Il Vangelo commentato dai giovani e dai salesiani. Prenditi un tempo di meditazione sulla Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
"Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta".
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino".
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: "Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Mi ha sempre colpito lo schema che presenta questo Vangelo in cui Gesù:
1 - passa;
2 - vede qualcuno, di cui si menziona il mestiere e l'attività;
3 - chiama a seguirlo.
Non domanda altro. È l'elemento centrale dello schema. Questo schema, che si coglie in entrambe le chiamate delle due coppie di fratelli, rivela alcune componenti essenziali della vocazione.
Da una parte c'è l'iniziativa di Gesù: Gesù passa, poi vede e infine chiama. Vede: non è uno sguardo distratto e gettato a caso, ma uno sguardo di intensissimo amore. Attraverso lo sguardo di Gesù è tutta la Trinità a guardare la persona. Chiama: la chiamata da parte di Gesù è un dono, all’uomo spetta solo la decisione della risposta. Nessuno ha scelto da solo di diventare suo discepolo, infatti la sequela non è una conquista, ma un essere conquistati dal suo amore. Inoltre Gesù li chiama a restare con Lui non per qualche tempo, ma in maniera definitiva: sapendo che di fronte a lui, essi non saranno mai altro che discepoli.
Dall'altra parte l'iniziativa di Gesù provoca la risposta dei chiamati. Risposta che è caratterizzata da prontezza e gioia senza rimpianto ("subito"). Questa cosa di scegliere subito, forse noi l’abbiamo un po’ persa, pensiamo troppo a quello che potrebbe succedere dopo quella scelta, invece i discepoli ci insegnano che bisogna fidarsi, che non bisogna aver paura delle conseguenze e di guardare le scelte non con gli occhi ma con il cuore. Dobbiamo farci poveri perché solo chi è povero riesce a fidarsi completamente di Dio, perché non ha nient’altro, bisogna imparare a capire che la più grande ricchezza che abbiamo è quella del cuore.
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