Tali forme di impegno sembrerebbero scelte coraggiose; hanno in realtà spesso il senso di inconsapevoli strategie di fuga. Sono scelte infatti poste per rimandare il tempo del cimento con la consistenza “dura” del mondo adulto...
del 19 marzo 2006
Pensiamo a tutte quelle scelte mediante le quali l’adolescente cerca di tacitare in qualche modo l’appello imperioso e insieme sfuggente della coscienza a fare della propria vita un dono. E’ un errore facile degli educatori cristiani, dei sacerdoti in specie, indulgere troppo ingenuamente all’inclinazione dell’adolescente per le scelte “eroiche”; essi si fanno in tal senso complici della seduzione che esercita una forma sospetta di coraggio, il quale in realtà ha la complice consistenza di fuga dalla complessità.
L’osservazione è stata più volte proposta, in particolare, per riferimento al senso nascosto della propensione facile che i giovani – specie quelli cresciuti in ambienti cattolici, hanno nei confronti delle diverse forme di impegno nel volontariato. Tali forme di impegno sembrerebbero scelte coraggiose; hanno in realtà spesso il senso di inconsapevoli strategie di fuga. Sono scelte infatti poste per rimandare il tempo del cimento con la consistenza “dura” del mondo adulto. Il giudizio ha di che apparire ingeneroso, e magari anche improbabile; la realtà delle quali deve occuparsi il giovane nelle diverse forme del volontariato sono assai impegnative, non certo più comode rispetto a quelle proprie di una qualsiasi attività ordinaria. E tuttavia la qualità del legame che il giovane nei due casi stabilisce è diversa. Nel caso del volontariato il rapporto con l’altro è appunto “volontario”, nel senso di sospeso ad un consenso che può essere in ogni momento ritrattato. L’impegno in tal senso può essere assai esigente dal punto di vista delle energie e rispettivamente delle abilità richieste, e tuttavia essere meno esigente sotto il profilo della compromissione personale.
don Giuseppe Angelini
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