E realmente Don Bosco apparve nel seno della Chiesa cattolica quale precursore o antesignano mandato a suscitare in, ogni parte con il suo esempio molteplici attività o novelle o rin¬≠novellate per la dilatazione del regno di Dio e per la conquista delle anime.
del 07 dicembre 2006
Il cardinal Nina, quand'era Segretario di Stato, fu molto richiesto un giorno da Leone XIII in quale concetto egli avesse Don Bosco. Rispose: - Poichè Vostra Santità me ne richiede, dirò che io lo credo non un semplice uomo, ma un gigante dalle lunghe braccia che è riuscito a stringere a sè l'universo intero -Esatto e ben detto! La storia non penerà a dimostrare che Don Bosco ricevette dal Cielo una missione amplissima di bene non per un Popolo solo, ma per tutto il mondo. A riprova di ciò si addurrà il fatto che, celebrandosene la beatificazione, sembravano per lui crollate le barriere nazionali; poichè ogni popolo si fece a esaltarlo come se si trattasse d'un glorioso figlio della propria stirpe.
E realmente Don Bosco apparve nel seno della Chiesa cattolica quale precursore o antesignano mandato a suscitare in, ogni parte con il suo esempio molteplici attività o novelle o rin­novellate per la dilatazione del regno di Dio e per la conquista delle anime. Due Congregazioni dotate di mirabile elasticità, per cui si adattano a tutti i bisogni moderni sotto tutti i governi e in tutti i climi; parecchie altre Congregazioni propagginate dalle sue; sistemi di propaganda primamente da lui introdotti e da non pochi guardati con diffidenza, ma poi universalmente imitati; forme di religiosa cooperazione ispirate ai vetusti terzi ordini, ma armonizzate con i tempi e preludenti all'odierna Azione cattolica; diffusione dell'idea missionaria, fatta penetrare simpaticamente in tutti gli strati della società; indirizzi pedagogici tutti suoi, che adagio adagio hanno trionfato di metodi educativi antiquati, soppiantandoli; scuole tipografiche per la propaganda popolare della buona stampa; svariate opere di assistenza giovanile o creato di netto o rinnovate secondo le esigenze dell'ora presente; reclutamento di vocazioni ecclesiastiche fra adolescenti già maturi; inusitate pompe sacre di una attrattiva irresistibile sulle masse dei fedeli; inaudita frequenza pubblica ai Sacramenti e pratica delle prime comunioni precoci, l'una cosa e l'altra solennemente sancite quattro lustri dopo la sua morte, dal Papa Pio X e con termini che ricordano espressioni a lui familiari; un apostolato sacerdotale senza vincoli di servitù politiche; uno spirito francamente ortodosso nei principii, ma caritatevolmente conciliante nelle applicazioni: ecco in rapida sintesi un insieme d'iniziative o partite direttamente da Don Bosco o da Don Bosco promosse e divulgate, sicchè dei loro benèfici effetti è ripieno oggi il mondo, mentre cent'anni fa erano o ignorate o dimenticate o giudicate impossibili o ristrette entro angusti confini. Nè tardò a rivelarsi qual tempra di apostolo si venisse in lui apprestando al mondo; poichè si compie quest'anno un secolo, dacchè Don Bosco istituì ira i suoi condiscepoli di ginnasio una società ch'ei nomò dell'allegria, e in cui non finiamo di ammirare, quanto, e dettandone le leggi e mettendola in azione, il giovane sedicenne precorresse fin d'allora i tempi.
  Alla storia del nostro Beato questo volume tredicesimo delle sue Memorie biografiche apporta un ben notevole contributo.
Esso comprende due anni della sua vita, il 1877 e il 1878. La mole del libro sorpassa alquanto la giusta. misura; ma sdoppiandolo ne sarebbero risultati due monconi, mentre le cose compiute in quel biennio s'adagiano tanto per benino entro unica cornice e piace assai pi√π a chi legge il poter cogliere a colpo d'occhio nella loro interezza i singoli fatti.
Due avvenimenti stanno al centro di questo periodo, riguardanti uno la Congregazione salesiana e l'altro la Chiesa cattolica, vale a dire il Primo Capitolo generale della nostra Società e il Passaggio delle Somme Chiavi dalle mani di Pio IX in quelle di Leone XIII. Il primo avvenimento segnò un passo di somma importanza nel procedere dell'Opera di Don Bosco e le impresse un vigoroso impulso; del secondo la divina Provvidenza dispose che Don Bosco si trovasse a essere, Per dir così, non inerte, nè inutile spettatore. I due massimi avvenimenti furono Per lui preceduti, accompagnati e seguiti da faccende e da travagli che s'incalzarono senza posa, contendendosi le ore delle sue giornate. Il Servo di Dio fece tre viaggi a Roma e tre in Francia; spedì due belle schiere di Salesiani e due di Suore nell'America Meridionale, dove pure provvide a nuove fondazioni; fondò in Italia le case della Spezia, di Lucca, di Este, principiò il collegio di Magliano Sabino, rilevò la Cartiera di Mathi torinese; in Francia aperse l'oratorio di Marsiglia e la colonia agricola della Navarra; trasferì inoltre da Mornese a Nizza Monferrato la Casa Madre delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per le quali allestì Pure altre residenze; Pose la Pietra angolare alla chiesa di San Giovanni Evangelista in Torino; organizzò i Cooperatori o lanciò il Bollettino Salesiano. Queste sono soltanto le imprese Più vistose.
Ma o per esse o con esse un vero mondo d'affari ne occupò incessantemente l'attività, senza che giammai un negozio lo assorbisse a segno da impedirgli di attendere nel contempo a parecchi altri. Chi voglia valutare fino a qual grado arrivasse, diciamo così, l'ubiquità della mente di Don Bosco, non ha che da compilarsi una tavola sincronistica delle cose narrate in queste pagine, riunendo sotto le proprie date tutte le occupazioni, pratiche, iniziative, imprese, a cui il Beato metteva mano: si ammirerà così il prodigio di un uomo che sapeva moltiplicarsi in tante guise non solo senza detrimento dell'intensità richiesta caso per caso, ma anche senza venir meno un istante alla padronanza di sè e alla calma più perfetta; della quale serenità e sicurezza apparirà la virtù sovrumana nei momenti, in cui il suo spirito, preoccupato da cento pensieri, verrà per giunta abbeverato di fiele, Nessuno mai, fosse pure nelle contingenze più critiche, avvicinava Don Bosco senza che sentisse emanare da lui il celestiale profumo d'un uomo pieno di Dio. Nè poteva essere altrimenti; Perchè nella sua indefessa e multiforme attività esteriore lo animava costantemente quell'interno soffio soprannaturale, che è soave effluvio dello spirito del Signore.
Quanto alla maniera di condurre innanzi il presente lavoro, dopo i due volumi già pubblicati non occorre spendere molte parole. Gli spontanei incoraggiamenti giunti in buon numero e da venerandi confratelli anziani, testimoni dei tempi. di cui leggevano la storia, e da maestri dei novizi che giorno per giorno maneggiano le memorie del Beato Fondatore, e da studiosi nostri, nei quali ad altri titoli si accoppia la specifica loro competenza, bastano a provare che la via battuta è quella buona, sicchè nulla potrebbe consigliare di scostarsene. E l'andamento è questo: polarizzare in ogni capo verso un concetto centrale notizie d'idee e di fatti che vi abbiano affinità entro limitato spazio di tempo; curare diligentemente l'esattezza storica delle cose narrate, l'ordine e la chiarezza dell'esposizione e la dignità del dettato; raccogliere e incastonare nel racconto, quali preziose reliquie, tutte le parole del Servo di Dio, siano esse state da lui poste in iscritto o proferite a viva voce e a noi per sicuro tramite pervenute. Il parlare e lo scrivere di Don Bosco recano l'impronta del linguaggio dei Santi, che se non è impreziosito da fiori letterari, va però sempre adorno di altre doti assai più preziose e rare, quali sono specialmente la limpida trasparenza delle loro anime nobilissime e quella spirituale soavità che chiamiamo unzione. I lettori salesiani poi vi sentono il palpito del cuore paterno. Sarebbe dunque doppiamente condannevole il defraudarneli.
Certo è che niuna cura sarà mai soverchia per rappresentare al completo la figura di Don Bosco. Nulla egli deve temere dalla storia; anzi quanto più si approfondirà la conoscenza della sua irabile vita, tanto meglio si verrà comprendendo perchè il regnante Pontefice Pio XI, dell'averne goduto per brevi giorni la familiarità in sugli albori del suo sacerdozio, si sia ripetute volte gloriato in facie Ecelesiae. Dall'alto del suo soglio il Papa abbraccia ora con lo sguardo tutta l'ampiezza della missione esplicata dal Servo di Dio nel mondo, ed è non piccolo vanto l'avere anticipatamente ravvisato sotto la modestia di un esteriore comune e in un fugace contatto l'uomo della Provvidenza Per l'età che è nostra.
 
Torino, 24 agosto 1931.
 
 
Il proposito era che questo volume andasse a prendere posto fra gli omaggi da presentarsi a Don Rinaldi nel suo giubileo sacerdotale, a Lui per volere del quale mi sono sobbarcato a questa fatica, ma l'uomo propone e Dio dispone. Dedicato alla sua cara memoria, muova invece incontro al suo successore e, chiunque egli sia per essere, gli porga il pi√π cordiale e riverente benvenuto nella serie dei successori del Beato Don Bosco.
 
Torino, 8 dicembre 1931.
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