Comunicato conclusivo dell'incontro dei cappellani universitari europei tenutosi a Vienna e intervista a Monsignor Leuzzi: «L'Eucarestia rende il credente un missionario nelle Università».
del 01 settembre 2004
 
Con una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da monsignor Marek Jedraszewski, vescovo di Poznan, e con l'omaggio nella Cripta della cattedrale di S. Stefano, alla tomba del Cardinale Franz Koenig, si é concluso il meeting dei delegati nazionali di pastorale universitaria delle Conferenze Episcopali Europee.
 
La concelebrazione, si legge nel comunicato finale dell’incontro, si è tenuta nell’Edith Stein Haus di Vienna, voluta dal fondatore della pastorale universitaria austriaca, monsignor Karl Strobl, come sede del centro di pastorale universitaria e collegio universitario.
 
Qui i diversi delegati si sono incontrati con il cardinale arcivescovo di Vienna Cristoph Schönborn al termine delle tre giornate di intenso lavoro che hanno visto la presenza di 66 partecipanti provenienti da 31 nazioni diverse, tra cui 6 vescovi.
 
I dibattiti si sono incentrati su tematiche quali i lineamenta per una pastorale unitaria e condivisa dalle cappellanie distribuite in tutte le università europee; la partecipazione del mondo accademico ed universitario alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia; la III Giornata Europea degli universitari a Roma; i collegi universitari.
 
Monsignor Cesare Nosiglia, vescovo di Vicenza e delegato del Consiglio della Conferenze Episcopali Europee (CCEE) per la catechesi, scuola ed università, ha delineato l’esperienza e i risultati del Simposio su ‘Università e Chiesa in Europa’, svoltosi a Roma nel 2003.
 
“Ci siamo resi conto della ricchezza di esperienze in atto nel continente europeo nel campo della pastorale universitaria – ha osservato il prelato –, ma anche della necessità di avere dei punti di riferimento comuni e condivisi per aiutarsi a procedere uniti e con più efficacia” in questo ambito della pastorale.
 
“Il testo sintetico elaborato segue da vicino il pensiero di Giovanni Paolo II, che sul tema ha offerto un ideale cammino sul quale tracciare il nostro impegno e servizio, sia dentro l'università, che nel rapporto con la comunità ecclesiale e civile dei nostri Paesi”, ha quindi aggiunto.
 
Giovanni Paolo II nella esortazione postsinodale “Ecclesia in Europa” (29 giugno 2003), sottolineando la grave responsabilità dei docenti universitari e dei ricercatori, aveva rivolto l’invito a valorizzare “il contributo dei cristiani che conducono la ricerca e insegnano nelle Università: con il ‘servizio del pensiero’, essi tramandano alle giovani generazioni i valori di un patrimonio culturale arricchito da due millenni di esperienza umanistica e cristiana” (n. 59).
 
L'idea portante è quella di fare dell’università “un ambiente di azione diretta della pastorale ordinaria di evangelizzazione, anche se esige una specificità che è quella propria del rapporto tra fede e cultura”, ha sottolineato monsignor Nosiglia.
 
“Ma tale specificità, che è propria anche dell’intera pastorale della Chiesa oggi, non separa anzi esalta il ruolo della pastorale universitaria, come motore trainante ed anima della pastorale giovanile della comunità e di quella della cultura”.
 
“Per questo l'università diviene un luogo privilegiato, quasi un laboratorio in cui la Chiesa e la cultura si incontrano, attraverso i soggetti che in entrambe le realtà interagiscono per la promozione integrale dell’uomo, per quel nuovo umanesimo proposto e richiamato dal Papa, decisivo non solo per le università, ma per l'intera vita della società europea', ha affermato il vescovo di Vicenza.
 
I sacerdoti che su mandato dei vescovi si dedicano alla pastorale universitaria sono, a tempo pieno, in Europa oltre mille; mentre 40 sono i sacerdoti e religiosi ai quali la diocesi di Roma ha affidato la cura pastorale dei 300.000 studenti iscritti agli atenei della città.
 
In merito alla Giornata Europea della Giovent√π (GMG) in programma a Colonia dal 16 al 21 agosto 2005, sono intervenuti Padre Francis Kohl del Pontificio Consiglio dei Laici e monsignor Georg Austen, segretario della Conferenza Episcopale Tedesca per la GMG.
 
Per la grande partecipazione di studenti universitari infatti “l'evento impegna direttamente le cappellanie nell’accompagnamento e nella preparazione spirituale dei giovani partecipanti” offrendo al contempo “la straordinaria possibilità del rafforzamento della presenza della Chiesa e della sua opera di evengelizzazione in una dimensione mondiale”, afferma il comunicato.
 
I cappellani universitari ed i delegati nazionali saranno presenti a Colonia alla guida dei gruppi di tutte le università del continente.
 
Monsignor Lorenzo Leuzzi, coordinatore del Comitato dei cappellani universitari europei ed organizzatore del meeting di Vienna, ha quindi annunciato il programma della III Giornata Europea degli universitari (5 marzo 2005), che culminerà, come nella passata edizione, nella Veglia Mariana presieduta da Giovanni Paolo II.
 
La Giornata, a cui parteciperanno via satellite gli universitari di Lisbona, Madrid, Londra, Berlino, Kiev, Zagabria, Tirana, Bucarest e Bari, avrà per tema: 'La ricerca intellettuale via per incontrare Cristo' e si prefiggerà anche l'obbiettivo di sensibilizzare il mondo universitario sull’appuntamento di Colonia.
 
A descrivere la vita nei collegi universitari dell’Unione Europea, ci ha pensato don Giuseppe Grampa dell’arcidiocesi di Milano.
 
'I collegi - ha detto don Grampa - anche per merito della mobilità universitaria, stanno caratterizzandosi come scuole di dialogo culturale ed interreligioso” e per molti ragazzi, stanno diventando anche “la prima occasione di una vera esperienza di comunione e di rapporti interpersonali intensi'.
 
“Sono i giovani ora ad apprezzare ed a scegliere i collegi come casa della loro vita universitaria, perché ritenuti luoghi privilegiati di relazioni, di comunione e di amicizia che sono le grandi aspirazioni e bisogni della gioventù contemporanea”, ha affermato don Grampa.
 
Al termine del comunicato si afferma che “i partecipanti al meeting hanno inviato a Giovanni Paolo II un caloroso messaggio, in risposta ad una sua paterna lettera”.
 
 
 
Monsignor Leuzzi: l'Eucarestia rende il credente un missionario nelle Università 
 
ROMA, giovedì, 23 settembre 2004 (ZENIT.org).- E’ necessario riaprire il dialogo con il mondo universitario, far incontrare la fede con la storia e la cultura e sottolineare il ruolo dell’Eucaristia, per una organica e articolata missione cristiana nell’Università, ha affermato monsignor Lorenzo Leuzzi.
 
Questi, secondo il coordinatore del comitato europeo dei cappellani universitari e direttore dell’ufficio di pastorale universitaria della diocesi di Roma, i punti centrali su cui si svolgerà la riflessione dei cappellani universitari europei che si riuniranno a Vienna dal 24 al 26 settembre prossimi.
 
Interpellato da ZENIT sui temi che caratterizzeranno i Lineamenta della pastorale universitaria, monsignor Leuzzi ha detto: “Innanzitutto l'urgenza per la Chiesa di riaprire il dialogo con il mondo universitario”.
 
“Senza questo dialogo la nuova evangelizzazione non potrà realizzarsi secondo le indicazioni del Magistero di Giovanni Paolo II, il quale, fin dalla sua prima enciclica Redemptor Hominis, ricordava che la vera evangelizzazione deve incidere sullo sviluppo della civiltà degli uomini”.
 
“Nell'università e con gli universitari la chiesa incontra la storia e ne comprende la capacità del Vangelo di orientare la cultura”, ha commentato.
 
Circa il ruolo dell'Eucaristia come centro della missione universitaria, monsignor Leuzzi ha spiegato che: “La vera partecipazione all'Eucarestia costituisce il momento più alto della vita storica dell'uomo, in quanto l'incontro comunionale con Cristo rende l'uomo capace di realizzare quella condivisione con la vita di Dio che è la vera fonte della sua storicità”.
 
Ed è quindi “nell'Eucarestia che l'uomo scopre la verità di se stesso, il suo essere, ad immagine del Crocifisso, dono per i fratelli”, ed è in essa “la fonte di quella intelligenza sapienziale che permette al credente di essere missionario in Università”.
 
Ma quali sono i problemi più frequenti che i cappellani universitari rilevano nel loro lavoro di cura pastorale di studenti e professori? “Il vero problema – ha spiegato il prelato – è la dicotomia tra fede e vita universitaria, o meglio la difficoltà del credente di saper comunicare la fede”.
 
“La privatizzazione della fede, sotto la spinta del confronto con le altre fedi, è il primo e grave problema della pastorale universitaria. E' necessario non confondere la rinascita della religiosità con la vera testimonianza apostolica. La formazione cristiana è per sua natura missionaria e dunque deve raggiungere il vissuto storico del credente”.
 
Riguardo la strada da intraprendere per una rinnovata presenza cristiana nelle università, monsignor Leuzzi ha spiegato che: “I cappellani devono innanzitutto favorire la costruzione di comunità ecclesiali capaci di far crescere la comunione tra i cristiani, singoli e associati”.
 
“In secondo luogo le cappellanie devono essere un luogo dove si impara e si attua la ‘carità intellettuale’. In terzo luogo le cappellanie devono diventare centri propulsori di iniziative culturali e di elaborazione di progetti per l'animazione cristiana della vita universitaria”, ha quindi aggiunto.
 
E’ “in questo senso – ha commentato – che la proposta dei laboratori culturali può essere un'esperienza interessante per la presenza missionaria dei cristiani nelle Università”.
 
Nell’udienza concessa ai partecipanti al Simposio europeo “Università e Chiesa in Europa” tenutosi a Roma dal 17 al 20 luglio dello scorso anno, il Santo Padre aveva affermato che i “laboratori culturali costituiscono una scelta prioritaria della pastorale universitaria a livello europeo”.
 
“In essi si opera un dialogo costruttivo tra fede e cultura, tra scienza, filosofia e teologia, e l’etica è considerata esigenza intrinseca della ricerca per un autentico servizio all’uomo”, aveva così commentato nel riceverli alla residenza di Castel Gandolfo.
 
E proprio alla luce di quanto detto nel corso del Simposio, monsignor Leuzzi ha ricordato che “è necessario raccogliere e far convergere la ricca esperienza di pastorale universitaria che si va attuandosi in Europa”.
 
“In questa prospettiva la proposta di offrire dei ‘Lineamenta’ potrà favorire il confronto e la precisazione circa la specificità della pastorale universitaria”, così come l'Esortazione apostolica “Ecclesia in Europa” costituisce “un punto di partenza importante, soprattutto nei paragrafi 58 e 59, per la sensibilizzazione delle Chiese Locali all'impegno in università”.
 
”E’ necessario consolidare il cammino già svolto e avviarsi verso una organica e articolata (cappellanie, centri pastorali, collegi universitari, movimenti e associazioni..) programmazione della pastorale universitaria in modo che l'evangelizzazione possa raggiungere i percorsi culturali che oggi animano i popoli europei, in un momento cruciale della loro storia”, ha riferito Leuzzi.
 
Questa “è la grande sfida della Chiesa in Europa!”, ha concluso.
 
Sempre nell’udienza ai partecipanti al Simposio europeo il Papa aveva sottolineato che: “Come la nuova Europa non può progettarsi senza attingere dalle proprie radici, altrettanto può dirsi per l’università. Essa, infatti, è per eccellenza luogo di ricerca della verità, di analisi accurata dei fenomeni nella costante tensione a sintesi più compiute e feconde”.
 
“E come l’Europa non può ridursi a mercato, così l’università, pur dovendo ben inserirsi nel tessuto sociale ed economico, non può essere asservita alle sue esigenze, pena lo smarrimento della propria natura, che rimane principalmente culturale”.
 
 
 
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