Quando mi hanno chiesto di scrivere questo articolo sul campo che abbiamo fatto dal 4 all'11 Agosto ad Ossana, in Trentino, mi sono chiesto cosa avrei potuto scrivere. Certo non per mancanza argomenti, ma anzi perché è stato un campo ricco di momenti forti e indimenticabili, senza per questo dover celebrare lunghe veglie o sontuose cerimonie, ma ...
del 10 ottobre 2002
...semplicemente vivendo bene ogni attimo, desiderando di stare cogli altri e di scoprirsi ogni giorno nuovi: mettendo ciascuno in mostra aspetti diversi di sé, e anche cercando di scoprire nelle persone che ti circondano quel qualcosa in più, che non appare subito, ma solo dopo una sincera conoscenza. Questo prevede l’eliminazione di quei pregiudizi, basati troppo spesso sulle cose più assurde e decisamente sciocche, che bloccano un atteggiamento di apertura agli altri, fondamentale per creare un gruppo unito. Non siamo andati in profondità solo nei rapporti tra di noi, ma abbiamo voluto approfondire anche la conoscenza di Gesù .Ogni mattina leggevamo dal vangelo testimonianze di chi L’aveva incontrato, come quella di Tommaso e dei discepoli di Emmaus con il Risorto. Indagando, come dei veri e propri detectives: lo slogan del campo era appunto “Giallo in alta quota”! Abbiamo cercato di rispondere alla domanda che Gesù stesso aveva posto ai suoi discepoli, e che ora proponeva anche a noi : “Voi chi dite che io sia?”. Per trovare la risposta a questa domanda ci siamo dovuti mettere in cammino verso Dio. Avvicinarci a Lui per capire cosa fosse per noi. Più ci addentravamo nel mistero di Cristo, più facevamo esperienza del Suo amore: un amore che non si può contenere e che dovevamo riversare sugli altri. Si veniva così a creare un clima splendido in cui noi tutti, con caratteri, pensieri, modi di fare diversi condividevamo ogni momento perché indissolubilmente uniti dal comune amore di Dio che ci chiama ad amarci proprio perché Lui stesso ci ama per primo!
Andrea
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