Scontri prima e dopo l'incontro Catania-Palermo: muore un ispettore di 38 anni - Campionati sospesi. Una morte intollerabilmente assurda, una famiglia crudelmente colpita ma non c'è purtroppo da stupirsi che questa tragedia sia accaduta, sarebbe già potuto accadere anche altrove, visto che è ancora aumentato quest'anno il numero degli esponenti delle forze dell'ordine rimasti feriti o contusi in occasione di partite di calcio.
del 04 febbraio 2007
Non è bastata la tragica morte, sabato scorso, del dirigente di una squadra calabrese di terza categoria, Ermanno Licursi, a porre un freno agli episodi di violenza che in pratica ogni settimana si verificano sui campi di calcio. Ieri sera, negli incidenti avvenuti all'esterno dello stadio 'Massimino' di Catania, provocati da sostenitori della squadra etnea (o meglio, teppisti criminali e basta) mentre era già in corso il derby tra la formazione locale e quella del Palermo, un ispettore di Polizia trentottenne, Filippo Raciti, sposato e padre di due figli, è morto dopo essere stato colpito al volto da una bomba carta lanciata da uno dei facinorosi. A nulla sono valsi i tentativi dei sanitari di salvarlo:  Filippo Raciti è deceduto qualche ora dopo il ricovero in ospedale.
Una morte intollerabilmente assurda, una famiglia crudelmente colpita ma non c'è purtroppo da stupirsi che questa tragedia sia accaduta, sarebbe già potuto accadere anche altrove, visto che è ancora aumentato quest'anno il numero degli esponenti delle forze dell'ordine rimasti feriti o contusi in occasione di partite di calcio.
 
E i provvedimenti decisi dal commissario straordinario della Federcalcio Luca Pancalli, che già era intervenuto con doverosa durezza dopo la morte di Ermanno Licursi in seguito alla tragica di rissa nel dopopartita di Luzzi (Cosenza), sono stati drastici. Dopo essersi consultato con il presidente del Coni Petrucci e con il ministro per i Giovani e lo Sport Melandri, Pancalli ha infatti annunciato di aver disposto lo stop di tutte le attività calcistiche di carattere agonistico a tempo indeterminato:  'Ora basta, ora veramente basta - ha affermato - è una situazione che non riesco neanche a commentare, non si può perdere la vita così a trentotto anni. Questo non è più sport e per questo blocchiamo tutto'. Mai in Italia era stata adottata una decisione così drastica.
E a questo punto conta davvero poco che ad innescare incidenti tanto tragicamente assurdi sia stata, a quanto pare, una circostanza fortuita. La circostanza cioè che gli autisti di un paio di pullman di sostenitori del Palermo, arrivati a Catania abbiano sbagliato strada giungendo così nei pressi della stadio 'Massimino' a partita già iniziata. Ed abbiano trovato ad 'accoglierli' alcuni tifosi catanesi privi di biglietti che cercavano il modo di entrare ugualmente.
 
I più facinorosi tra questi 'sostenitori' nel tentativo di entrare in contatto con quelli palermitani hanno trovato l'ostacolo delle forze dell'ordine che si sono interposte per evitare il peggio. Il 'contatto' è stato in gran parte evitato, ma non il tragico epilogo:  oltre alla morte del povero ispettore Raciti ci sono stati un centinaio di feriti, tra i quali in modo grave (ma fortunatamente nel corso della notte è stato dichiarato fuori pericolo) un altro agente di Polizia, Salvatore Renda di 24 anni. Ancora sotto choc il giovane è riuscito stamane a raccontare seppur sommariamente quanto è accaduto:  'Stavo scortando con i colleghi un gruppo di tifosi del Palermo quando nei pressi dello stadio siamo stati assaliti da 'ultras' del Catania. Ci è arrivato addosso di tutto, è stata un'imboscata'.
Per i tragici incidenti di ieri sera sono 14 finora le persone fermate tra cui 9 minorenni.
 
Condanna unanime, a livello politico e istituzionale, a cominciare dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano:  'Alla ferma condanna per la recrudescenza drammatica di atti di violenza devono accompagnarsi scelte e comportamenti coerenti da parte di tutte le autorità responsabili contro degenerazioni che infangano i valori dello sport e offendono la coscienza civile del Paese'.
Redazione Osservatore Romano
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