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Oratorio: che passione

La scommessa salesiana nell'Oratorio è coinvolgere il giovane in un'esperienza di vita per coniugare l'invocazione e il bisogno di mistero che c'è nel cuore di ogni persona con la fede, il dono di grazia che viene dall'alto.


Oratorio: che passione

da Quaderni Cannibali

del 15 febbraio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 

L’esperienza dell’Oratorio è qualificante nell’opera salesiana. Don Bosco, e con lui Madre Mazzarello, inizia “dalla strada”, luogo dove trova giovani che senza chiedere nulla lo interpellano. 

          Madre Mazzarello, debilitata nel fisico a causa del tifo, passa dall’esperienza del limite alla sfida della missione, si lascia interpellare dal Signore al quale si affida e di cui si fida. La risposta ai suoi dubbi alle sue incertezze e inquietudini non tarda. Anche per lei l’intervento di Maria diviene indicazione e proposta di cammino: “A te le affido”.

Il sogno

          “Sulla strada”... non importa se la strada della grande città di Torino o sui piccoli sentieri di Mornese, ciò che conta è la strada, abitata dai giovani e dalle giovani che con la loro spensieratezza domandano ragioni di vita e motivi di speranza, invocano sostegno e protagonismo. Essere sulla breccia è dunque attitudine necessaria per incontrarsi con i giovani e attirarli in un’esperienza di vita che apre al dialogo educativo e crea relazioni positive e costruttive, crea ambiente. 

Ma quale oratorio oggi? 

          Interpellati come Comunità educante sogniamo un Oratorio aperto, in cui una folla di giovani, piccoli e grandi, possano incontrarsi e vivere insieme un’esperienza di festa, di gioia, di amicizia, di protagonismo, di impegno e di incontro con Gesù. Passare dal sogno alla costruzione di un ambiente educativo e di vita richiede oggi attitudine a “stare sulla strada”, ma anche mentalità di cambio e progettualità a partire da ciò che già esiste.

Il sogno... a partire dell’esistente 

          Ridefinire i confini, le modalità, l’organizzazione stessa dell’Oratorio Centro Giovanile per essere proposta offerta ai giovani di oggi richiede una rilettura dell’esistente a partire da un sogno originario. Alcune domande sono prioritarie.

          Quali sono le attività e le proposte offerte nell’OCG? Attraverso quali iniziative, momenti e organismi vengono prese decisioni della vita oratoriana? Esistono definizioni di ruoli e organizzazione di compiti a livello oratoriano e nelle singole attività? Qual è l’età dei giovani e delle giovani che frequentano l’oratorio? Il genere? L’estrazione sociale di provenienza? Esiste un “archivio” di iscritti o solo stime per conoscenza? Quali sono le fasce orarie in cui c’è una maggiore presenza e di che tipologia di giovani? Quali sono i principali obiettivi educativi che si perseguono nell’oratorio? Sono scritti da qualche parte? Sono chiari a tutti coloro che collaborano con l’Oratorio? Con quali realtà esterne si è particolarmente in contatto? Attraverso quali risorse economiche si svolge l’attività dell’oratorio? 

Parole per una nuova progettualità

L’OCG è un’esperienza di vita con e per i giovani. Molte le condizioni. Alcune ci sembrano prioritarie.

Formazione

          Richiede di essere pensata in una logica più efficace per ambienti complessi dove i gradi di libertà e di incertezza sono elevati. Più che una capacità accumulativa serve la capacità di conoscere, di riflettere, di dialogare col mondo esterno e con quello interno. È necessaria una formazione disposta a ripensarsi, a proporsi con logiche e forme che siano congruenti con l’esigenza di sviluppare capacità e competenze nell’ambiente, nelle persone e nella società.

Gruppo

          La maggior parte delle cose che imparo di me, le imparo osservandomi nella relazione con gli altri. Quandomi esamino dame stesso, sto in realtà esaminando i risultati di un incontro precedente. Le percezioni non sono cose ma relazioni. Niente, incluso me stesso, esiste da sé: questa è un’illusione di parole. Io sono una relazione che muta sempre (Hugh Prother). Nell’esperienza oratoriana è fondamentale il gruppo. Esso favorisce la capacità di comprendere e ristrutturare il proprio modo di pensare e agire... offre un contesto utile ed efficace allo sviluppo dell’esperienza di rafforzamento della propria identità individuale, simultaneamente a quello della percezione di se stessi come una parte, ben distinta, ma comunque parte di quel tutto che è costituito dalla realtà del mondo. L’incontro nella sua dimensione personale e collettiva favorisce processi in grado di sviluppare negli individui una maggiore consapevolezza di sé, una maggiore capacità di essere fedeli a se stessi nel sociale e quindi di partecipare alla vita culturale ed aprirli a quella ecclesiale.

Comunità educante

          In un tempo di complessità non è possibile educare se non si costruisce ambiente, clima, comunità. Un comunità che prima di “fare” si sforza di essere. Si pone quotidianamente in ascolto della voce dello Spirito, si lascia plasmare dalla Parola di Dio e dalle circostanze per divenire segno ed espressione dell’amore di Dio. Una Comunità educante che è presenza attenta, che offre ragioni di vita e di speranza e che testimonia ed annuncia con la vita la propria fede nel Dio di Gesù.

Territorio

          Non è soltanto fuori, intorno all’uomo, ma è anche dentro l’uomo, passa attraverso di lui, è il luogo della sua storia: questa si svolge nel tempo, ma vive e si nutre in un territorio, in luoghi, in un ambiente, in un “habitat”. Il territorio quindi concepito come luogo sociale della crescita integrale della persona umana.

Animazione, Evangelizzazione, Sistema Preventivo

          Animazione è ancora oggi la parola che dice meglio le logiche del Sistema preventivo, visto sia come modello di intervento educativo e sociale sia come stile di vita che traduce una spiritualità. La scommessa salesiana nell’Oratorio è coinvolgere il giovane in un’esperienza di vita per coniugare l’invocazione e il bisogno di mistero che c’è nel cuore di ogni persona con la fede, il dono di grazia che viene dall’alto.

Anna Mariani

http://www.cgfmanet.org

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