Faccio ciò che voglio tanto è già tutto previsto dalle stelle. Ecco l'assurdo del nostro tempo. Da un lato si esalta la libertà personale e dall'altro la si rinchiude sotto l'implacabile dominio degli astri. Per questo non si comprende la libertà del cristiano.
del 26 gennaio 2006
Anno nuovo, vita nuova. Magari. Il desiderio di dare una svolta alla propria esistenza è a volte così forte che il cervello parte per la tangente e inizia a navigare nell’imperscrutabile, in cerca di qualcosa – o qualcuno – che ci guidi per mano fino alla realizzazione dei nostri sogni. Qualcosa – o qualcuno - che ci spieghi che ci stiamo a fare in questo mondo, chi siamo, come siamo e come dobbiamo comportarci. Soprattutto, che ci faccia credere che il caso non esiste ma che tutti gli eventi fanno parte di un progetto ben preciso. La ricerca di “senso”, insomma, attraverso il mistero.
Religione “faidate”, esoterismo, magia, misticismo, astrologia ecc. costituiscono una dimensione entro la quale tutti ci immergiamo, attratti irresistibilmente da ciò che non conosciamo e, proprio perché ignoto, affascinante e possibile. Questo bisogno di evasione dagli affanni quotidiani che ci tengono inchiodati a terra quando invece vorremmo volare, di ricerca di noi stessi per non perderci e disintegrarci, di ammantamento aureo del nostro essere speciali e unici è così prepotente da decretare il successo di qualunque rubrica di astrologia.
Proprio nella quotidianità, da cui spesso si vorrebbe fuggire, gli oroscopi in particolare – maya, cinese, karmico... – si sono ritagliati uno spazio che nessuno riesce a ignorare. Così, con un po’ di vergogna se si è in pubblico, la prima cosa che si va a leggere nei giornali e giornaletti che acquistiamo o ci capitano per mano sono proprio le previsioni astrologiche. In fondo, costa poco e non impegna. È forse più confortante sapere che le nostre vite siano appese a fili mossi da chissachi, piuttosto che sentirci addosso il peso della responsabilità del nostro agire o non agire.
“Non ci credo ma non si sa mai”, sembra essere la giustificazione più diffusa. E tale affermazione vale non soltanto per gli astri, ma anche per tutte quelle superstizioni ridicole solo in apparenza, perché nella realtà sono ben tenute in considerazione da moltissime persone. Così, è facile beccare un attempato professionista o un’assistente sociale che ritirano subito la mano se la stretta con un amico si incrocia con un’altra, oppure evitano di passare sotto una scala o diventano cupi se si rompe uno specchio o, ancora, del sale finisce sulla tovaglia.
“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”, diceva Edoardo de Filippo. Sarà per questo che ogni volta in cui incappiamo disgraziatamente in una catena di Sant’Antonio, anche i più “seri” e “colti” ci pensano due volte prima di cestinarla e a volte cadono nella tentazione di non interromperla? Secondo Umberto Eco, invece, “la superstizione porta sfortuna”.
In parrocchia, a scuola, sul tram, al cinema, in qualunque posto di ritrovo può capitare di orecchiare una conversazione del genere, protagonisti una ragazza italiana e una cinese: “Tu sei dell’acquario, vero?”, chiede la prima. “Nel vostro oroscopo credo di sì, ma nel mio sono una scimmia”, risponde l’altra. “Ma dai! – esclama l’italiana – Anch’io sono una scimmia. Ecco perché andiamo così d’accordo”. Già, ecco perché una gemelli deve mettersi con un bilancia altrimenti l’amore va male, oppure un cavallo (cinese) è inevitabile che abbandoni sempre le situazioni che non gli piacciano. Importantissimo è poi l’ascendente. Pochi dichiarano di conoscere il proprio, ma quasi tutti lo sanno. Scoprire l’ascendente richiede una piccola ricerca che comporta un interesse che va aldilà del divertimento all’insegna del “così, tanto per fare”. Ed è meglio non esporsi...
La curiosità di sapere il segno zodiacale di una persona appena conosciuta è spesso più forte di qualunque altra cosa. Al punto che, a volte, questa preziosissima informazione sull’altro determina il successo o il fallimento di un’amicizia. “No mi dispiace, sei un pesci, con te non può proprio andare”.
“Io non credo nell’oroscopo giorno per giorno – dice Silvia, 21 anni – Credo invece al rapporto tra segni zodiacali, perché i segni dipendono dal giorno di nascita e penso che in ogni giorno ci sia la sua alchimia con caratteristiche particolari”. Così dicono tutti.
Cosa non si darebbe e farebbe per conoscere il proprio futuro e averlo sotto controllo? C’è chi si accontenta, a mo’ di scherzo, di scartare un bacio perugina e leggere il messaggio contenuto. Chi si fa fare l’oroscopo personalizzato e chi si fa leggere la mano o i tarocchi. Chi si affida a persone con presunti poteri soprannaturali o a rimedi e pozioni magiche. Spesso, l’ignoranza non c’entra. A volte, è la disperazione che spinge a trovare risposte altrove, nel mondo del mistero e dell’esoterico. Ci si aggrappa a qualunque appiglio nella convinzione di non essere in grado, da soli, di trovare la forza. Casi estremi, ma numerosi, che fanno la fortuna di impostori.
In fin dei conti, se proprio vogliamo parlare anche di fede religiosa, è molto meno impegnativo e più affascinante partecipare a una seduta spiritica in cui tutto può capitare piuttosto che a un ritiro spirituale in cui si è chiamati a riflettere e a mettersi in discussione. Ma non è neanche il caso di accanirsi troppo con chi, tra una riflessione e l’altra, si concede qualche momento di svago raccontando agli altri cosa dicono gli astri.
Gianni, per esempio, è animatore di un gruppo parrocchiale e proprio non sopporta quando i “suoi” ragazzi parlano di queste “cretinate”. “Come si può conciliare la fede in Dio con la fede in queste idiozie? - dice - Mi considerano un rompiscatole, lo so, ma sinceramente nutro qualche dubbio quando loro sottolineano che è soltanto un gioco divertente, un modo per distrarsi, un parlare tanto per parlare”. Ma già che ci sono non potrebbero parlare di qualcosa di più vero?
Patrizia Spagnolo
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