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Parte Prima

L'Eccelso si vede in tutto ciò che è bello, fertile e nell'amore della natura. Egli è la stessa natura alata. Le montagne e i boschi pregano in silenzio così: «Nostro Creatore, sei la nostra anima alata. La tua volontà in noi desidera l'amore».


Parte Prima

da L'autore

del 01 gennaio 2002  (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js=d.createElement(s);js.id= id; js.src = "//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1"; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs); }(document, 'script', 'facebook-jssdk'));  

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Il passato e il presente.

Guardo in ogni direzione, ma non scorgo nelle orme della mia vita passata qualche cosa di importante che mi dia la possibilità di guardare al Sole e dire: «Questo è mio».

Oggi eccomi, sono un poeta e al contempo pittore. Eccomi, sono un celeberrimo poeta e un grande pittore, e amo le mie poesie e i miei disegni e potrei alzare la voce nelle contrade pieno di me citando le mie glorie, se desiderassi farlo.

L'amore per Dio.

La maggioranza delle religioni parlano dell'Onnipotente al singolare, ma secondo me l'Onnipotente è una madre come è un padre. Egli è un padre e una madre insieme, e la donna secondo me è l'esempio di una madre divina. Si può raggiungere Dio padre con la mente oppure con l'immaginazione, però la strada che conduce a Dio madre è l'amore.

La madre di tutto il creato è lo spirito totale ed eterno colmo di bellezza e d'amore.

L'Eccelso si vede in tutto ciò che è bello, fertile e nell'amore della natura. Egli è la stessa natura alata. Le montagne e i boschi pregano in silenzio così: «Nostro Creatore, sei la nostra anima alata. La tua volontà in noi desidera l'amore».

Il cuore e la materia.

Tutte le cose qui vivono e brillano con le luci del giorno e lo splendore della notte.

Tu e la pietra siete una sola cosa.

Tra voi c'è una sola differenza: i palpiti del cuore. O uomo, il tuo cuore palpita in una maniera più precisa. Può darsi che il suo palpitare produca una melodia diversa da quella della pietra, però io ti dico: «Se contempli e mediti sulle profondità del tuo spirito e osservi l'elevatezza dell'infinito spazio, sentirai solo un canto poiché la pietra e la stella incandescente saranno incantati ed in coro ed armonia canteranno fusi nel tuo canto».

La creazione del mondo.

O amata, chiudi gli occhi ed immagina la creazione di nubi grigie e tetre. E supponi che questo sia il principio. Poi queste nubi gigantesche si tramutarono e diventarono inerti, infine produssero alte temperature finché esplosero. Dalla loro esplosione nacquero il nostro mondo e gli altri pianeti che viaggiano nell'orbita del Creato. Il nostro mondo è nato da materie inorganiche per trasformarsi in materie organiche, fino a raggiungere il cuore, l'anima e l'Eccelso.

Gli uomini e i gigli

Quando camminavo per le contrade della città nei giorni primaverili, criticavo gli uomini per la loro civiltà, il loro progresso e le loro assurde tendenze.

Questa mattina ho capito il significato di questa assurda confusione e l'inconsueta febbre che sembra assalirli.

Questa mattina sono rimasto in piedi accanto alla finestra della mia dimora guardando alcuni gigli piantati in vasi di terracotta. Poi ho sfiorato con le dita uno dei loro steli snelli ed ho provato un palpito preciso e silenzioso. Infine ho inciso con le unghie lo stelo e ho osservato la sua linfa scorrere come sangue sulle mie dita; allora ho pensato: «Quanto sono simile a quel discepolo (Tommaso) che non ha creduto finché non ha messo le dita nelle ferite del costato del Maestro!»

Il ritorno dell'uomo al mare dell'amore.

L’uomo è la più bella immagine disegnata dai pennelli della vita terrena.

Dico questo e penso a tutte le piante, i minerali e gli animali che la terra contiene.

L'anima dell'uomo si separa dallo Spirito Generale e cammina da sola nel mondo della materia. Passa come una nuvola sopra le montagne della tristezza e le praterie della gioia dove incontra le brezze del fato; infine torna dove era in principio, nel mare dell'amore, della bellezza, a Dio.

Le diversità degli uomini.

Gli uomini sono uguali nei loro spiriti mentre le loro menti sono divise in diverse classi che partono dal basso verso l'alto, cioè dal buio della terra fino ai raggi solari, dal coma fino al risveglio, dalle radici attaccate all'oscurità della terra fino ai fiori che ondeggiano sotto la luce del Sole. E ognuna di queste classi prova la nostalgia di raggiungere ciò che è più elevato. E in ogni classe alberga una verità visibile che bisogna far venire alla luce. E ogni classe è avvolta dalla passione dell'Eccelso e dalla sua compassione. Perciò non sarebbe giusto che i fiori dicessero ai rami: «Non siete nulla perché non siete belli come noi». Oppure che i rami rivolgessero alle radici queste parole: «Quanto siamo belli perché danziamo sotto le stelle e all'aria e quanto siete orrende voi perché siete sommerse dalla terra e private dell’amore.

Il bosco.

In questo bosco esiste qualche cosa, oltre agli alberi che svettano, alle piante rampicanti e ai fiori dai soavi profumi, che non può essere vista dal mio sguardo?

In esso si trova qualcosa, oltre ai cinguettii dei volatili e ai richiami degli scoiattoli, che non può essere udito dalle mie orecchie?

Forse in esso c'è qualche immagine, voce e profumo che i miei sensi non riescono a percepire?

Io credo che ciò che conosciamo di questo mondo corrisponda a ciò che i nostri sensi captano e disegnano sulle pagine delle nostre anime.

I nostri sensi percepiscono la parte futile delle creature che vivono intorno a noi, perché essi sono limitati e incapaci e inesperti.

Vedo con il mio occhio, odo con il mio orecchio, annuso con il mio naso e tocco con le mie dita, però qui, in questo bosco, ci sono immagini e fantasmi che non entrano dalla porta dell'udito e nemmeno dalle fessure del tatto.

In questo bosco c'è una mente celata, una vita originaria che crea e si moltiplica e che ha idee, desideri e caratteristiche che io non posso vedere né sentire, perché le sue creature non possono essere scorte dalla vista che alberga nei miei occhi, né il loro sussurro può essere percepito dall'udito che giace nelle mie orecchie.

L'alba.

O luce che si estende con il risveglio, o inizio di un giorno colmo d'infinito, o tempo viandante verso il pellegrinaggio, o appuntamento, dall'inizio io ti osservo, e ti osservo alla fine di ogni notte. Finché queste notti si schiariscono ed io vado con i viaggiatori.

Dal principio la mia immaginazione ha nostalgia della luce.

Però la mia vita è simile a quella di mille deboli che ti amano.

Essi sono nel buio e si augurano di camminare nella tua processione.

Dal principio io sono un cuore radicato all'ombra della sabbia, però desidero ondeggiare come fanno i rami per la gioia di accarezzare il nuovo dì.

Amo i colori.

Oggi sono in lotta con i colori e la lotta è aspra: spetta ad uno di noi vincere.

O amata, lasciami bagnare lo spirito con i colori, lasciami riempire il fiato con il tramonto e sorseggiare dalla magia dell'arcobaleno e del soave mattino.

I colori sono esseri abbaglianti che nascono dal carattere e dall'eccitazione dei sentimenti e attraverso loro l'esistenza parla ad ogni creatura umana.

Noi diciamo che un quadro impressionistico è composto dagli esseri della luce, dalle figlie della luce, dalle sue gioie e dai suoi dolori quando si scontra con il buio.

Le quattro stagioni.

Non dimenticare che gli anni hanno trasformato i semi in boschi, e i grumi di sangue in angeli. Tutti gli anni sono radicati nell'«adesso» e nei sentimenti. Tutte le cose sono le quattro stagioni, tranne i nostri pensieri che tramutano e cambiano.

O uomini, la primavera è un risveglio dei nostri petti, l'estate non è altro che un vero testimone dei vostri succulenti frutti, l'autunno è un vecchio canto che è rimasto come un bimbo nei vostri cuori e l'inverno non è altro che un lungo letargo intessuto con i sogni di tutte le fatate stagioni.

Gli spiriti.

Nell'etere ci sono spiriti che invadono gli uomini, provocando dolori nei loro corpi.

Ho chiesto il perché e mi hanno spiegato: «Questi sono bambini che non sono nati e che cercano, tra gli uomini, madri benevole e padri».

La nuvola.

O nuvola, o sorella, provochi una brezza candida.

O nuvola, o sorella alata, io e te siamo adesso una sola cosa.

Non ero un'anima da lungo tempo. I muri sono crollati, le catene si sono spezzate. Ed io mi sono elevato verso di te.

L'autunno del corpo.

L’autunno del corpo conduce all'inverno, che è necessario perché sorga una nuova primavera. Lo spirito deve passare da una stagione all'altra. E per ogni stagione deve compiere i propri errori e deve valorizzare le proprie virtù. Le nostre virtù maturano solo tramite la vita. L'ispirazione non è altro che scoprire un elemento dentro di noi, nella nostra immensa anima che conosce ciò che non conosciamo e sente ciò che non sentiamo. Le menti sono le bucce dei cuori e degli spiriti. Chi vive con la mente senza cuore, conoscerà solo le bucce della vita.

Lo spirito è dentro noi stessi, è al di sopra delle nostre brame letterarie ed è più nobile dei nostri desideri artistici. Esso rifiuta di essere inneggiato con i versi oppure di essere imprigionato nel mondo dei colori e delle linee. Tramite lo spirito possiamo collegarci, con il suo filo, da un Paese a un altro. Grazie ad esso sappiamo ciò che desideriamo ed otteniamo ciò che amiamo possedere.

L'inconscio e la conoscenza.

In noi, nelle profondità del nostro inconscio, dorme l'elemento della conoscenza che ode e vede ciò che noi non vediamo e non sentiamo. Tutte le nostre conoscenze, tutte le cose che abbiamo realizzato, tutto quello che abbiamo oggi, dimorava nelle profondità del nostro inconscio, vero conoscitore taciturno, cioè nell'armadio dei tesori dell'anima. Per renderci conto di ciò che sta succedendo dentro di noi, nelle nostre profondità, dobbiamo aiutare l'inconscio con il nostro lavoro mentale e sentimentale. Quando l'inconscio diventa conscio, il seme celato sotto la nostra membrana si trasforma in fiore e la vita taciturna dei sentimenti canta di gioia ad alta voce.

Ho sepolto semi del mio amore.

Stanco per il lungo cammino, mi sono fermato in mezzo alla strada per riflettere sull'amore.

Per quanti sforzi abbia fatto, non ho ritrovato tracce di un passato che mi permettessero di affermare dinanzi al volto del Sole: «Questo passato è mio».

E non ho visto le stagioni passate, ma ho scrutato solo pagine macchiate con l'inchiostro nero e disegni strani pieni di linee e di colori.

In questi fogli sparpagliati e in questi disegni ho seppellito i miei sentimenti, pensieri e sogni come il contadino seppellisce i semi nelle viscere della terra.

Però quando il contadino va nel campo e getta i semi nella terra, al calare della sera fa ritorno nella casupola con il cuore colmo di speranza, convinto che raccoglierà buoni frutti. Io, invece, ho gettato i semi del mio cuore senza crearmi speranze, senza augurarmi né attendermi nulla.

Ti saluto, o spirito che governa il percorso della vita.

Spirito celato ai nostri occhi dal manto del Sole.

Ti saluto, o cuore che tremi in pace, anche se affoghi nelle lacrime. Vi saluto, o labbra, perché parlate di pace mentre provate il gusto dell'amarezza.

Gesù.

O apparizione più cara dell'Eccelso,

O mio Maestro,

Tu sei la mia libertà e il mio Dio

Che capisce tutte le cose dell'Universo.

O Gesù, il mio cuore palpita

E la mia anima volteggia

Nell'immenso tuo amore.

L'amore sublime.

L’amore sublime non conosce le contrade dell'invidia perché è ricco per sua natura. Non addolora il corpo perché è all'interno dello spirito. È un desiderio forte che avvolge l'anima con la contentezza, è una fame che riempie il cuore. È un sentimento che crea nostalgia per il cielo, dove nasce la purezza, dove c'è Dio.

L'anima.

La mia anima si alza come l'alba da dentro di me.

Nuda e leggera.

È come il mare agitato.

Il mio cuore getta lontano da sé i frantumi dell'uomo e della Terra.

Non mi attacco a ciò che si attacca a me poiché desidero raggiungere quello che oltrepassa le mie capacità.

Il cuore e l'umanità.

Io sono il cuore dell'essere umano e sono stato imprigionato nel buio dei Codici. Ma sono indebolito e sono stato incatenato dalle catene delle immaginazioni, perciò ho esalato l'ultimo respiro vitale. Sono stato ignorato e gettato negli angoli più angusti della civiltà e sono morto.

L'umanità, dinanzi alla mia agonia, è rimasta con la lingua annodata, con gli occhi asciutti e le labbra sorridenti.

Khalil Gibran

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