Reporter senza frontiere conferisce alla Cina popolare una medaglia d'oro supplementare, quella della violazione dei diritti umani. La Cina popolare è la più grande prigione del mondo per i professionisti dell'informazione: in questo momento, 27 giornalisti e oltre 60 internauti sono detenuti nelle carceri del paese. Tra quattro anni si apriranno i Giochi olimpici estivi di Pechino. La Cina è ben lontana dal rispetto degli impegni presi, come quello della libera circolazione delle informazioni sottoscritto con il Comitato olimpico internazionale (CIO). Reporter senza frontiere ha lanciato una campagna per mobilitare l'opinione pubblica contro la dittatura del Partito comunista cinese.
del 10 agosto 2004
 
A qualche giorno dalla cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici di Atene nel corso della quale verrà consegnata al sindaco di Pechino la bandiera olimpica, Reporter senza frontiere conferisce alla Cina popolare una medaglia d’oro supplementare, quella della violazione dei diritti umani. Nel periodo dei Giochi olimpici, la repressione contro gli oppositori, in particolare contro i giornalisti e i cyberdissidenti, non si è affatto interrotta. La Cina popolare è la più grande prigione del mondo per i professionisti dell’informazione: in questo momento, 27 giornalisti e oltre 60 internauti sono detenuti nelle carceri del paese.
Da oltre cinque mesi, il celebre giornalista Cheng Yizhong è prigioniero, senza nemmeno essere stato processato, per aver rivelato un caso sospetto di SARS e la morte sotto tortura di uno studente in un commissariato della città di Canton. Altri due suoi colleghi sono stati condannati a sei e otto anni di carcere per lo stesso reato. Agli occhi delle autorità cinesi i giornalisti della stampa estera sono considerati individui sospetti e alcune volte, sono stati oggetto di violenze e minacce. Il 7 agosto 2004, dei poliziotti hanno picchiato un fotografo dell’agenzia Associated Press e malmenato il suo collega dell’AFP (Agence France-Presse). I due reporter stavano garantendo la copertura giornalistica dei disordini xenofobi avvenuti dopo la finale della Coppa d’Asia del football a Pechino.
Il governo cinese si è inoltre dotato di un nuovo sistema di sorveglianza in tempo reale degli SMS (messaggi scritti inviati da telefono cellulare). Questa nuova tecnologia permetterebbe alle autorità di filtrare i messaggi in relazione ad alcune parole-chiave e di localizzare i mittenti di testi 'reazionari'. Il ministero della pubblica Sicurezza sorveglia peraltro già ampiamente Internet e disturba l’emissione di alcune radio straniere.
 Tra quattro anni si apriranno i Giochi olimpici estivi di Pechino. La Cina è ben lontana dal rispetto degli impegni presi, come quello della libera circolazione delle informazioni sottoscritto con il Comitato olimpico internazionale (CIO). Il CIO dovrà fare tutto quanto in è in suo potere per indurre Pechino a rispettare le libertà fondamentali, altrimenti lo spirito olimpico rischierebbe di essere fortemente bistrattato, come in passato a Mosca, quando molti paesi avevano boicottato i Giochi del 1980 e centinaia di dissidenti erano stati arrestati dalla polizia politica.
Dopo aver condotto una campagna contro la candidatura di Pechino, Reporter senza frontiere ha lanciato www.boycottpekin2008.org per mobilitare l’opinione pubblica contro la dittatura del Partito comunista cinese.
 
Reporter Senza Frontiere
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