Uno di loro è un bambino di 7 anni. Fra i morti vi sono 4 donne. Personalità religiose islamiche e militanti fondamentalisti hanno aizzato la folla. Il combustibile è lo stesso di quello usato nelle distruzioni di Shanti Nagar (1997); Sangla Hill (2005) e Koriyan, un giorno prima. La polizia accusata di negligenza.
del 04 agosto 2009
Gojra (AsiaNews) – Truppe speciali pakistane hanno preso controllo della città di Gojra (Punjab) dopo il sanguinoso incidente avvenuto ieri in cui almeno 8 persone - fra cui 4 donne e un bambino di 7 anni – sono state bruciate vive e 20 altre sono rimaste ferite. Almeno 50 case di cristiani sono state bruciate e distrutte e migliaia di fedeli son fuggiti per scampare alle esecuzioni. I familiari delle vittime si rifiutano di prendersi cura dei corpi morti e non vogliono fare funerali fino a che i colpevoli non sono arrestati. Alcuni degli uccisi sono stati identificati: Hamed Masih, 50 anni; Asia Bibi, 20; Asifa Bibi, 19; Imamia Bibi, 22; Musa 7; Akhlas Masih, 40; Parveen, 50 anni.
 
Almeno 3 mila musulmani, dopo essere stati aizzati dalle autorità religiose del luogo, hanno marciato a Gojra al villaggio cristiano fondato almeno 50 anni fa. Gruppi di giovani islamici – forse del gruppo sunnita Sipah-e-Sahabaha - con il volto coperto hanno cominciato a sparare all’impazzata. Gli abitanti del villaggio sono fuggiti, ma alcuni sono stati intrappolati e hanno trovato la morte nell’incendio scatenato dalla folla inferocita.
 
Per bruciare le case, i militanti hanno usato un particolare combustibile, difficile da spegnere. Secondo testimoni, lo stesso combustibile è stato usato nel villaggio di Shanti Nagar, bruciato nel febbraio 1997;  nella distruzione del villaggio di Sangla Hill (2005); nell’incendio delle 50 case dei cristiani e delle due chiese la sera del 30 luglio a Koriyan, vicino a Gojra.
 
Tutto è cominciato giorni fa con l’accusa di blasfemia contro Talib Masih, che avrebbe bruciato alcune pagine del Corano durante una cerimonia di matrimonio lo scorso 29 luglio a Koriyan.
 
Il 30 luglio centinaia di militanti islamici hanno assaltato e dato alle fiamme le case dei cristiani di Koriyan e hanno bruciato due chiese protestanti, della  Church of Pakistan e della Nuova Chiesa apostolica. Secondo la polizia alcuni cristiani hanno sparato colpi di armi da fuoco contro i militanti, ciò che ha accresciuto la risposta violenta.
 
Il ministro delle minoranze, il cattolico Shahbaz Batti accusa la polizia di negligenza. Anche i cristiani locali affermano che essi hanno chiesto da giorni la protezione delle forze dell’ordine perché la situazione era tesa, ma non sono stati ascoltati. Alcuni cristiani affermano che sebbene la polizia fosse presente durante l’attacco a Gojra, i malviventi non sono stati fermati. Altri testimoni dicono che dopo un po’ di tempo la polizia ha cercato di fermarli, ma i militanti hanno attaccato anche le forze dell’ordine ferendone alcuni.
 
Ieri, mentre si diffondevano le notizie degli assalti contro i cristiani, a Lahore vi è stata una manifestazione per chiedere garanzie di libertà per i cristiani.
Fareed Khan
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