Possibile vocazione o infatuazione?

«Il mio ragazzo dopo essere stato alla GMG ha incominciato a chiedersi se il Signore non volesse qualcosa in più da lui...». Non abbiate paura del Signore e di ciò che ci vuole dire. Lui sa perfettamente qual è la nostra felicità ed è per questo motivo che ci ha dato il dono della vita...

Possibile vocazione o infatuazione?

da Teologo Borèl

del 22 febbraio 2006

Carissimo,

il mio ragazzo dopo essere stato alla GMG ha incominciato a chiedersi se il Signore non volesse qualcosa in più da lui, lui dice che ha sentito come se fosse stato chiamato ma dopo avermi rivisto dopo il periodo di separazione per la GMG, dice di essere sicuro di amarmi e di voler stare con me e costruire una famiglia seguendo comunque il Signore e io sono perfettamente d'accordo. Proprio oggi però parlando mi ha confidato che ha paura perchè se il Signore dovesse chiamarlo non saprebbe come fare. Lui dice che dentro sente di voler costruire una vita con me ma dice che se il Signore vuole davvero insistere non si può dire di no, ma lui non vuole perdere tutto questo che ha ora... e neanche io. Cosa dovrebbe fare? Io gli ho consigliato di parlarne con un sacerdote suo amico ma non voglio perderlo.

 

 

Cara Chiara,

la prima cosa che ti volevo dire è grazie. Grazie per la mail che hai avuto il coraggio di scrivermi e per la fiducia che mi stai dimostrando. Ho letto e riletto le parole che mi hai confidato e devo dirti che ti capisco molto bene. È una situazione che ho già incontrato in questi anni in alcune occasioni. Sembra una strada che porta ad un bivio e fa paura da morire sapere che devi andare a destra quando, magari, vorresti andare a sinistra.

Non so se il tuo ragazzo ha una vera vocazione oppure è un sentimento che è arrivato proprio perché le GMG lasciano un segno profondo nel cuore di ogni giovane. So soltanto che questa 'sensazione', anche se ci fa prendere la strizza, varrebbe la pena 'verificarla' un po'. Capiscimi bene, non perché io pensi che sia meglio che questo giovane entri in seminario. Non lo penso nemmeno! Ma perché sapendo che la nostra vita è una risposta al progetto che il Signore ha per ciascuno di noi mi lascia molto tranquillo pensare che Lui è il primo interessato nel farci capire bene qual è il cammino più giusto per ciascuno di noi. Per questo motivo il parlarne con qualcuno, il rimanere un po' in 'ascolto' del Signore, 'lo' e 'vi' aiuterà tantissimo nel vostro cammino insieme.

Non devi e non dovete aver paura di ciò che il Signore pensa di voi e per voi. Rifletti su questo punto: se questa sensazione è soltanto, di fatto, una sensazione il dare una possibilità di vedere fino in fondo dove porta darà più sicurezza al vostro fidanzamento. Non  ci sarà mai ne adesso ne nel futuro quella incertezza che ci farà dire, soprattutto nei momenti difficili di crisi o di sconforto: 'Beh... se avessi provato? Se forse il Signore effettivamente mi chiamava? Se questo momentaccio è proprio perché io non ho voluto ascoltarlo? Se...'. Vedi quanti se o forse vengono fuori. Oppure, se il Signore pensa ad una vera ed autentica chiamata a poco a poco ci renderemmo conto di aver perso il cammino fatto per noi, aver perso tanto tempo, aver sbagliato tutto.

Non abbiate paura del Signore e di ciò che ci vuole dire. Lui sa perfettamente qual è la nostra felicità ed è per questo motivo che ci ha dato il dono della vita. Niente viene per caso e se ci fidiamo/affidiamo di/a Lui troveremo e percorreremo il cammino più giusto. Non abbiate paura di aprire una porta e di avere la serenità per tutta la vostra vita di sapere che ciò che state vivendo è la strada giusta.

Ti e vi ricorderò fin da oggi nelle mie preghiere quotidiane in cui ricordo tutti i giovani che ogni giorno mi scrivino e mi danno la possibilità di tendere una mano.

 

Con amicizia…

padre Giuseppe Gamelli

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