I giornali si occupavano di Spadolini e Mitterrand, mentre a Medjugorje... Fra il 24 e il 25 giugno 1981 nessuno nei giornali, fra i politici e gli intellettuali, poteva degnare della minima attenzione ciò che stava accadendo, verso le 18, a sei ragazzini in uno sperduto borgo della Jugoslavia comunista...
del 29 giugno 2006
Fra il 24 e il 25 giugno 1981 nessuno nei giornali, fra i politici e gli intellettuali, poteva degnare della minima attenzione ciò che stava accadendo, verso le 18, a sei ragazzini in uno sperduto borgo della Jugoslavia comunista. Medjugorje era un pugno di case, fra povere vigne, colli sassosi, strade sconnesse e campi di tabacco. Del tutto insignificante per il mondo (come Lourdes, come Fatima, come Nazareth e Betlemme). Ben altri erano gli eventi importanti, i luoghi e le persone che “contavano”. Il Corriere della sera del 24 giugno titolava a nove colonne: “Nello stesso giorno due importanti cambiamenti politici”. Sotto c’erano due titoli su Italia e Francia: “Via libera a Spadolini, entrano anche i liberali”.
E poi: “Quattro ministri comunisti nel governo Mitterrand”. Erano due eventi che gli opinionisti definivano “storici”: il primo governo laico della storia repubblicana in Italia e, in Francia, con la vittoria del presidente socialista, l’arrivo del Pcf al governo. Il giorno dopo infatti il titolo è su Reagan che lancia avvertimenti a Parigi. Mentre un altro titolo riguarda la Polonia: “Kania e Jaruzelskij telegrafano a Breznev: Difenderemo l’amicizia e l’alleanza con l’Urss” (in pratica preparavano già il golpe contro Solidarnosc). Era l’ordine di Jalta.
 
Sembravano quelle le notizie importanti. E quelli i protagonisti della cronaca e della storia. Ma oggi, solo 25 anni dopo, cosa è rimasto di loro? Nulla. Tutto dissolto. Una piccola ventata di anni ha spazzato via quei potenti e il loro potere. Perfino quell’immenso impero del Male che era l’Urss, che sembrava incrollabile, si è dissolto come nebbia al sole. E invece oggi a Medjugorje, il piccolo borgo della Bosnia diventato famoso, arrivano attorno a quei sei “ragazzi”, migliaia di persone per festeggiare il 25° anniversario della prima apparizione della Madonna (perché questa è la notizia: la “bella ragazza” continua ad essere lì ogni giorno, alla stessa ora, per quei ragazzi e per chi la cerca). Migliaia di persone in queste ore raggiungono quel borgo e si aggiungono ai milioni di uomini e donne che in questi 25 anni sono andati là e hanno assistito a eventi straordinari, a guarigioni scientificamente inspiegabili, a migliaia di conversioni, al sorgere della speranza nella vita, ad apparizioni i cui effetti gli scienziati – lì accorsi con fior di apparecchiature - non sanno spiegare. E’ tutto come duemila anni fa. Il cristianesimo accade così nel silenzio della vita quotidiana e poi capovolge la storia, incendia i cuori e illumina il mondo. Anche al tempo di Augusto, in quella primavera dell’anno 747, a Roma, capitale dell’Impero, nessuno avrebbe mai degnato di attenzione una fanciulla ebrea di 16 anni che in un borgo oscuro della Galilea, Nazareth, aveva ricevuto una visita misteriosa e aveva coraggiosamente detto “sì” ad una maternità “impossibile”.
 
Quella ragazzina silenziosa, Maria, non era considerata nulla, come tutte le donne a quel tempo. Eppure per secoli lei sarebbe stata detta “beata”, per millenni sarebbe stata acclamata come “Regina”, amata come nessuna mai, rappresentata e cantata da centinaia di artisti, invocata da oceani di infelici come il loro dolce soccorso, chiamata da poveracci e re. Anche il presidente americano Reagan restò colpito dalla bellissima ragazza di Nazareth che appare a Medjugorje.
 
Marija Pavlovic, una dei sei ragazzi che la vedono, mi ha raccontato: “Era l’ottobre 1987, ero andata a riprendere le pecore sulla collina perché pioveva. Vidi per strada un uomo e una donna, infreddoliti e bagnati dalla pioggia. Così invitai quei due poveretti in casa per offrire loro un tè caldo. Abbiamo dato loro dei nostri vestiti asciutti e poi abbiamo cominciato a parlare: scoprimmo che erano americani e lui era uno dei consiglieri della Casa Bianca per gli affari europei e parlava con il presidente ogni settimana. Erano venuti a Medjugorje perché avevano una bambina down e guarda caso erano finiti proprio in casa mia… Loro non sapevano che io ero una delle veggenti. La mia amica, che conosceva l’inglese e faceva da interprete, continuava a insistere: ‘ma perché non cogli l’occasione per scrivere al presidente Reagan e dirgli cosa sta accadendo qua? E’ chiaro che è la Madonna stessa che te li ha mandati perché tu faccia arrivare fino alla Casa Bianca la Sua voce. Evidentemente (sa Lei il perché) è importante in questo momento’. Io ho cercato di dire che non mi sembrava il caso, ma lui, David, ha assecondato l’idea e dunque ho scritto ciò che la Madonna ci ha detto. Dopo qualche settimana arriva una telefonata che esordisce così: ‘Qui è la Casa Bianca…’. Io ho riattaccato: ‘vai a prendere in giro qualcun altro…’. Ma subito dopo ha chiamato quel mio amico spiegandomi che era davvero la Casa Bianca: il presidente voleva ringraziarmi. Così richiamarono e Reagan mi disse che era rimasto colpito e commosso dalla mia lettera che ‘è venuta proprio nel momento giusto della mia vita’. Poi disse che voleva sentire almeno la mia voce. Io emozionata dissi in italiano che lo ringraziavo pure io e che pregavo per lui. Poi anche sua moglie Nancy volle ringraziarmi e mi disse che anche loro avrebbero fatto preghiere e digiuno come la Madonna chiedeva. Infine seppi che il Presidente aveva personalmente fatto comprare una statuina della Madonna di Fatima, facendola portare alla Casa Bianca”. Alcuni giorni dopo, nel dicembre 1987, doveva essere firmato il Trattato di Washington con l’Urss per l’eliminazione di armi nucleari. Era l’atto politico di svolta che metteva fine allo scontro feroce sugli euromissili (attorno al 1985 si era sfiorato il confronto nucleare, in quegli anni infatti, secondo il Bullettin of Atomic Scientists, si era raggiunta la somma massima di testate nucleari fra i due antagonisti, circa 70 mila). Quel Trattato preludeva al crollo incruento dell’Urss.
 
“Reagan volle che, fra i documenti da portare con sé ai colloqui con Gorbacev, ci fosse pure quella mia lettera” racconta Marija. “So che lui ne parlò a Gorbacev e poi hanno firmato tutto. In seguito mi è arrivata una cartolina con la foto del presidente e il suo ringraziamento, scritto di suo pugno. E anche Gorbacev ha voluto quella mia lettera”. Ma ancora oggi, la “Regina della pace”, di una bellezza indescrivibile, continua ad apparire a Medjugorje. Evidentemente la sua missione è appena cominciata. Sono andato là per capire, per verificare, per valutare la verità degli eventi narrati. Ho letto i rapporti degli scienziati i quali hanno constatato che là accade l’inspiegabile. Il Mistero. Non è questione di fede, ma di ragione. Ho raccolto la mia indagine in un libro, “Mistero Medjugorje”. Mi torna spesso un pensiero. Ai ragazzi (per tutti noi) lei ha detto: “se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia”. La sua bellezza giovanissima, i suoi occhi azzurri, la dolcezza della sua voce, dicono siano sconvolgenti e fanno desiderare di andare con lei. Ogni volta che lei li congeda per i ragazzi è un dolore acutissimo tornare “sulla terra”. Penso che sia il Paradiso. Antonio Socci
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