Un Natale da separati oggi non è più un'eccezione per gli adulti, lo è invece per i bambini, che non riescono a darsi conto del perché il papà viva con un'amica, che non è la mamma, e la mamma con un amico, che non è il papà
del 04 gennaio 2008
Un Natale da separati oggi non è più un’eccezione per gli adulti, lo è invece per i bambini, che non riescono a darsi conto del perché il papà viva con un’amica, che non è la mamma, e la mamma con un amico, che non è il papà: «Io quando avevo paura per un sogno brutto, correvo nel lettone di papà e mamma, ma da quando c’è la sua amica, non mi vuole più e io piango perché non riesco a riaddormentarmi! ».
Chi ha la famiglia «in regola», non riesce a capire il dolore dei bimbi, che vengono spesso scambiati come pacchi postali, da una parte all’altra, sentendo il papà che parla male della mamma e la mamma del papà. Almeno tacessero per loro amore! No, sparlano, senza rendersi conto di quanta sofferenza ricoprano il cuore di chi hanno generato e poi abbandonato!
La famiglia è essenziale alla crescita serena dei figli! Le feste di Natale ci hanno ricordato che lo stesso Figlio di Dio, venendo tra noi, abbia voluto avere bisogno di una Madre e di un padre, che lo custodisse agli occhi della gente, che lo salvasse dalla violenza nei giorni amari della fuga in Egitto, che scegliesse per lui una casa sicura al suo ritorno in terra d’Israele.
In questa famiglia ha vissuto per trent’anni il Figlio di Dio, nel silenzio e nell’anonimato del povero, che non conta agli occhi della gente, dell’operaio, che lavora per mantenersi. Mi ha sempre fatto impressione il silenzio di questi trent’anni e come nessuno al paese si fosse reso conto della presenza di una famiglia, così unita nell’amore, dove il padre, Giuseppe, era un giusto, la madre Maria, libera da ogni peccato e Gesù era figlio non solo di Maria ma di Dio, l’Onnipotente, il Creatore del mondo.
Nessuno si è accorto, come molti oggi non si accorgono, di quanto sia bello vivere in famiglie unite dall’Amore tanto è il clamore che circonda chi vive rapporti occasionali, amori part-time, dove non si parla mai di figli ma solo di adulti che non vogliono sentirsi legati a nessuno, che non vogliono accettare la fatica di amare in grande! «È colpa mia?», si chiedono i figli. No, miei piccoli, ma di quegli adulti che non sono per nulla cresciuti!
Da: Vittorio Chiari, Un giorno di 5 minuti. Un educatore legge il quotidiano
don Vittorio Chiari
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