«Vorrei dire a tutti, ad uno ad uno, guardando lo negli occhi: "Ti voglio bene", così come, non potendo adesso stringere la mano a ciascuno, però venendo vicino a voi così personalmente, vorrei dire: "Ti voglio bene"».
del 01 gennaio 2002
«Vorrei dire a tutti, ad uno ad uno, guardando lo negli occhi: "Ti voglio bene", così come, non potendo adesso stringere la mano a ciascuno, però venendo vicino a voi così personalmente, vorrei dire: "Ti voglio bene"».
Sono, queste, le ultime parole rivolte da un vescovo alla sua chiesa. Parole che hanno dato luce ad un cammino non sempre facile.
«Ti voglio bene»: è l'espressione finale di un impegno personale (capace di annullare qualsiasi barriera convenzionale) mai esauritosi.
Questa raccolta, scrigno prezioso che conserva gli ultimi e i più intensi messaggi di amore e di passione di un padre che sa di dover partire, si pone non come luogo di ricordi ma come punto da cui partire se si vuol comprendere fino in fondo, al di là di ogni superficiale approccio, la statura dell'uomo e del vescovo don Tonino Bello, segno di contraddizione nella società e nella chiesa.
Il completo abbandono al Padre, la costante sequela del Figlio, la fedele adesione all' Amore e la totale fiducia in Maria: sono i punti di riferimento che hanno potuto fare del suo cammino, sia pure al suo termine contrassegnato indelebilmente dalla sofferenza, un cammino di fecondo amore e di dilagante speranza. Nel giorno della prova con la sua fede ha saputo trasformare il suo letto di dolore in luminoso altare dal quale si dipartiva fluente l'olio di letizia capace di avvolgere chiunque a lui si avvicinava.
Il settimanale Luce e Vita, pulpito privilegiato dal quale la parola di don Tonino ha varcato i confini della diocesi moltiplicando il numero dei suoi amici, mette a disposizione del lettore queste pagine perché il magistero autorevole di siffatto profeta possa continuare a suscitare in ciascuno anelito di speranza, impegno di conversione e fremito d'amore.
Ignazio Pansini
IL CARDINALE CARLO MARIA MARTINI ARCIVESCOVO DI MILANO
Milano, 11 ottobre 1993
Rev.do don Ignazio,
ho letto con viva commozione questa raccolta delle ultime lettere di Sua Eccellenza Mons. Tonino Bello, mio carissimo confratello nell'episcopato, che dal 1982 ha guidato la diocesi di Molfetta e che il Signore ha prematuramente chiamato a Sé lasciando nei nostri cuori un grande vuoto.
Rivolgo il più cordiale ringraziamento per aver pensato di pubblicare gli scritti che hanno segnato il periodo della sua dolorosa malattia, e mi pare di vedervi espresse bene alcune caratteristiche della sua vita sacerdotale: la centralità assoluta del mistero di Gesù crocifisso e risorto, il cammino della sua conformazione a Cristo in spirito di umiltà, povertà e fiducioso abbandono, la passione per l'annuncio della gioia del Vangelo, l'amore alla Chiesa e alla porzione del popolo di Dio che gli era stata affidata, la ricerca del dialogo continuo con la storia e con tutti gli uomini e le donne della terra, il desiderio ardente della pace, la speranza che la croce cambierà il mondo.
E vorrei sottolineare almeno qualche parola sulla sua personale esperienza della sofferenza: «Se dovessimo lasciare la croce su cui siamo confitti (non sconfitti), il mondo si scompenserebbe. È come se venisse a mancare l'ossigeno nell'aria, il sangue nelle vene, il sonno nella notte. La sofferenza tiene spiritualmente in piedi il mondo. Nella stessa misura in cui la passione di Gesù sorregge il cammino dell'universo verso il traguardo del Regno». E ancora: «Il nostro dolore alimenta l'economia sommersa della grazia. È come un rigagnolo che va ad ingrossare il fiume del sangue di Cristo. Il Calvario è lo scrigno nel quale si concentra tutto l'amore di Dio... Anche noi, sulla croce, rendiamo più pura l'umanità e più buono il mondo... Il Calvario non è soltanto la fontana della carità, ma anche la sorgente della grazia».
Questo prezioso insegnamento sulla prova e sulla sofferenza è molto utile per tutti noi che viviamo in tempi e in condizioni difficili, e mi auguro che la presente raccolta possa ottenere un largo favore da parte di quanti la mediteranno.
Con i più cordiali saluti nel Signore
+ Carlo Maria Cardo Martini
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