Muro contro muro tra il presidente del Venezuela Hugo Chavez e il cardinale Rosalio Castillo, una delle figure eminenti della Chiesa locale. L'unica sua colpa? Avere esortato la popolazione a disconoscere il governo, rovesciarlo e a non avallare un processo elettorale farsa. “Lei è una farsa, cardinale bandito, ruffiano dei governi corrotti del passato!»...
del 19 luglio 2005
 CARACAS - Muro contro muro tra il presidente del Venezuela Hugo Chavez e il cardinale Rosalio Castillo, una delle figure eminenti della Chiesa locale. Al centro del contendere, un'intervista del porporato su politica e governo, a cui il presidente ha reagito con parole grosse, durante “Salve, presidente”, il programma settimanale che conduce in radio. “Castillo è un bandito, immorale e golpista”, ha detto Chavez. L'unica sua colpa? Avere esortato la popolazione a disconoscere il governo, rovesciarlo e a non avallare un processo elettorale farsa. “Lei è una farsa, cardinale bandito, ruffiano dei governi corrotti del passato!», ha sentenziato l'uomo forte di Caracas come se avesse il prelato davanti a sè. Nell'intervista pubblicata domenica dal giornale 'El Universal', il cardinale, già presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, aveva affermato che il governo Chavez “è il più nefasto che il Paese abbia mai avuto” e che dietro ”la patina di democrazia” si nasconde “la dittatura”. “Sono convinto, continua Castillo - che nel Paese vi sia una dittatura; una dittatura intesa come esercizio dispotico e arbitrario del potere concentrato nelle mani di una singola persona”.
 
Il porporato, a nome della Conferenza episcopale venezuelana, non si è fermato qui e, richiamandosi all'articolo 350 della Costituzione, ha detto che “il popolo venezualano, fedele alle sue tradizioni repubblicane e alla sua lotta per l'indipendenza, la pace e la libertà, deve disconoscere qualsiasi regime, legislazione o autorità contraria ai valori, ai principi alla garanzie democratiche e al rispetto dei diritti umani. Le azioni del governo, ha assicurato il cardinale, violano tutti questi presupposti”. Poi l'anatema contro il presidente: “Possa soffrire le frustate di Cristo per tradimento”. Infine, un commento amaro: “È con questi banditi che il Vaticano ci chiede di intrattenere buone relazioni?”. La risposta di Chavez, da cattolico praticante che vanta di avere convertito al crisianesimo anche il leader cubano Fidel Castro: “Il papa deve sapere tutto questo. Che Dio perdoni il cardinale e che il diavolo lo accolga”. 
Le esternazioni di Chavez arrivano in un momento in cui si intensifica la polemica con gli Stati Uniti: proprio alcuni giorni fa, il presidente aveva denunciato un presunto piano Usa per invadere il paese. 'Il piano esiste, - aveva detto - compresi i calcoli di quanti bombardamenti sarebbero necessari al giorno, sono state fatte esercitazioni, giochi di guerra, con il Venezuela come obiettivo'. Il piano si chiamerebbe “Balboa”, ma il Venezuela, dice Chavez, è pronto ad affrontarlo. Interprete e sostenitore di un nuovo socialismo e guida di un paese ricco di risorse petrolifere, il presidente denuncia regolarmente complotti americani o piani per assassinarlo. Con le dichiarazioni contro il cardinale Castrillo si apre comunque un nuovo fronte con la Chiesa: una scelta azzardata dalle conseguenze imprevedibili. Dal Vaticano, non è arrivata nessuna reazione. Per il momento.
 
 
Mattia Bianchi
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