Oratorio del MGS Triveneto Siamo stati molto contenti di trovarci insieme: giovani che iniziano a sentirsi corresponsabili della realtà dell'oratorio e adulti che sono appassionati dei giovani. Tutto (o quasi) il triveneto salesiano si è fermato per ripensare al modo di lavorare insieme e a ciò che proponiamo ai ragazzi con il nostro “fare” attività per loro.
del 01 maggio 2002
Prendiamo al volo la redazione del giornalino che sta andando in stampa e inseriamo due provocazioni che i relatori hanno poi sviluppato nel corso dell’incontro (i testi integrali li troverete sul sito www.donboscoland.it)
“L’adolescenza è una crisi dei ragazzi o è una crisi del mondo adulto di fronte ai ragazzi? Sono più propensa a pensarla come crisi degli adulti, di genitori, di educatori, di insegnanti e di chi si dedica per diversi motivi e in diversi modi ai ragazzi e ai giovani …L’adolescenza per definizione ci mette in crisi … la conflittualità tra giovani e adulti … nessuno ha mai trovato modo di cambiarla … ci sono motivi per presumere che non esista nessuna soluzione, ma oggi molti sono convinti che il divario generazionale debba essere colmato, forse è proprio questa convinzione che acuisce l’attrito dove prima c’era solo una difficoltà che l’uomo aveva imparato ad accettare. Il mestiere dei ragazzi e degli adolescenti è quella di entrare in conflitto con gli adulti se noi diamo per scontato che questo c’è, ci deve essere è normale che ci sia questo lo prendiamo come una difficoltà che fa parte di una fase evolutiva della vita, di ragazzi e nostra che dobbiamo sostenerli, non andare troppo in crisi… (Dott.ssa Silvana Cremaschi)
…“Io sono in sciopero con i termini comunità e comunione … (così ha esordito don Pierangelo Sequeri, sul tema che gli era stato assegnato), perché sono una disperazione, sono belli e trasparenti come l’acqua fresca … ma come l’acqua fresca sono diventati inodori, insapori, … non posso più vedere persone adulte che ancora dopo tanti anni si radunano e ancora si domandano come mai non siamo una comunità, dobbiamo fare qualcosa per diventare comunità …”. Il relatore, ha poi continuato scavando i due significati di comunità e comunione per non rischiare utilizzarli in modo idealistico, ma viverli un po’ per volta da adulti che con la loro vita parlano alle nuove generazioni.
Credo abbia fatto bene a tutti noi educatori “masticare” un po’ di contenuti, forse a volte un po’’ difficili, che abbiamo messo in difficoltà il nostro standard di pensare l’educazione e l’efficacia delle nostre proposte. Ci siamo accorti del rischio di trasmettere dei VIRUS, che portiamo iscritti nel nostro modo di vivere, ai ragazzi a cui vogliamo bene. L’importante è trovare dei sicuri “salvagenti” per lavorare serenamente nel campo del Signore, siamo “operai” della sua vigna, non siamo noi, per fortuna, i padroni (“noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede, siamo invece collaboratori della vostra gioia” 2 Cor 1,24) di tale opera educativa.
MGS Triveneto
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