PASSAGGIO DI TESTIMONE da Giovani per i Giovani

Un nuovo volto sarà alla guida dei salesiani e dell'MGS, don Eugenio Riva, il nostro Ispettore fresco di nomina a cui abbiamo chiesto di lasciarci un messaggio, mentre un volto stranoto ci saluta, don Roberto Dal Molin, che sarà Direttore a Nave (BS).

PASSAGGIO DI TESTIMONE da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 26 settembre 2006

PASSAGGIO DI TESTIMONE

 

Un nuovo volto sarà alla guida dei salesiani e dell’MGS, don Eugenio Riva, il nostro Ispettore fresco di nomina a cui abbiamo chiesto di lasciarci un messaggio, mentre un volto stranoto ci saluta, don Roberto Dal Molin, che sarà Direttore a Nave (BS).

 

 

Carissimi giovani del MGS, all’inizio del mio ministero pastorale nella Ispettoria  “San Marco” desidero rivolgervi un pensiero di don Bosco per voi.

 

1.       Lo scopo dell’esistenza: ritrovare l’interiorità per amare e servire

 

C’è un detto di un pensatore dell’antichità, Platone, che dice: “Non conduce vita umana chi non si interroga su se stesso”. E’ il significato della iscrizione che era posta sul frontone del tempio di Apollo a Delfi: “Conosci te stesso”.

 Don Bosco rivolge a voi giovani lo stesso interrogativo sul senso della vostra esistenza: vi propone un cammino verso l’interiorità. La santità non consiste in un insieme di prestazioni, fossero pure buone, ma tende alla conformazione a Cristo dell’intera persona: Cristo è il punto di riferimento essenziale per modellare la personalità. Senza vita interiore, senza sforzo di conoscenza di sé non sarà possibile una vita spirituale cristiana.

Certo, questa discesa nel proprio cuore è molto faticosa e dolorosa: normalmente noi la respingiamo, ne abbiamo paura, perché temiamo ciò che di noi può emergere. E’ meglio non pensarci…

La conoscenza di sé esige, invece, attenzione e vigilanza interiore, capacità di concentrazione e di ascolto, capacità di trovare spazi di silenzio per abitare con se stessi, con la propria vita interiore.

Mons. Baunard, Rettore dell’Università di Parigi, disse un giorno ai suoi giovani: “Tutta la vita di un uomo dipende da due o tre sì o da due o tre no pronunciati tra i 16 e i 20 anni”.

 

2.       Il raggiungimento della libertà è la  condizione dell’amore vero

 

La seconda cosa che vi direbbe don Bosco è questa: “Cari giovani, diventate dei giovani liberi, di quella vera e grande libertà dei figli di Dio che ci ha donato Cristo, pienezza della libertà”.

Il vero amore presuppone la libertà. Libertà ed amore sono due valori correlativi, come la mano sinistra e la mano destra ci sono tutte e due necessarie per ogni nostro lavoro…

Non c’è nulla di più arduo che amare. Le convenzioni del mondo in cui viviamo hanno tentato di farne un rapporto facile e leggero, alla portata di tutti, secondo la logica dell’immediato, della soddisfazione ad ogni costo, del consumo e della dissipazione. Ma Gesù ci presenta il suo modo di amare esigente e casto.

L’amore vero è ascesi, crescita faticosa, e richiede purificazione per essere intelligente e rispettoso di se stessi e del mistero dell’altra persona.

 

3.       L’accettazione degli aiuti provvidenziali per l’acquisto della libertà e dell’amore

 

 Don Bosco vi direbbe anche che conquistare la propria libertà richiede un immenso sforzo. E’ un lungo apprendimento che suppone coraggio, pazienza, perseveranza, ma anche l’accettazione dell’aiuto della Provvidenza.

Tre aiuti vi sono proposti, ed è saggio accoglierli con gioia:

Il primo aiuto. Ci sono i vostri educatori, genitori, docenti… Abbiate verso di loro una vera fiducia. Apritevi ad un dialogo sincero…

Ci sono poi i vostri compagni di viaggio: aiutatevi gli uni gli altri. L’amicizia è uno strumento meraviglioso di crescita personale. Inseritevi in gruppi di impegno… La gioia del cuore è sempre connessa con l’esperienza positiva dell’incontro con l’altro.

Il terzo aiuto è il più importante. Nell’anima di un giovane la vera forza liberatrice consiste nell’amore sincero e profondo per il Signore Gesù, in particolare quando viene incontrato nei sacramenti della penitenza e dell’eucaristia. All’amore verso il Signore Gesù si aggiunge un amore pieno di ammirazione e di tenerezza per la Madonna.

Dio ha voluto salvare il mondo a partire da una ragazza di 16 anni, che si chiamava Maria. Era di Nazareth. Si è appoggiato sulla forza della sua purezza e sulla semplicità del suo sguardo. Ha guardato all’umiltà della sua serva ed ha fatto grandi cose. Ha trasformato il mondo ed ha dato alla storia il suo senso definitivo: l’incarnazione del suo Figlio.

Cari giovani, chiedete a Maria di diventare liberi nella verità, per poter amare molto, e partecipare alla liberazione di tanti vostri fratelli che vi aspettano.

 

                                                                                 Don Eugenio Riva

                                                                                           Ispettore

don Eugenio Riva

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