Segnali di fumo da Giovani per i Giovani

Il fumetto ha trascorso un inverno infiammato a causa di “certe” vignette. La volontà è quella di riscattare un prodotto culturale che unisce arte e letteratura, e gode di un eccezionale potere comunicativo, a volte distorto. È bene partire chiarendo alcune idee.La satira intesa come critica arguta, è un modo intelligente, sottile ed ingegnoso di interpretare la realtà. E' humour, divertimento. Quando questa calca la mano e diventa beffa, derisione acida ed accanita, non ci si può giustificare sbandierando l'ideale di libertà (di stampa). Ogni libertà è un bene prezioso che va amministrato con saggezza e non può mai diventare occasione di offesa.La libertà è una vuota pretesa senza il corrispondente rispetto.

Segnali di fumo da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 01 luglio 2006

COMIX

Il fumetto è un modo di raccontare che si avvale di un codice multiplo costituito da parole e immagini declinate secondo una specifica sintassi; è un linguaggio che può essere usato non solo per scopi comunicativi, ma anche per produrre idee.

Ogni racconto si deve basare su un criterio di semplificazione che si avvale degli elementi indispensabili per rendere l’immagine chiara e senza equivoci. Questo rende il fumetto un messaggio facile e schietto, accessibile con immediatezza.

Non rompendo l’incanto di una fruizione spontanea del testo a fumetti, vogliamo anche mettere in evidenza come da questa forma artistica sia possibile trarre spunti e occasioni di riflessione. Ad esempio il tema della costruzione del sé può essere affrontato con riferimento a personaggi del fumetto (Tex Willer, Bonaventura, Gastone, Asterix, solo per dirne alcuni) che, proprio perché ben caratterizzati, si prestano a stimolare la riflessione su concetti quali il carattere, l’attitudine e gli interessi personali, e a riconoscere l’importanza della propria biografia. Inoltre, le loro marcate peculiarità danno rappresentazione ai bisogni profondi dell’animo umano: ribellione e libertà per Corto Maltese o il divertente egotismo di Sally nei Peanuts.

 

 

CALVIN and HOBBES

 

Dall’alto della sua zazzera spettinata Calvin ci regala le sue pestifere e fantasmagoriche avventure accompagnato dal prode compagno Hobbes, un tigrotto di peluche in carne ed ossa. Calvin è l’idea pura della fantasia infantile, sferzante e immediata, ma allo stesso tempo spiazzante nella sua inesorabile veridicità.

A volte terribile peste, a volte dolce e sensibile, a volte saggio a volte sventato, temerario eppure pavido. Bimbo curioso, vivace e disarmante negli improvvisi slanci di riflessione, tanto che sarebbero degne di un Bignami di filosofia le strisce in cui disquisisce con Hobbes di argomenti che spaziano dall’amore alla morte, società e politica.

Scommetto che Bill Watterson disegnando questi frugoletti, mezzi angeli e mezzi diavoli, ricordava la poesia che vive solo nel magico mondo dei bambini, loro che sanno trovare un tesoro in ogni dove (per dirla alla Calvin!).

 

 

PUPILLA

 

Spiattellare con ironia la verità in soli quattro riquadri, questo è il graffio comico che Giuseppe Culicchia imprime alla sua creatura.

Dal punk a Moby Dick, attraversando la sindrome pashmina, Pupilla è modernissima e concreta. La conosciamo solo dal di dietro, nel senso sia del retro che del “fondo”, dato che sempre ci volta le spalle. Di Pupilla ci sono noti i capelli lisci, il profilo rotondetto, i pantaloni a vita bassa (e le loro conseguenze), ma soprattutto lo sguardo pungente di un’adolescente che riflette sul mondo che la circonda. La sua tagliente sagacia analizza l’attualità: ambiente, politica, musica, costume, tutto setacciato e smontato con disinibito senso critico pepato d’ilarità. Giusto per darvi un’idea:nella nostra classe ormai ci sono così tanti stranieri che abbiamo deciso di organizzare una partita Italia- Resto del mondo.

E dal meltingpot alla devolution: per la partita Italia- Resto del mondo abbiamo un problema: in che squadra giocherà il compagno di classe padano?

Probabilmente Pupilla ha letto troppo Mafalda; consapevoli dell’epoca in cui vivono, scettiche nei confronti degli adulti, spigliate ed argute queste due ragazzine terribili non si lasciano scappare nulla. Una domanda nasce spontanea: ma i giovani d’oggi sanno davvero analizzare così lucidamente il presente?

Chiara Bertato

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