Spesso il carisma salesiano è diffuso anche in posti che non conosciamo molto, che ignoriamo, o di cui abbiamo sentito parlare per caso, di sfuggita; il nostro viaggio tra varie realtà continua... Questa volta si ferma in...
del 10 febbraio 2009
VIA ORMEA 4, 10125 TORINO.
 
Un indirizzo qualsiasi, che passerebbe inosservato e probabilmente verrebbe facilmente dimenticato come tutti gli indirizzi con cui siamo venuti a contatto…
Se non fosse che, quando ho indagato un pochino su chi si nascondesse dietro allo sconosciuto recapito, la prima cosa che ho pensato è stata “questo deve essere proprio l’ indirizzo del centro del mondo”!
 
No, decisamente non uno dei soliti indirizzi. Perché dico “centro del mondo”? Perché mi sono immaginata un  posto dove si intrecciano migliaia di colori, di pensieri, di esperienze e di vite diverse, tante quante sono le razze che ci passano attraverso… si potrebbe quasi dire che è come una tavolozza di colori, che si mescolano e cambiano insieme, creando una specie di arcobaleno…
Fuor di metafora, sto parlando dell’ Oratorio San Luigi di Torino. E non esagero se dico che lì i colori hanno davvero un’ importanza primaria… In quella città ci sono numerosi oratori salesiani, ma quando ho sentito parlare del San Luigi non ho potuto fare a meno di capire che chiunque ci entri, diventa immediatamente cittadino del mondo. Ciò che tiene salda la rete di legami tra le persone si chiama accoglienza reciproca: non importa di che colore sia la tua pelle, o che cultura o tradizione tu segua, non importa il tuo passato se alla fine qualcosa ti spinge a credere che cambiare è possibile. 
 
C’È PIÙ GIOIA NEL DARE CHE NEL RICEVERE…
 
Tutto ciò che non è donato va perduto :  scrive così Dominique Lapierre, in un suo famosissimo libro intitolato “La Città della Gioia”. Al San Luigi si dice “c’è più gioia nel dare che nel ricevere….” , perché è proprio questo che mette in moto l’amore che qui viene messo al servizio degli altri.  Si tratta di un voler bene dalla potenza esplosiva, capace di frantumarsi  in mille direzioni e colori diversi;  un voler bene che proviene da tanti cuori (salesiani, educatori, volontari, animatori) che però battono all’ unisono,  al ritmo del sogno comune e del carisma nato proprio da Don Bosco due secoli fa.
In fin dei conti, “l’ educazione è cosa del cuore”… andare incontro ai ragazzi è la priorità del San Luigi, senza però dimenticare che alla base degli incontri più belli tra italiani, marocchini, filippini, boliviani, peruviani, nigeriani, congolesi, e chi più ne ha più ne metta, c’è la consapevolezza degli educatori della loro identità e finalità salesiane; capita che i dialoghi più belli nascono proprio con chi non è cristiano, quei dialoghi che hanno la fede come centro… “loro sanno che noi siamo lì per fedeltà a don Bosco e perché innamorati del Signore” (tratto da un articolo sull’ oratorio, scritto da Don Cesare Durola – Cece).   
 
NON SOLO TEORIA…
 
Ma come si realizza tutto questo? Insomma, non ci si può fermare solo a citazioni o a pura teoria… come si concretizza questo amore nella pratica?
Per far sentire i ragazzi a casa, accolti e ascoltati, sono nati tantissimi progetti: innanzitutto, un centro di accoglienza per i minori stranieri, con vite e passati estremamente diversi, ma uniti dalla voglia di sentire l’Italia come la loro nuova casa e di trovare un lavoro, mettersi in regola e studiare. Non è così semplice però, togliere i ragazzi dalla strada: spesso occorre fare un passo per primi e andare loro incontro… per fare questo, l’ Oratorio si è attrezzato di una strana ma originale “mascotte”, un furgoncino sgangherato e tutto colorato che va a incontrare i ragazzi nelle strade e nelle piazze della città.
L’ educativa di strada porta a contatto con tanti bisogni, tante problematiche, piccole o grandi: dalla mancanza di un vestito o di un pasto allo scontro con il tunnel dello spaccio, fino a, più semplicemente, voler condividere un sogno, parlare… 
 
Si cerca di progettare insieme la possibilità di rifarsi una vita; tante volte scontrarsi con ragazzi che hanno già smesso di credere nei sogni è una sfida continua, specialmente per chi è cristiano… quello che accade che senso ha? E gli interventi che si fanno, il tentativo di venire incontro ai ragazzi, possono servire a qualcosa? È questo ciò che Dio chiede?
Come dice Jovanotti, “la cura è spesso nascosta dentro alla malattia”: da dove nasce la domanda di senso, si può trovare anche la risposta… è dal dialogo stesso con il Signore, vedendo che ridare la speranza ai ragazzi è possibile, che la volontà degli educatori trae la sua spinta…
 
Oltre a questo, l’oratorio non manca nemmeno delle attività classiche, come l’animazione pomeridiana e il cortile, il servizio civile, il doposcuola, attività sportive come il calcio e la pallavolo: le squadre partecipano anche a tornei e campionati federali.
Anche la formazione degli educatori è importante: se non si condivide per primi insieme quello che si vuole testimoniare ai ragazzi, come si può pensare che loro possano sentirsene parte?
“Avevamo fatto anche alcune gite al mare di un giorno, con dei ragazzi marocchini: bastava vedere gli occhi commossi di tanti ragazzi, a cui il mare ricordava la loro terra, il Marocco. […]  …insomma stare in oratorio ogni giorno significa essere immersi in un movimento di gente che ha come punto di riferimento un ambiente, come obiettivo quello di incontrarsi, di creare nuove relazioni, ma soprattutto far scoprire la grandezza dell’amore divino.”
 
CHI SI SENTE AMATO, AMA
 
Come una carrellata di fotografie, una panoramica breve ma significativa, il nostro viaggio “cartaceo” finisce qui. Davvero non serve andare dall’ altra parte del mondo spinti dal bisogno di sentirsi utili, per cercare di cambiare le cose… spesso è il mondo stesso a stare sotto casa nostra.
Al San Luigi è come se il mondo non soltanto passasse, ma ci rinascesse dentro: merito non solo della diversità culturale, ma di ciò che riesce a prendere tutte queste diversità e ad unirle, rendendole parte di un sogno comune… l’ amore per Dio e per gli altri, perché solo chi si sente amato amerà senza dubbio a sua volta.
                          
NB: se vuoi sapere di più sull’ attività dell’ oratorio e sulla comunità fondata da don Cesare Durola, trovi info anche su www.donboscoland.it!
 
Elisabetta Venturini
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